L’UE chiede rigore sull’attuazione della direttiva Bolkestein, nessun vantaggio ai concessionari

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L’accordo raggiunto a settembre tra Italia e Commissione Europea non lascia spazio a ulteriori concessioni. Il messaggio da Bruxelles è chiaro: nonostante i numerosi emendamenti che verranno discussi dalla Camera nei prossimi giorni, l’Italia deve approvare una riforma delle concessioni balneari conforme ai principi sanciti dalla direttiva Bolkestein. Il decreto varato dal Consiglio dei Ministri a settembre ha segnato la fine del rinnovo automatico delle concessioni entro il 2027, una misura che l’UE considera imprescindibile per il rispetto delle norme comunitarie, dopo anni di inosservanza.

Nonostante il continuo dialogo tra Roma e Bruxelles, la sfida per salvaguardare centinaia di concessioni sportive sulle rive di laghi e fiumi sembra ardua. La procedura d’infrazione aperta contro l’Italia non sarà chiusa fino a quando le normative non saranno completamente in linea con il diritto europeo. Gli emendamenti presentati da FdI, Lega e Forza Italia, tra cui spiccano quelli sui rinnovi concessori, sugli indennizzi ai concessionari uscenti e sull’assegnazione degli arenili agli hotel e alle associazioni sportive dilettantistiche, sono attualmente al vaglio dell’UE.

I tecnici della Direzione generale del mercato interno osservano con attenzione questi emendamenti, mentre Roma cerca di ottenere una deroga per le attività sportive senza fini di lucro. La decisione dell’UE di permettere eccezioni per alcuni circoli sportivi rimane incerta, e il negoziato prosegue. L’approvazione finale degli emendamenti dipenderà dal giudizio informale dell’UE e dalla trattativa condotta dal ministro Raffaele Fitto. Tuttavia, la Commissione Europea ha chiarito che la procedura d’infrazione verrà chiusa solo quando la legislazione italiana sarà in piena conformità con il diritto comunitario, mettendo fine a decenni di ambiguità normativa sulle concessioni balneari.

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