Balneari, Zucconi (FdI): “Bonelli e Della Vedova che dicono di quanto accaduto a Jesolo?”

“A Jesolo in base alla legge regionale sul turismo sono state presentate le istanze e dati i punteggi per l’assegnazione di varie concessioni demaniali marittime.

Come volevasi dimostrare i punteggi più alti se li sono aggiudicati non giovani imprenditori e nemmeno i vecchi gestori, ma dei gruppi industriali che avendo ‘le spalle ben più larghe’ hanno sconfitto tutta la concorrenza. Era scontato finisse così perché si è passati dalla gestione di una piccola impresa a quella di grandi gruppi economici”. Così in un video pubblicato nei suoi social il Segretario di Presidenza e deputato di Fratelli d’Italia, Riccardo ZUCCONI. “Come se non bastasse – prosegue- molte concessioni sono state accorpate, quindi sono state create delle macro concessioni nell’ottica soltanto dell’acquisizione da parte di questi grandi gruppi industriali. Allora a questo punto mi chiedo: i vari difensori del principio della concorrenza come gli onorevoli Bonelli e l’amico Della Vedova che dicono in merito a questo fatto? Perché non hanno dichiarato nulla su quanto successo a Jesolo? È impensabile che la logica sia togliere ai piccoli per dare ai più grandi”. Per ZUCCONI “non è questo che serve ai cittadini, anche perché oggi sono i balneari le vittime domani potrebbero essere altri comparti. Il futuro dell’Italia non può, né deve, essere questo, non possiamo permettere la desertificazione delle piccole imprese, al contrario le dobbiamo tutelare”.

Concessioni, prime evidenze pubbliche a jesolo Sadegholvaad: “Il governo resta immobile”

Stamattina sui quotidiani nazionali è riportata la notizia che a Jesolo sono stati resi pubblici i risultati dei primi “percorsi di evidenza pubblica in concorrenza” avviati in città relativamente all’assegnazione delle concessioni di spiaggia.. Le gare che hanno visto uscire sconfitti i concessionari uscenti superati da concorrenti, nel caso specifico, rappresentanti di capitali locali.

Il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad ha espresso in un commento su Facebook alcune considerazioni che partono da una accusa di immobilismo al governo.

1) Al di là di tutti i discorsi e proclami, il governo se ne sta lavando le mani degli operatori balneari. La tattica del silenzio, della dilazione e della furbizia porta a un solo approdo: le cose comunque vanno avanti, anche se si fa finta di non vedere. E poi alla fine questi sono i risultati

2) se le gare vedono prevalere, come mi pare di capire dagli articoli di stampa apparsi quest’oggi, soggetti che hanno grandi capacità finanziarie e di investimento il rischio più generale è che si perda quella tipicità e quel tratto umano nel rapporto col cliente che è stato il punto di forza, ad esempio, delle spiagge romagnole. Questi signori danarosi credo si guarderanno bene dal lavorare fisicamente in spiaggia, ingaggiando dipendenti che si occuperanno degli stabilimenti. Una forma di impresa assolutamente legittima, ci mancherebbe altro, ma che spersonalizza quella figura a cui molti di noi siamo affezionati: il bagnino.

3) il piano dell’arenile che stiamo presentando alla città, vuole essere sì uno strumento per favorire investimenti in forma aggregata, partendo però da un concetto differente: salvaguardando in buona sostanza il numero delle concessioni esistenti l’intento è quello di non perdere per il futuro il tratto democratico e il valore di un sistema fondato principalmente sull’impresa familiare

4) Ma, ripeto, queste situazioni agli antipodi tra una regione e l’altra e tra un comune e l’altro sono figlie di un immobilismo totale da parte di Roma