“Mentre l’Unione Europea continua a bacchettare l’Italia sulle concessioni balneari, il nostro Governo tace e non agisce” così si è espresso Legambiente dopo che la Commissione la scorsa settimana ha evidenziato “ritardi nell’attuazione di procedure di aggiudicazione trasparenti e competitive” con conseguente “mancanza di redditività per le autorità pubbliche”.
Lo Stato, infatti, dalle concessioni balneari incassa una cifra irrisoria. “Meno di 100 milioni di euro all’anno, una cifra irrisoria per la quale la Corte dei conti ha strigliato tutti i Governi che si sono succeduti negli ultimi vent’anni. Sia la Corte di Giustizia europea che il Consiglio di Stato hanno poi ribadito che le concessioni non possono essere rinnovate automaticamente e che la proroga decisa dal Governo Meloni è illegittima. Nel frattempo, negli ultimi 50 anni, abbiamo perso oltre 40 milioni di mq di spiagge a causa dell’erosione costiera, un’area sufficiente ad ospitare 12mila stabilimenti balneari”.
Anche in questo caso le iniziative di contrasto secondo Legambiente “sono state nulle se non inefficaci e peggiorative. Insomma, non sarà Bruxelles a sottrarre le spiagge ai balneari: ci ha già pensato l’erosione costiera. Ma di questo gli operatori del settore sembrano non preoccuparsi”.
Legambiente tiene a sottolineare che “sono tutti impegnati a difendere il privilegio di concessioni eterne e ad accaparrarsi le spiagge ancora libere, individuate dalla mappatura fatta alcuni mesi fa dal Governo e dettagliatamente contestata dalla Commissione. Più passa il tempo più si avvicinano le salate multe europee che tutti saremo costretti a pagare”.
Infine, l’associazione che difende l’ambiente ricorda l’atteggiamento virtuoso di alcune realtà balneari che però non sono state premiate, né tenute adeguatamente in considerazione. “È un vero peccato non aver usato questi anni per definire bandi di gara che tenessero conto della qualità dell’offerta – proseguono da Legambiente – e che prevedessero premialità ambientali per quei gestori attenti alla sostenibilità: proposte plastic free, ricorso alle rinnovabili, uso di prodotti a km0, strutture leggere e facilmente amovibili e altre azioni per rendere competitive le nostre aziende familiari”.
“Basta proroghe. Subito procedure di trasparenza amministrativa. Subito 50% di spiagge libere su ogni comune. Basta perdere tempo! Basta perdere spiagge!” concludono da Legambiente.