Il rischio, secondo l’associazione, è che in favore del prezzo più vantaggioso si crei un sistema oligopolistico che estrometta le conduzioni familiari
“Il 9 novembre scorso, il Consiglio di Stato ha sentenziato che le concessioni demaniali marittime oggi in vigore sono prorogate solo fino al 2023. Dal 2024 dovranno essere messe a gara nel rispetto delle regole europee“.
Questo è l’incipit del comunicato stampa di Movimento Consumatori datato il 19 novembre scorso. L’associazione ricorda che il Governo aveva promesso di prorogare le attuali concessioni balneari fino al 2034, procedendo nel frattempo solo ad un piano di mappatura sul territorio italiano, evidentemente propedeutico a modificare le regole.
Che venga inserito un bando di gara pubblico per le concessioni è giusto, in virtù del principio concorrenziale, che dovrebbe garantire “che vinca il migliore”, ma le indicazioni della Comunità europea spingono perché le nuove assegnazioni vengano fatte il prima possibile, cioè entro due anni. Il rischio è che il tempo sia insufficiente per vagliare un bando di gara equo, che consideri le leggi del mercato, ma che allo stesso tempo valorizzi le imprese familiari che da decenni operano sui territori demaniali delle concessioni balneari.
Se le regole dei bandi di gara non saranno lungimiranti, spiega Gustavo Ghildini, presidente di Movimento Consumatori, “si rischia di trasferire questo intero settore da circa 10 mila piccole imprese per lo più a conduzione familiare, a un oligopolio controllato da pochi grossi gruppi, più probabilmente, stranieri vista l’attrattività del nostro patrimonio costiero“.
Ciò che andrebbe modificato, a parere dell’associazione, sono i criteri di economicità massima, e allo stesso tempo si dovrebbero mettere i paletti all’acquisizione di più di una concessione.
È ovvio che i grandi gruppi stranieri hanno a disposizione maggior liquidità, quindi il pericolo che le spiagge italiane diventino un monomarca è dietro l’angolo.
Ghildini conclude suggerendo al Governo di implementare delle regole prima del 2024, dando la possibilità di vincere “al massimo una concessione per regione e tre su tutto il territorio nazionale, altrimenti favoriamo esclusivamente la creazione di posizioni oligopolistiche a favore dei grandi gruppi”.