C’era molta preoccupazione fra gli imprenditori in seguito alla sentenza della Corte costituzionale che lunedì ha dichiarato l’illegittimità della norma regionale. Molti si sono interrogati sulle possibili conseguenze per il settore, temendo un impatto negativo sulle loro attività. Tuttavia, come spiega l’Associazione balneari siciliana, la Consulta ha solo annullato la validità dell’articolo che rinviava i termini per poter presentare domanda di estensione al 2033. Questa decisione riguarda un aspetto specifico della normativa, ma i concessionari che hanno già ottenuto il titolo tramite evidenza pubblica non hanno nulla da temere. Le loro concessioni restano valide e non sono influenzate dalla sentenza, garantendo quindi la continuità delle loro operazioni senza alcuna interruzione.
“Qualcuno, probabilmente erroneamente, ha inteso che la sentenza della Consulta avesse annullato le domande di estensione presentate dai concessionari del demanio marittimo della Sicilia-spiega Antonello Firullo, presidente dell’Associazione balneare siciliana-Ma i giudici della Corte costituzionale, di fatto, hanno solo abrogato gli articoli 36 e 38 della legge regionale numero 2 del 22 febbraio 2023, (legge di stabilità regionale 2023-2025). L’articolo 38 della predetta legge riguarda le opere realizzabili nei parchi e nulla hanno a che vedere con il demanio marittimo, mentre riguardo all’articolo 36, che di fatto non è altro che la riapertura dei termini per presentare la richiesta di estensione dal portale della Regione, c’è stato un eccessivo allarmismo dovuto agli errori di alcuni media locali che hanno dato la notizia
Rammento-contiuna Firullo- che i termini per presentare la richiesta di estensione erano scaduti il 28 febbraio 2021 (legge regionale numero 32 del 16 dicembre 2020, articolo 1, comma 1). L’articolo 36 della legge regionale 2/2023 è stata un’ulteriore possibilità voluta dal legislatore siciliano per aiutare quei concessionari che, qualora avessero dimenticato di presentare l’istanza nei precedenti termini per chiedere e ottenere l’estensione della concessione al 2033, potevano avanzare la richiesta dal portale”
Firullo precisa anche che “noi balneari siciliani non abbiamo avuto un’estensione tacita al 2033 delle nostre concessioni, bensì l’abbiamo ottenuta dopo una formale richiesta tramite il portale pubblico della Regione. Si tratta di un nuovo atto concessorio valido fino al 2033, registrato e ottenuto dopo la pubblicazione nel sito della Regione Sicilia. Un procedimento riconosciuto anche dal Consiglio di Stato che, con ben tre sentenze gemelle del 19 marzo 2024, le numero 2662, 2664 e 2679, ha negato l’estensione delle concessioni ad alcuni nostri colleghi di Lavagna (Liguria), i quali avevano ottenuto il tacito rinnovo della concessione al 2033 dal Comune senza un nuovo procedimento istruttorio e il consequenziale rilascio di un nuovo atto