La proroga delle concessioni demaniali marittime sino al 2033 decisa dalla Regione Sardegna finisce nel mirino dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), che ha dato 30 giorni di tempo all’amministrazione regionale per modificare le disposizioni criticate dall’Antitrust eliminando così “le distorsioni concorrenziali evidenziate”.
L’Agcm ha formulato alcune osservazioni in relazione alle criticità concorrenziali derivanti dall’atto amministrativo della Regione Sardegna (deliberazione di Giunta n.47/34 del 24 settembre 2020) con l’estensione fino al 31 dicembre 2033 della durata delle concessioni di competenza regionale su beni del demanio marittimo in favore dei concessionari esistenti. La Regione inoltre aveva diffidato i sei Comuni che avevano prorogato le attuali concessioni soltanto di un anno per non andare contro la normativa europea della direttiva Bolkestein (Cagliari, Quartu Sant’Elena, Olbia, Arzachena, Loiri Porto San Paolo e Posada) deliberando di nominare appositi commissari ad acta al fine proprio di provvedere all’estensione delle concessioni demaniali al 2033.
“Con specifico riferimento alle procedure e ai provvedimenti di proroga delle concessioni già in essere, l’Autorità – precisa una nota – ha più volte sottolineato che è nell’interesse del mercato effettuare un attento bilanciamento tra i benefici di breve periodo e i possibili costi che si potrebbero manifestare in un orizzonte temporale più ampio. La concessione di proroghe in favore dei concessionari esistenti, infatti, rinvia ulteriormente il confronto competitivo per il mercato, così impedendo di cogliere i benefici che deriverebbero dalla periodica concorrenza per l’affidamento attraverso procedure ad evidenza pubblica”.
L’Autorità auspica che la Regione “non dia corso ad alcuna proroga temporale al 2033 -senza una preventiva procedura pubblica competitiva trasparente, obiettiva, imparziale e non discriminatoria – delle concessioni demaniali marittime. Al riguardo, si ricorda che, qualora ciò non si verifichi, l’Autorità è legittimata ad agire in giudizio contro gli atti amministrativi generali, i regolamenti e i provvedimenti di qualsiasi Amministrazione pubblica che violino le norme a tutela della concorrenza e del mercato”.
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