La questione delle concessioni balneari italiane, spesso al centro di tensioni tra norme europee e interessi locali, sembra trovare una nuova strategia in Versilia. In risposta alla Direttiva Bolkestein, che richiede l’assegnazione delle concessioni tramite gara pubblica, i comuni della costa toscana stanno valutando uno spostamento dei confini del demanio marittimo statale. Questo permetterebbe di trasferire alcune aree dall’amministrazione centrale ai comuni, con conseguenze significative per le strutture balneari.
Il Piano dei Comuni della Versilia
I sindaci di Viareggio, Camaiore, Pietrasanta e Forte dei Marmi, sotto la guida della Regione Toscana, hanno avviato la mappatura delle aree urbanizzate dell’arenile. L’obiettivo è proporre al Governo una riperimetrazione che includa nel demanio comunale strutture storiche e servizi legati al turismo balneare. Questi stabilimenti, spesso considerati patrimoni locali di valore paesaggistico e architettonico, potrebbero così essere sottratti alle gare richieste dalla direttiva europea.
La proposta, supportata dalla legge 125/2015 sul riordino del demanio marittimo, prevede che i comuni evidenzino aree con “specifici caratteri identitari, storici e paesaggistici”. Dopo l’approvazione regionale, il piano sarà presentato ai Ministeri dei Trasporti, dell’Ambiente e all’Agenzia del Demanio.
Obiettivo: Proteggere le Imprese Locali
L’idea alla base di questa strategia è preservare le attività balneari locali, spesso a gestione familiare, evitando che vengano assegnate a grandi operatori internazionali. Questo tipo di tutela è particolarmente sentito in un sistema come quello italiano, dove il federalismo fiscale limita le risorse dei comuni, ma aumenta il loro interesse nella gestione diretta del territorio.
Sfida allo Stato Centrale e all’UE
Resta da vedere se il Governo italiano accoglierà queste richieste, dato che spesso l’approccio nazionale si concentra sul rispetto delle direttive europee per evitare sanzioni e sui possibili introiti derivanti dalle gare. Inoltre, un eventuale accordo dovrà essere compatibile con il Codice della Navigazione, che regola il demanio marittimo.
Se la proposta della Versilia dovesse andare in porto, potrebbe rappresentare un modello replicabile per altre regioni costiere italiane, aprendo un nuovo capitolo nel dibattito sulle concessioni demaniali e sui rapporti tra normativa europea e autonomie locali.