Il termine previsto per la procedura d’infrazione sulla questione delle concessioni balneari è scaduto, e l’Italia ha risposto a Bruxelles chiedendo ulteriore tempo per aggiornare la mappatura delle spiagge e prorogare le licenze fino al 2025. La richiesta riflette la posizione prevalente del vicepremier Matteo Salvini, ma si discosta dalle aspettative dell’Unione Europea. Nel documento inviato a Bruxelles, il governo italiano ha sottolineato la necessità di una collaborazione per trovare una soluzione condivisa e riordinare un settore essenziale per il turismo.
La risposta italiana dettaglia un piano che prevede un confronto con gli Enti locali entro quattro mesi per valutare la scarsità delle risorse e definire gli indirizzi per il riordino del settore. Tuttavia, ci sono divergenze tra le visioni dell’Italia e dell’UE. Mentre Roma sostiene che il tavolo tecnico interministeriale dimostra l’assenza di scarsità, l’UE contesta il calcolo della quota del 33%, richiamando l’articolo 12 della direttiva Bolkestein sulla libera concorrenza.
Si prevede ora una nuova fase di confronto per affrontare le valutazioni tecniche e scongiurare il rischio di un deferimento dell’Italia alla Corte di giustizia dell’UE e di una possibile maxi-multa. La questione mette in luce le sfide nel bilanciare le esigenze nazionali con le normative dell’UE, specialmente riguardo alla libera concorrenza nel settore dei servizi.