Siamo nati da 6 mesi come Comitato Nazionale Popolo Produttivo, in rappresentanza di 10 Categorie Nazionali ( Ambulanti, Ristoratori, Balneari, Ormeggi, Insegnanti, Agricoltori, Artigiani, Partite Iva, Personale Sanitario, Pescatori ) ed in tutte le vertenze nazionali siamo Uniti più che mai per salvare le famiglie.
Oggi quello che definiamo in tanti “Sistema Balneare” è composto dalla Politica in costante campagna elettorale, dai sindacati politicizzati sovvenzionati dagli enti politici, I mezzi di informazione utili a tenere emotivamente instabili le famiglie, sono sovvenzionati direttamente e indirettamente dalla politica e dai sindacati: Ebbene quest sistema dopo 20 anni è finalmente in difficoltà grazie al nostro costante lavoro per il bene comune. Da una parte la vecchia gestione sindacale legata alle tessere è in crisi, di conseguenza le notizie che I sindacalisti raccontano ai politici non corrispondono più a verità, nei numeri e neppure nella rappresentatività. Tantissimi Associati a questi sindacati hanno gia strappato le tessere e tanti altri lo stanno facendo anche in questo momento in cui leggiamo questo comunicato.
Nel Comitato Nazionale Balneare del Popolo Produttivo sono confluiti tantissimi presidenti Regionali di tutti I sindacati ed associazioni autonome: siamo arrivati a superare in sei mesi 2000 balneari uniti da tutta l’Italia con Referenti in ogni Regione.
Grazie anche al fatto di rappresentare altre 9 categorie, abbiamo un vantaggio ed una forza che un piccolo o grande sindacato balneare non potrebbe mai avere. A testimonianza di questo, Il partito più importante e vicino alla categoria balneare, che abbiamo sostenuto in campagna elettorale, non ha ancora ricevuto I sindacati balneari.
Questa situazione senza precedenti nella storia balneare, crea molto malumore ed astio nei nostri confronti, da parte del vecchio stile sindacale, ma non abbiamo tempo da dedicare a questi signori. Siamo concentrati per salvare I piccoli concessionari, oggi il 90% della categoria. Salvarli definitivamente e non più temporaneamente dalle gare è il motivo per il quale ci siamo costituiti. Fuori dalla Direttiva Servizi UE in 6 mesi è il nostro obiettivo.
La categoria in 20 anni ha avuto modo di infliggersi dei danni incredibili, grazie ad una gestione sindacale politicizzata ed autonoma disastrosa, che ha portato la categoria ad essere la più odiata dalla opinione pubblica, considerata dai politici come inaffidabile, attaccata costantemente dalla magistratura in quanto considerata come “casta”: riprova ne sono le sentenze scaturite da una incompetenza delle associazioni “pro cause perse” che in 20 anni hanno portato “in cascina” le due sentenze definitive del CDS in seduta Plenaria contro la categoria ed una prossima sentenza della CGUE che sinceramente non crediamo dirà propriamente di “essersi sbagliata 7 anni prima”.
La Politica in questa vicenda ha le sue gravissime responsabilità: La Lega dopo aver creato la Legge 145/2018 decise di non ultimare I decreti attuativi, involontariamente condannando la Categoria ad una serie di contenziosi infiniti ed il più delle volte nefasti per le famiglie.
Forza Italia è invece considerato il partito delle proroghe e dei rimandi infiniti.
Il PD da sempre assieme al M5S sono a favore della decadenza delle concessioni. LEU ed altri piccoli partitini addirittura strizzano l’occhio alle associazioni ambientaliste come Legambiente etc.
Questi errori inenarrabili hanno condotto la categoria verso una strada quasi senza uscita. Oggi nonostante questi disastri, I sindacati politicizzati si sono ancora una volta schierati a favore delle Gare e dei decreti entro la data stabilita di febbraio, dando l’impressione di avere la priorità di salvare I grandi concessionari e non I piccoli. Del resto parlare di valore aziendale e Indennizzi, per una grande concessione, con grandi investimenti può avere senso, ma per un piccolo concessionario dai piccoli investimenti, ma dagli altrettanto piccoli fatturati significa morte certa.
La cosa che rincuora il nostro Comitato è che finalmente gli associati a questi gruppi sindacali tradizionali, iniziano ad aprire gli occhi e a fuoriuscire in massa, per ovvie ragioni di malcontento, rivolgendosi a noi e chiedendo aiuto.
L’altra parte sindacale riguarda invece le piccole associazioni autonome, temporaneamente sparite dalla scena, dopo la nostra nascita ed oggi tornate ad occuparsi del problema balneare, dopo la convocazione informale della Lega ad una riunione tenutasi con altri sindacati. Chissà forse nella speranza di un “posto al sole” in Parlamento.
Non è cosi che si affronta la vertenza. Non è il momento di dire “noi siamo I primi”, a tal riguardo chiediamo anche a queste piccole associazioni autonome, se davvero tengono alla categoria di unirsi al nostro grande Comitato Nazionale Balneare ed alle nostre 10 categorie. Oggi rappresentiamo 900.000 posti di lavoro in Italia. Solo cosi potranno prender parte a questa vertenza contando nei numeri e nelle proposte.
Poi c’è la Magistratura, la quale finalmente da “segni di vita”, con la nomina del nuovo Presidente del CDS, non più nominato dal Presidente Conte ma una nuova nomina, che speriamo sia dalla parte delle famiglie non solo a parole, ma con I fatti e nel breve termine.
In questo momento è in corso una campagna elettorale per le elezioni Regionali del Lazio, tutti I partiti nazionali di maggioranza iniziano a voler incontrare I sindacati, tranne FDI che giustamente, conosce la categoria e sa benissimo che per salvare la categoria oggi c’è bisogno di tenere una linea di massimo riserbo. Bene cosi. Avanti Uniti.
Come Popolo Produttivo abbiamo elaborato e consegnato a tutti I membri di Governo, un documento per la uscita dalla Direttiva Bolkestein in 6 mesi:
1. Allungamento dei termini temporali utili e conseguenti ad una completa Mappatura di coste, laghi e
fiumi (non affidate con deleghe al MEF per scopi economici ma al MIT per determinare una non
scarsità della risorsa), cosi come richiesto dalla Direttiva Bolkestein e dalle due sentenze CDS in
seduta Pleanria
2. Non scrivere I decreti attuativi rendendo inefficacie la legge 118 voluta dal precedente Governo
Draghi
3. Scrittura di un documento Governativo per l’uscita dalla Direttiva Bolkestein (Emendamento
Governativo o DL)
4. Trattativa con la UE da parte del Governo per differenziare le Concessioni di Beni dalle
Concessioni di Servizi
5. Uscita definitiva del Comparto balneare dalla Direttiva Bolkestein come concessioni di beni in
locazione.
6. Reinserimento del comma del art.37 “Diritto di Insistenza”.
7. Scrivere una Riforma che tenga conto del Codice della Navigazione (datato 1942), Norme Urbanistiche (complicata e da aggiornare), Norme sulla Paesaggistica (oggi da riscrivere totalmente), Scrivere nuovi criteri per assegnare nuove aree in concessione e far proseguire nella titolarità le attuali concessioni in essere.
Importante oggi sottolineare che deleghe alla Programmazione, le tiene la Premier On. Giorgia Meloni. Questo fa comprendere l’attenzione da parte del Governo verso questa situazione. Ne siamo consapevoli e fieri di cotanta importanza riservata.
Ad oggi I veri nemici delle famiglie balneari sono I Comuni “pro bandi”, I quali stanno velocizzando le adozioni dei piani degli arenili, con la speranza di poter mandare ad evidenza pubblica quante più famiglie possibili in tutta Italia.
A breve daremo novità anche sugli emendamenti che stiamo scrivendo per fermare questi Enti Locali intenzionati a rovinare migliaia di famiglie italiane, in nome di una concorrenza di parte a favore di Multinazionali Estere, pronte a depredare le coste italiane. Siamo attivi più che mai e combattiamo Gratuitamente questa battaglia perchè crediamo che Salvare tutti sia ancora possibile. A tutti I sindacati che si stanno avvicinando a noi con l’intento di collaborare, chiediamo di fare silenzio e lasciarci concludere gli step avviati, senza ingerenze di natura personale o di bottega.
Salviamo la Categoria dalla Direttiva Bolkestein tutti insieme!
Claudio Maurelli – 329017094