I bagnanti italiani “sono minacciati” dallo sciopero degli ombrelloni: così la protesta dei balneari finisce sul Financial Times. “Minacciano di interrompere il lavoro” per proteggere “concessioni redditizie”. L’idea delle due sigle di categoria che hanno dichiarato lo sciopero, segnala il quotidiano della City, è “aumentare la pressione sul governo di Giorgia Meloni”. “Vogliamo che le grida di dolore che emergono dalle spiagge italiane siano ascoltate”, ha detto al Ft Antonio Capacchione, presidente dell’Unione Italiana Imprenditori Balneari. “La gente si fidava delle leggi dello Stato che dicevano ‘investi quanto vuoi’, e ora si trova di fronte a un governo che ha promesso tutto e non sta facendo nulla”. L’Ft ricorda le richieste di Bruxelles all’Italia di revocare 30mila concessioni balneari rimettendole a gara e la procedura di infrazione aperta dalla Commissione europea nel 2020. “Una volta in carica, Meloni ha prorogato la validità delle concessioni esistenti fino alla fine del 2024”, scrive tra l’altro il quotidiano britannico. “Il suo governo ha anche mappato i 7.900 chilometri di costa italiana nel tentativo di dimostrare a Bruxelles che c’erano molte spiagge libere e che non era necessario annullare le concessioni esistenti. La commissione ha respinto la richiesta di Roma e ha esortato il governo Meloni a proseguire con la riforma promessa”. I comuni italiani stanno preparando nuove gare e politiche di indennizzo per quanti perderanno la concessione, ricorda anche il quotidiano, ma il comparto chiede politiche che garantiscano un risarcimento pari ad almeno due anni di fatturato. “È il far west sulle spiagge italiane in assenza di una norma nazionale”, ha detto Capacchione. “È il minimo indispensabile. Richiediamo correttezza. È moralmente accettabile che qualcuno prenda possesso gratuitamente” di un’attività “costruita attraverso i sacrifici di un imprenditore che non ha dormito la notte?”. (ANSA).