Dopo il Trattato con la Francia, “ne dobbiamo fare un altro con la Germania, ma non solo per avere rapporti bilaterali. La Francia li ha con l’Italia e con la Germania, noi dobbiamo chiudere questo triangolo, metterci dentro la Spagna e andare avanti, perchè altri Paesi ci verranno dietro. Se aspettiamo di andare avanti tutti e 27 con l’unanimità noi saremo morti, noi saremo morti”. Lo ha affermato Romano Prodi, ospite di Lucia Annunziata a ‘Mezz’ora in più’ su Raitre. “Se nella locomotiva c’è la Germania , la Francia, l’Italia e la Spagna -ha ribadito l’ex premier- il treno va forte e per quello che dobbiamo stringere tra di noi se no il mondo si mette a ridere pensando all’Europa”.
Prodi poi si è nuovamente chiamato fuori dalla corsa per il Quirinale: “La mia maestra elementare mi ha insegnato a contare”. Il Quirinale “non è cosa, si dice. Ho già detto le ragioni: l’età, che sto benissimo così, tantissime ragioni e l’ultima è di un realismo politico. Se un uomo politico ha un minimo saggezza deve rendersi conto della situazione”.
“La linea di marcia” del governo di fronte all’inflazione ”è quella giusta, ma poi si fa quel che si può. L’ipotesi bocciata di mettere un piccolissimo aumento di imposte a chi ha i redditi più alti per calmierare le tariffe, che era giusta, m’ha fatto capire che il problema è rimasto simbolico come da venti anni in Italia: quando si tocca il fisco bisogna avere sempre il segno meno, se il sistema sia equo non importa, chi mette il segno più anche per fare del bene, perde le elezioni. E’ un bel problema, eh”, ha poi detto Prodi a proposito della proposta del Governo, poi bocciata, di congelare il taglio dell’Irpef per i redditi più alti. La politica è distratta dall’avvicinarsi del voto per il Colle? “La distrazione – risponde Prodi – è un ottimo strumento politico, quando crescono le tensioni. La realtà della politica è quella che è, un accordo” di governo “molto forte e serio ma con interessi di fondo poi divergenti. Non solo l’elezione del capo dello Stato, che da questo punto di vista è marginale, ma l’elezione politica non è così distante: ci sono prese di posizione, uno schieramento che guarda a quel momento. Quando scattano i singoli interessi, dai gestori degli stabilimenti balneari all’imposizione sopra i 75mila euro, questi fanno valere la loro voce e la carovana rallenta”, aggiunge.