Si riferisce al censimento delle concessioni di tutti i beni pubblici (quindi non solo spiagge ma anche piazze, laghi, fiumi, marciapiedi, ecc.) previsto dall’art. 2 della legge sulla concorrenza varata dal precedente Governo Draghi.
“Era già “maturo” per la sua approvazione dallo scorso dicembre dopo aver ricevuto il parere della Conferenza Unificata lo scorso 30 novembre – ha commentato Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Confcommercio.
Con un ritardo di otto mesi e a 10 giorni dalla scadenza della delega, quindi, (prorogata con il “milleproroghe” dal 27 febbraio al prossimo 27 luglio).
Dal censimento gli imprenditori balneari non hanno nulla da temere ma, anzi, tutto da guadagnare.
Dai primi dati, infatti, è evidente che manca il presupposto per l’applicazione della direttiva Bolkestein, così come deciso dalla sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea”.