“La sentenza della Corte di Cassazione va nella direzione che auspicavamo. Ritengo ora più che mai improcrastinabile un provvedimento del governo per arrivare ad un ordinamento omogeneo delle concessioni demaniali marittime che faccia chiarezza una volta per tutte sul futuro di questo settore. Da parte delle Regioni c’è massima collaborazione, aspettiamo di essere convocati al più presto per poter dare il nostro concreto e fattivo contributo”. Così l’assessore al Demanio della Regione Liguria Marco Scajola, coordinatore del Tavolo interregionale degli assessori al Demanio marittimo, in merito alla sentenza della Consulta sulle concessioni balneari.
“Questa sentenza è certamente positiva per il settore e chiarisce alcuni aspetti ma – prosegue Scajola – rende ancora più urgente un intervento governativo per comprendere quali siano i comportamenti che le imprese e i territori devono adottare in vista della scadenza del 31 dicembre prevista dalla direttiva europea Bolkestein. Ora nessuno può rimanere a guardare: il governo deve intervenire, con il supporto e la piena collaborazione delle Regioni”.
“Punto a favore dei balneari, bocciata la linea del sindaco Salvemini. Nella partita sulle concessioni balneari arriva la decisione della Corte di Cassazione, che annulla per eccesso di giurisdizione la sentenza del Consiglio di Stato. Sentenza che aveva bocciato la proroga al 2033 delle concessioni balneari. Quindi, le concessioni già assegnate non devono essere messe a gara nel 2024, come invece ha sostenuto Salvemini che si è fatto vanto di aver interpretato al meglio la direttiva Bolkestein, non prorogando le concessioni fino al 2033 come invece hanno fatto i sindaci di Gallipoli, Taranto, Brindisi, Bari…
Salvemini e la sua giunta hanno ignorato le proteste del sindacato e i ricorsi degli imprenditori balneari che gestiscono i 17 lidi leccesi, e le loro richieste di proroga delle concessioni, nelle more delle decisioni dei giudici e della riforma attesa dal governo.
Salvemini e la sua giunta sono rimasti sordi anche alle sollecitazioni del dirigente della Sezione Demanio della Regione Puglia, che chiedeva di firmare la proroga delle concessioni al 2033, stabilita dal governo nazionale con la legge 145 del 2018.
Salvemini e la sua giunta si sono inventati perfino una proroga tecnica di soli tre anni delle concessioni, stabilendone la scadenza a fine 2023. Un tempo più che sufficiente – a loro dire – per ammortizzare gli investimenti.
I rappresentanti di categoria e i concessionari hanno impugnato questa delibera dinanzi al Tar e hanno avuto ragione, mentre il Consiglio di Stato ha dato ragione all’amministrazione Salvemini. Ora, però, la decisione della Cassazione rimette la palla nelle mani del governo nazionale, che dovendo legiferare per mettere ordine nella materia delle concessioni balneari non potrà ignorare il pronunciamento della Cassazione, che va nella direzione da me sempre auspicata di tutelare i balneari nel loro diritto di imprenditori che hanno investito tanto per mettere su e attrezzare gli stabilimenti, su cui continuano ad investire ogni anno garantendo la cura delle spiagge e numerosi posti di lavoro.
In attesa di una riforma giusta del settore, mi auguro che agli imprenditori balneari sia garantito di continuare a lavorare serenamente, e che il sindaco Salvemini la smetta di salire in cattedra”.
Interviene Mauro Della Valle, Presidente Confimprese Demaniali Italia: “Accogliamo con favore la sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite con la quale i giudici di piazza Cavour hanno annullato la sentenza n. 18 dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato. Con questa pronuncia, infatti, è stato chiarito che le Associazioni di categoria erano legittimate a proporre atto di intervento. Ora, auspichiamo che l’Adunanza Plenaria, in osservanza di questa pronuncia, celebri nuovamente l’udienza ascoltando le tesi delle Associazioni precedentemente escluse e, quindi, possa pronunciarsi ribaltando I precedenti convincimenti”.
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