Salviamo il settore dei balneari dalla direttiva Bolkestein. Ho provveduto a protocollare con l’assessore regionale Stefano Aguzzi, il vicepresidente Gianluca Pasqui (FI), il presidente del Consiglio Dino Latini (Udc) e il consigliere regionale Giacomo Rossi (Civici) una mozione ad hoc a sostegno degli operatori balneari a gennaio arriverà nelle Marche anche il senatore Maurizio Gasparri.
Dopo l’incontro con i balneari a Civitanova, a cui ho partecipato anche io in qualità di capogruppo regionale FI, il sindaco Fabrizio Ciarapica ha incontrato a Roma il senatore Gasparri che a gennaio sarà nelle Marche per un incontro con la categoria. Vogliamo infatti tutelare gli operatori dallo spettro della direttiva Bolkestein. Al riguardo oggi ho protocollato una mozione, sottoscritta anche dai colleghi Consiglieri regionali Gianluca Pasqui, Dino Latini e Giacomo Rossi, a tutela delle concessioni balneari.
Nella mozione chiediamo al presidente Acquaroli e alla Giunta regionale di salvare il settore balneare e portuale turistico italiano, attivandosi presso tutte le istituzioni nazionali e comunitarie per fare in modo che le concessioni demaniali marittime siano estromesse dall’applicazione della Direttiva 2006/123/CE, facendo prevalere l’interesse nazionale garantito dalla Costituzione Italiana, con a prevalere un diritto originario sui trattati e direttive europee, diritto derivato, secondo il virtuoso esempio di quanto già accade in Germania e di quanto avvenuto specificatamente in Spagna. Chiediamo anche di proporre rapidamente, con apposita iniziativa legislativa, la messa in sicurezza delle attuali concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali ad uso turistico ricreativo e portuale turistico. Il tutto, attraverso la proposizione di misure in grado di tutelare l’attività delle imprese interessate, con tutti quei principi giuridici nazionali ed europei, quali il diritto al lavoro, il diritto di proprietà aziendale, il legittimo affidamento, i motivi imperativi di interesse generale, nonché il valore aziendale e il diritto di prelazione, al fine di assicurare la legittima continuità imprenditoriale delle concessioni in essere con un titolo di lunga durata. E irragionevole, infatti, l’applicazione retroattiva della Direttiva Servizi alle concessioni sorte anteriormente il suo recepimento e all’affermazione del principio di evidenza pubblica comunitaria.