Gestione illecita depuratori in Calabria, Sib si costituirà parte civile

“Siamo particolarmente soddisfatti e ci complimentiamo pubblicamente per l’operazione dei Carabinieri coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro contro la gestione illecita dei depuratori nelle cinque province calabresi, una operazione che conferma quanto da anni sosteniamo e denunciamo circa la salute del mare e delle nostre coste”.

Lo afferma la Giunta regionale del Sib, il Sindacato italiano balneari, riferendosi all’inchiesta Scirocco, eseguita lunedì scorso dai militari sotto il coordinamento della Dda di Catanzaro.,

Dall’inchiesta sono emersi dei presunti reati di associazione per delinquere, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, inquinamento ambientale e frode nelle pubbliche forniture: “reati che da anni si perpetrano e ripercuotono anche sulle attività commerciali soprattutto quelle che operano sulle coste calabresi”.

Così come la Regione Calabria e Legambiente, la giunta regionale del Sib ha deciso di valutare la costituzione come parte civile nel procedimento aperto dalla Procura distrettuale per chiedere che venga fatta giustizia.

“Da sempre gli stabilimenti balneari rappresentano la sentinella del mare per tale motivo chiediamo giustizia per chi, come noi e i nostri associati, da anni, subisce questi gravissimi reati, con conseguenti danni materiali, personali e commerciali, oltre che di immagine” sbottano dal sindacato.

“Dallo scempio della ‘maladepurazione’ e del gravissimo e conseguente inquinamento ambientale – aggiungono – ne escono compromessi i nostri mari, la flora e la fauna, la salute della nostra popolazione specie dei soggetti più fragili, anziani e bambini. Per anni abbiamo subito la balneabilità “a singhiozzo” di diverse aree costiere, le misteriose macchie di liquami a infangare la salute e la reputazione dei nostri mari. Oltre che delle nostre attività balneari, spesso finite nella gogna dei più per ipotizzabili scarichi a mare abusivi, laddove invece c’erano meccanismi ben più gravi e apparentemente inspiegabili”.

Il Sib ribadisce che difenderà strenuamente le proprie coste, i mari, la salute e la reputazione “nella speranza che la Calabria possa definitivamente fare il salto verso una nuova stagione della legalità, in cui l’ecosistema e la salute del cittadino siano al centro degli interessi regionali, fattori indissolubili alla crescita economica e sociale del territorio” conclude il Sib.

Bolkestein, Lega: “Arrivati ad un punto di non ritorno, occorrono linee guida o sarà caos”

 “Riccardo Megale, ex assessore al Demanio del Comune di Grosseto e ora Assessore al Turismo, manifesta l’estrema attenzione con cui la Lega, a livello locale e negli organi di Governo, segue l’evolversi della problematica che coinvolge la categoria. “Quando ero Assessore al Demanio abbiamo dimostrato questa attenzione attraverso scelte politiche e tecniche ponderate con estrema attenzione, così da garantire al massimo le imprese del settore. Adesso, come Assessore al Turismo, vorrei evidenziare che i gestori degli stabilimenti balneari e di tutte le altre imprese che operano su concessioni demaniali rappresentano un elemento cardine del nostro sistema turistico. Nella nostra provincia e nell’intera Toscana queste imprese, con il loro lavoro, muovono centinaia di migliaia di turisti e creano un indotto economico importante. Non possiamo ignorare che questa situazione di incertezza frena gli investimenti e lo sviluppo e compromette buona parte delle nostre politiche di promozione.”

Sulla questione interviene anche Massimiliano Baldini, commissario Lega per la Provincia. “Vengo da Viareggio, conosco bene il problema! E’ noto a tutti, infatti, che la Direttiva Europea 123/2006, meglio nota come “Bolkestein”, impone procedure di evidenza pubblica per l’assegnazione delle concessioni demaniali o di altre risorse pubbliche definibili “scarse”. L’Italia, avendo una situazione specifica molto complessa da gestire, ha sempre differito le scelte politiche necessarie per attuare tale direttiva. Adesso siamo arrivati a un punto di non ritorno e, se non verranno prese opportune decisioni e definite le necessarie linee guida, l’applicazione di tale direttiva provocherà un caos. Di mestiere faccio l’avvocato, ho una certa esperienza: i comuni si muoveranno in ordine sparso,  migliaia di ricorsi intaseranno il già malridotto sistema giudiziario e altrettante aziende saranno ferme in attesa dei giudici.”

“Non dobbiamo dimenticare – prosegue Megale – che, anche se tali imprese insistono sul terreno pubblico, esse sono proprietà dei singoli imprenditori e tutelate dalla Legge e dai Trattati sul Funzionamento dell’Unione. Per questo motivo non è così banale indire dei bandi senza considerare questo aspetto, sarebbe un esproprio, lo dicono anche TAR e Consiglio di Stato. Bisogna poi ricordare che l’eventualità di ricorrere alle evidenze pubbliche, tanto invocata da alcuni, non aumenterebbe certo la quantità di spiaggia libera! Semplicemente si potrebbe verificare che il Signor Rossi, piccolo imprenditore con collaboratori familiari, lascerebbe il posto al Signor Bianchi, che magari non ha mai gestito uno stabilimento balneare. O peggio a una grande catena, a un gruppo internazionale, con buona pace dei fornitori locali. O ancora peggio, alle organizzazioni malavitose – non lo dico io, lo dicono gli Ufficiali della Guardia di Finanza.”

La conclusione di Megale è quindi un appello rivolto al Governo, in coerenza con gli impegni presi e con i programmi e nell’interesse della nostra economia turistica. “Mi hanno informato che si sta lavorando con impegno per individuare una soluzione equa, nel rispetto delle Direttive e nel rispetto di chi svolge questa attività. Io ho fiducia, sono certo che i nostri Ministri sono consapevoli della gravità della situazione e delle difficoltà che affrontiamo noi amministratori locali. Dobbiamo solo far presto.”