Concessioni idroelettriche: regioni e province autonome possono riassegnare agli uscenti

L’emendamento al decreto energia – firmato da 9 esponenti della Lega (compreso il presidente della commissione Attività produttive Alberto Gusmeroli), da 6 rappresentanti di Forza Italia, ma anche da uno di FdI (Riccardo Zucconi) oltre che da Noi moderati, Vallée d’Aoste e Mauro del Barba di Italia Viva – prevede la possibilità per le regioni e le province autonome di «riassegnare direttamente al concessionario scaduto o uscente» le concessioni «per l’uso di beni acquisiti alla proprietà pubblica, delle acque e della relativa forza idraulica».

La controversia riguardante le concessioni idroelettriche rimane aperta. Nonostante il decreto energia approvato dal Consiglio dei Ministri a fine novembre escluda la possibilità di nuove proroghe generiche, i parlamentari della maggioranza hanno presentato alla Commissione della Camera degli emendamenti che vanno in direzione opposta.
Questa proposta, sostenuta dall’intero centro destra, comporta il rischio di un contenzioso con l’Unione Europea, analogamente a quanto sta avvenendo con gli ambulanti e le concessioni balneari. La Commissione europea ha espressamente richiesto l’apertura del mercato idroelettrico attraverso gare specifiche. L’Italia si è allineata con la precedente legge sulla concorrenza, e nei prossimi anni si prevede che oltre l’80% degli impianti esistenti (stimati entro il 2029) sarà oggetto di gare competitive.
Tuttavia, gli attori direttamente interessati temono un massiccio ingresso nel settore da parte di operatori stranieri. Questi potrebbero accaparrarsi una delle fonti di energia rinnovabile più abbondanti in Italia, attualmente spesso gestita principalmente da società controllate maggiormente dagli enti locali o dalle loro aziende municipalizzate.

La maggioranza di centro destra ha ripreso l’argomento delle concessioni idroelettriche, non proponendo una proroga diretta, ma una “riassegnazione” degli impianti alle aziende già in gestione. L’emendamento al decreto energia, sottoscritto da rappresentanti della Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia (9 esponenti della Lega, compreso il presidente della commissione Attività produttive Alberto Gusmeroli), da 6 rappresentanti di Forza Italia, ma anche da uno di FdI, Riccardo Zucconi e altri partiti (Noi moderati, Vallée d’Aoste e Mauro del Barba di Italia Viva) , permetterebbe alle regioni e province autonome di “riassegnare direttamente al concessionario uscente” le concessioni per l’utilizzo delle risorse idriche e la relativa forza idraulica.
Questa proposta offre un’alternativa più rapida rispetto alle procedure concorsuali di assegnazione, pur garantendo condizioni economiche di mercato. Tuttavia, sono poste delle condizioni: le amministrazioni locali dovranno richiedere ai concessionari uscenti di presentare una proposta tecnico-economica e finanziaria che includa un piano pluriennale di investimenti sugli impianti e sul territorio. In alternativa, le amministrazioni potranno costituire una società mista pubblico-privata con il concessionario scaduto o uscente. La durata delle nuove concessioni sarà quella prevista per legge, da 20 a 40 anni, con la possibilità di un’estensione massima di 10 anni in base alle esigenze delle regioni.

Milleproroghe all’esame delle Commissioni, possibile salvagente per i balneari

Il decreto Milleproroghe, il tradizionale provvedimento urgente che implica diversi spostamenti di termini normativi in vari ambiti, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri e pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Tuttavia, per essere definitivamente adottato, deve passare attraverso l’esame delle Commissioni parlamentari competenti, attualmente le Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio della Camera dei Deputati, e successivamente ottenere l’approvazione delle due Camere del Parlamento.

Il percorso di approvazione potrebbe risultare complesso dato che molte decisioni, alcune delle quali cruciali, sono state escluse dalla Legge di Bilancio e richiedono un’analisi attenta. Tra le questioni dibattute ci sono la proroga delle concessioni balneari, gli aiuti ai lavoratori portuali, le pensioni dei medici e soprattutto la proroga del superbonus per i condomini per consentire la conclusione dei lavori previsti entro il 2023.

Uno dei temi centrali e molto dibattuti riguarda la proroga delle concessioni balneari. L’Unione Europea da tempo sollecita l’Italia a garantire una competizione equa per le attività sulle spiagge. Tuttavia, il cambiamento repentino potrebbe avere un impatto significativo sulle famiglie che dipendono da tali concessioni come principale fonte di reddito. Inoltre, l’apertura delle gare a livello europeo potrebbe favorire l’ingresso di grandi operatori stranieri, mettendo a rischio le piccole imprese locali.

Alcuni membri del governo propendono per un’ulteriore proroga delle concessioni, che si auspica essere conforme alla direttiva Bolkestein nonostante richieda la gara delle concessioni pubbliche. La trattativa a Bruxelles sarà condotta dal ministro degli Affari Europei Raffaele Fitto, e le decisioni attese intorno al 16 gennaio. Se l’Unione Europea non dovesse essere persuasa dalle argomentazioni del governo, si potrebbe procedere ad azioni legali presso la Corte di Giustizia europea tramite una procedura di infrazione.