Reggio verso la proroga al 31 dicembre 2024 con possibilità di concessioni temporanee

La Commissione comunale per lo “Sviluppo economico, le attività produttive e il turismo”, sotto la guida del presidente Carmelo Versace, ha dato il proprio benestare oggi stesso ad una raccomandazione rivolta al Settore Urbanistica del Comune di Reggio Calabria, concernente le concessioni balneari. Tale proposta è stata accolta con un ampio consenso, registrando 16 voti a favore e una singola astensione.

Nella recente sessione della sesta commissione, sono stati ascoltati i rappresentanti e i proprietari degli stabilimenti balneari, a seguito dell’audizione del dirigente Marco Di Donna e dell’assessore Marisa Lanucara. Si è unanimemente convenuto sulla necessità che il Comune di Reggio Calabria emetta un provvedimento ufficiale per comunicare ai concessionari la proroga delle concessioni fino al 31 dicembre 2024, in linea con quanto stabilito dal Decreto Milleproroghe. Questo per prevenire possibili sanzioni durante i controlli, a causa di un contesto normativo complesso e dell’assenza di un documento formale di concessione. Inoltre, è stato chiarito che il Comune non deve attendere le decisioni della giustizia amministrativa relative ad altri enti, avendo la facoltà di agire in modo indipendente.

Un altro tema esaminato con attenzione ha riguardato l’eventualità di concedere autorizzazioni temporanee per permettere alle attività di estendersi oltre la durata precedentemente stabilita. Anche su questo punto si è raggiunta l’unanimità nell’apprezzare favorevolmente questa opportunità, con la speranza che il Dipartimento incaricato possa intraprendere le azioni necessarie a tal fine.

Dopo un’approfondita discussione tra i membri della commissione e i rappresentanti degli imprenditori balneari, il presidente Versace ha avanzato una proposta consigliatoria diretta al dirigente Di Donna e al funzionario Di Mare, estesa per conoscenza anche all’assessore Lanucara e al presidente del Consiglio comunale, Marra. La proposta, che ha riscosso un ampio consenso tra i commissari con una sola astensione, include: l’annuncio sul SIT dell’aggiornamento della normativa Milleproroghe relativa alle concessioni fino al 31 dicembre 2024; la conferma di adesione alla legge nazionale; l’informazione ai titolari delle concessioni balneari circa l’estensione del termine concessorio al 31 dicembre 2024; nonché la facoltà di concedere autorizzazioni temporanee.

La commissione ha richiesto al Settore di poter ottenere un riscontro entro il 12 aprile 2024.

«Attualmente, il nostro dibattito si concentra sulle concessioni in essere. “Il nostro intento,” ha dichiarato il presidente Versace, “è garantire stabilità e sicurezza ai detentori di concessioni. Questo prende in considerazione i cospicui investimenti effettuati e la prospettiva di un impegno che non si esaurisce nell’arco di un solo anno. Benché siamo di fronte a una legge di portata nazionale, le sue implicazioni toccano anche il tessuto locale. È altresì essenziale offrire la possibilità di estendere il periodo di attività, anche per mezzo di concessioni provvisorie. Per tale ragione, asseriamo che da parte degli enti locali debba pervenire una risposta chiara e definitiva in merito a tali questioni.”»

Confesercenti su piano arenile di Rimini: “Azzerato valore delle imprese balneari”

Un avvio inadeguato per il Piano dell’arenile, sia nella forma che nella sostanza.” Questa è, in breve, la critica mossa dalla Confesercenti della provincia di Rimini, che ha esposto le proprie perplessità in merito alla proposta del nuovo piano urbanistico diffuso dall’amministrazione comunale di Rimini.

Il Comune ha avviato l’iter di approvazione del Piano dell’Arenile senza un vero confronto con la città – attacca Confesercenti -: non vi è stato confronto con le categorie economiche, con le rappresentanze della società civile in generale, tutto è stato rimandato alle eventuali osservazioni formali ad un piano già pubblicato”.

L’affondo è molto netto: “Il piano fa la scelta di considerare la spiaggia un foglio bianco per ridisegnarla come se si trattasse di un unico grande lotto libero. Le aree che saranno date in concessione e quelle che dovranno essere mantenute libere sono diverse da quelle attuali, senza una riga che stabilisca come ciò possa essere attuato, né alcuna norma transitoria”.

Non solo. “Il nuovo piano individua quale unica modalità di intervento la demolizione e ricostruzione dell’esistente con il pretesto degli strumenti urbanistici sovraordinati, ma la vera ragione è completare il Parco del Mare, avvalendosi degli investimenti dei futuri concessionari. Al di là dell‘inesattezza giuridica, contestiamo l’opportunità politica di tale scelta e dubitiamo della reale possibilità di realizzazione, in assenza di una disciplina certa e definitiva sulle norme future per il rilascio delle concessioni”.

A giudizio di Confesercenti, dunque, “un progetto che considera sole le forme architettoniche in funzione del Parco del Mare, diventa un azzardo e rischia il fallimento. Ancora più grave è che il Comune abbia predisposto un piano che finisce per azzerare il valore aziendale dell’impresa e dei beni materiali ed immateriali degli attuali concessionari favorendo l’entrata, nella gestione della spiaggia di soggetti (vedi Jesolo) che snatureranno le tradizioni e la storia che hanno fatto di Rimini la capitale europea del turismo”.

L’arenile, il balneare, sono il principale prodotto della nostra economia – conclude l’associazione – ed un piano urbanistico dovrebbe valorizzare e tutelare il territorio per premiare e rendere possibile l’innovazione e riqualificazione di un prodotto capace di cogliere rapidamente ed anticipare le tendenze di mercato. Se vogliamo rimanere una meta all’avanguardia nella proposta di accoglienza, capace di attrezzare la spiaggia alle tendenze e richieste della domanda, dobbiamo dotarci di strumenti e norme adeguate, sostenibili ed economicamente realizzabili. A questo punto auspichiamo che si avvii un dibattito che faccia emergere le contraddizioni e i limiti della proposta di piano e che si apra un confronto con tutte le forze politiche prima dell’approvazione”.