Alfonso Celotto, costituzionalista, oggi a “Next Economy” condotto dal vicedirettore editoriale Manuela Donghi, ha dichiarato sulla FM di Radio Giornale Radio:
“Concessioni balneari anticostituzionali? Abbiamo valori discordi: da una parte abbiamo l’interesse all’imprenditoria, però dall’altro c’è anche l’interesse alla concorrenza e la libera iniziativa economica. È una questione complicata. Avremmo risolto questo problema 20 anni fa, decidendo se applicare o meno la direttiva Bolkestein del 2004 sulla liberalizzazione dei servizi. In quel caso, l’Italia non ebbe la forza o il coraggio di specificare che le concessioni balneari sarebbero rimasti fuori da questo modello”.
“Per ovviare al problema, ogni 2-3 anni, si fa una legge che proroga le concessioni – ha aggiunto Celotto -. Per questo l’Italia rischia che ci siano migliaia e migliaia di cause, oltra al fatto che sicuramente l’UE avvierà una procedura di infrazione contro il nostro Paese. Un pasticcio gigantesco, la classica situazione all’italiana. Si mandano avanti le cose senza decidere e si complicano ancora di più. Maggiori concessioni delle spiagge? Potrebbe aiutare a risolvere le cose, ma solo in parte”.
Un tema che ha scatenato un dibattito improvvisato, con Salvatore Riccio, presidente dell’associazione balneari di Soverato, che ha chiamato in diretta Radio Giornale Radio per esprimere la propria opinione: “Ci tenevo a precisare che all’interno dell’attività demaniale i concessionari si sono mossi attraverso il famoso diritto di insistenza previsto dal codice della navigazione, che consente la possibilità di un rinnovo tacito delle concessioni, per cui attraverso questa norma l’operatore programma la propria attività e i propri investimenti per i successivi anni. Oggi le regole vengono completamente cambiate, ecco perché brancoliamo nel buio. Bisognava fare qualcosa prima, ma gli europarlamentari di allora hanno voltato le spalle al problema rimandandolo alle generazioni future”.