La CGUE conferma la nostra tesi sul tacito rinnovo che i balneari siciliani non abbiamo avuto, passando per nuovo iter istruttorio per ottenere l’estensione del titolo fino al 2033. Alla luce di ciò, appare evidente che noi concessionari siciliani non abbiamo ottenuto un’estensione automatica del titolo
“La sentenza della Corte di Giustizia Europea ha confermato che il tacito rinnovo delle concessioni, adottato dal governo a Roma, è illegittimo!
Una tesi che la nostra associazione ha sempre portato avanti forti dal fatto che il governo regionale, alla guida dell’On. Musumeci, ha recepito si la legge nazionale ma apportando una modifica che ha posto l’obbligo, ai concessionari balneari siciliani, al rilascio dell’estensione con riserva e previo un nuovo iter istruttorio. In Sicilia, quindi, non abbiamo avuto un rinnovo automatico delle nostre concessioni come nel resto d’Italia. Importante anche la verifica della scarsità della risorsa a livello territoriale e nazionale, non a caso avevamo detto e scritto che l’occupazione delle concessioni in Sicilia incide solo del 15% su 1500 km di costa e, addirittura, per le strutture balneari solo dello 0,40%. Un calcolo che deve essere imposto nella mappatura a livello regionale, non comunale essendo la regione a gestire il demanio marittimo e non i comuni come nel resto d’Italia.
Quindi, dopo l’ufficio del mercato unico europeo, che non ha dato certezza sull’applicazione delle direttiva Europea anche in Sicilia, oggi siamo più forti e sicuri della nostra tesi che porteremo avanti con il nuovo governo regionale alla quale chiederemo un confronto immediato per salvaguardare tutte le strutture balneari esistenti”. Antonio Firullo Presidente Associazione Turistica Balneari Siciliana.
Per avvalorare le proprie tesi, i balneari siciliani hanno presentato ricorso al Tar di Catania e hanno inviato una lettera alla Commissione europea, che ha risposto qualche giorno fa, prima della pronununcia della Corte di Giustizia, affermando che la sentenza del Consiglio di Stato va applicata anche alle concessioni balneari siciliane, in quanto la Regione Sicila ha applicato la legge italiana 145/2018 che in seguito è stata annullata dai giudici di di Palazzo Spada.