Il Comune di Genova ha avviato la procedura di evidenza pubblica per l’assegnazione di 23 concessioni balneari sul litorale, un processo derivante dalla direttiva europea Bolkestein. Gli attuali gestori, che hanno già presentato i loro progetti entro il 15 luglio, avranno un mese di tempo per vedere se altri concorrenti propongono offerte migliorative per subentrare nella gestione.
Gli avvisi, pubblicati sul sito del Comune, riguardano molte delle storiche spiagge genovesi, soprattutto nel Levante, tra cui gli stabilimenti di corso Italia e altri stabilimenti a Sturla, Quarto, Quinto e Nervi. Alcuni stabilimenti sono stati esclusi da questa prima fase, mentre tre gestiti dalla società Bagni Marina Genovese sono ancora in fase di valutazione.
Con una delibera varata a maggio, il Comune ha introdotto delle misure per mitigare gli effetti della Bolkestein, garantendo agli attuali concessionari un indennizzo in caso di cambio di gestione, basato sul valore aziendale e su una perizia. Sarà inoltre possibile richiedere la rimozione di opere non amovibili non ancora acquisite dallo Stato.
La scadenza per presentare le offerte alternative è fissata al 31 ottobre. Una commissione valuterà le proposte in base a criteri come la riqualificazione delle strutture, l’accessibilità, la difesa costiera e la sostenibilità. Gli aspetti sociali, come parità di genere, partecipazione giovanile e stabilità occupazionale, peseranno molto nella graduatoria. La durata delle concessioni varierà tra i 5 e i 20 anni, in base agli investimenti proposti, e tutto il processo si concluderà entro il 2024.
La questione delle spiagge libere rimane aperta, con Genova che attualmente supera la quota del 40% prevista dalla legge regionale, anche grazie alla trasformazione della ex Capo Marina in spiaggia inclusiva per disabili. Tuttavia, la scarsità di spiagge libere in Liguria continua a essere un problema, e si valuta la possibilità di nuove gare per l’area di Vesima o la creazione di nuove spiagge in altre aree della città.