Fiba: “Nessuna riforma delle concessioni demaniali può avvenire senza modificare l’art. 49”

“Fa molto piacere vedere che anche il Consiglio di Stato ribadisca ciò che noi di Fiba Confesercenti diciamo da anni: l’articolo 49 del codice della navigazione, scritto nel 1942, è una legge anacronistica, frutto di un’epoca storica fortunatamente lontana, in cui il demanio marittimo serviva per la difesa delle coste in tempo di guerra e non per il turismo balneare”. E’ quanto dice il presidente provinciale Fiba Confesercenti Claudio Pierini che commenta così l’ordinanza del Consiglio di Stato che secondo l’associazione apre nuovi scenari anche sul rinnovo delle concessioni balneari. “Lo ripetiamo – dice Pierini –: nessuna riforma equa sul rinnovo delle concessioni demaniali marittime può essere coerente con il diritto italiano ed europeo senza prevedere il riconoscimento del valore aziendale delle nostre imprese, e questo non è possibile senza superare l’articolo 49”.

E proprio il Consiglio ha sospeso un bando di gara per la riassegnazione di una concessione demaniale marittima in Lazio, in quanto prevedeva la devoluzione delle opere in danno del concessionario uscente.

L’articolo 49 del Codice della navigazione prevede che tali opere diventino di proprietà dello Stato, ma i concessionari balneari si battono da anni contro questa legge, in quanto la ritengono un esproprio, oltre che una norma inattuale.

Nella sua pronuncia, il Consiglio di Stato ha anche sottolineato che contro l’articolo 49 è pendente un rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia dell’Unione europea, il quale ha espresso svariati dubbi sulla conformità di questa norma al diritto europeo.

Inoltre, sottolinea l’ordinanza, “l’ordinamento nazionale appare decisamente orientato a salvaguardare le ragioni giuridiche ed economiche dei soggetti che hanno realizzato investimenti nelle aree demaniali in concessione, mediante la corresponsione di un indennizzo, come stabilito per legge ancorché nel contesto delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico ricreative e sportive, ma con statuizione avente portata sistematica generale, che sottolinea, in particolare, il rilievo degli investimenti, del valore aziendale dell’impresa e dei beni materiali e immateriali facenti parte del compendio aziendale del concessionario”.

“Una scelta che restituisce dignità alle imprese balneari – dichiara Simone Guerrini, presidente regionale Fiba -. Siamo sttai l’unica associazione di categoria che ha iniziato il percorso contro l’articolo 49”.

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Empty sandy beach without people. Beach in Italy in Rimini Adriatic sea.White closed umbrellas and sun beds stand in a row

Concessioni balneari, Ligorio (Azione): “Si faccia ricorso alla clausola sociale”.

“Assistiamo da anni, ormai dal 2006, al dibattito che interessa la messa a bando delle cosiddette concessioni balneari come previsto dalla direttiva Bolkestein e che riguardano anche quelle delle nostre coste metapontine.

Dopo la sentenza della corte di giustizia europea la quale ribadiva che le concessioni non possono più essere prorogate in maniera automatica, con delibera di giunta regionale del 07.12.2023 si è concessa ulteriore proroga al 31.12.2024. Per quanto ancora confusionario sia l’iter da avviare per gli addetti ai lavori per far fronte a quanto determinato, crediamo che nell’impianto normativo si debba necessariamente prevedere, così come suggerito dall’allora Ministro allo Sviluppo economico e nostro Segretario nazionale Carlo Calenda, una clausola sociale che preveda una deroga a coloro i quali quella licenza la utilizza come fonte di sostentamento famigliare, essendo la loro attività principale quindi lavorativa.

Fermo restando si debba prevedere ad ogni modo una rivisitazione dei canoni, attualmente irrisori se consideriamo un giro di affari di circa 31 miliardi di euro a fronte di un introito da parte delle casse dello Stato centrale di circa 100 milioni per la gestione delle spiagge, che ci piace ricordare appartengono a tutti i cittadini italiani, crediamo che questa condizione vada non equiparata a chi di queste spiagge ne fa una occasione di business ovvero non una occupazione principale.

Per noi di Azione quindi resta fermo il concetto che, chi di questa concessione ne ha fatto il lavoro della vita e che vi ha concentrato le proprie risorse economiche, deve essere indenne dalle gare che l’Europa ci chiede. Auspichiamo che si metta presto fine a questa atavica vicenda anche per evitare ai nostri imprenditori questa situazione di precarietà e si possa permettere loro di programmare investimenti che gioverebbero senz’altro al Paese ed al nostro territorio in particolare in termini economico-occupazionali e di rilancio del settore turistico”.