Assobalneari-Base Balneare, Bruxelles manipola conclusioni Corte Lussemburgo

L’ atto notificato ieri dalla Commissione europea all’Italia è una inaccettabile prevaricazione delle prerogative degli Stati membri nel delineare i criteri per la determinazione della scarsità della risorsa naturale riconosciute dalle norme eurounitarie come evidenziate dalla Corte di Giustizia europea con la recente sentenza del 20 Aprile.

Bruxelles, cassa di risonanza di manovratori trasversali, manipola abilmente le ineccepibili conclusioni a cui è pervenuta la Corte del Lussemburgo, la quale ha stabilito che la scarsità della risorsa naturale non può presumersi, come aveva invece ritenuto malamente il Consiglio di Stato italiano, ma va accertata concretamente come ha fatto invece il Governo Meloni istituendo un apposito Tavolo tecnico apprezzato anche in una recente sentenza del Tar Lecce.

Il dato certo della mappatura realizzata dal Governo italiano che certifica il 66% dei litorali come disponibile per nuove concessioni è stato sterilizzato nelle stanzette di Bruxelles con interpretazioni a dir poco strumentali, infondate, avvallate da portatori di interessi e politici disinformati o accondiscendenti mediante una asserita ricognizione di elementi di fatto a dir poco surreali, basata peraltro su meri comunicati stampa del Governo italiano, con ciò mostrando di ignorare le caratteristiche del nostro Paese ove innumerevoli ed invidiabili realtà si sono sviluppate nei decenni anche sulle coste rocciose altrimenti impraticabili ed abbandonate.
Siamo mortificati e rabbiosi per questa evoluzione e non certo rincuorati dai vergognosi accadimenti recentissimi del Qatargate, dove le valige piene di denari hanno dimostrato un sistema collaudato per favorire fondi sovrani in barba proprio alla concorrenza. Le discutibili e strumentali affermazioni della Commissione europea ormai in scadenza ci convincono sempre più che questo accanimento nei confronti delle concessioni balneari Italiane nasconda interessi che hanno denti affilati come quelli di squali, un Beachgate in piena regola.
Atti come questi minano la fiducia nell’ edificio europeo nato per l’affermazione dei principi di economia sociale e proporzionalità con l’ obiettivo del benessere collettivo e non certo per essere lo strumento a disposizione di lobby ed multinazionali.

La vicenda balneare occupa le prime pagine deviando l’ attenzione dei veri problemi sociali ed economici con i quali i cittadini si misurano ogni giorno, diventando anche più importante della guerra in corso e dell’odierno deferimento dell’ Italia alla Corte di Giustizia per il ritardo nei pagamenti alle imprese.
È una Vergogna!
Ci domandiamo con amarezza il perché, dopo l’ importante dato acquisito dal Tavolo tecnico non si sia avviata immediatamente una interlocuzione con la commissione europea per confrontarsi sui principi evidenziati dalla Corte dì Giustizia proprio alla luce del risultato netto della mappatura, permettendo invece all’ Istituzione europea di metterci con prepotenza all’ angolo per accettare il suo diktat. Chi doveva rappresentare il Governo a Bruxelles, avviando un percorso di trattativa per rendere più facile il lavoro della Premier Meloni su questo dossier, non doveva rimanere inerte ed attendere supinamente il parere motivato ma doveva attivarsi immediatamente.

Oggi per il Governo italiano si riducono gli spazi di trattativa a causa proprio di questa inerzia. Ci auguriamo che il parere motivato non venga utilizzato come giustificazione, come avvenne per la Sentenza del CdS, ma sia la miccia per fare brillare l’ orgoglio nazionale da parte del nostro Governo nella difesa e tutela delle imprese italiane.
Lo dichiarano Fabrizio Licordari Presidente di ASSOBALNEARI ITALIA Federturismo Confindustria e Nicolò Maellaro VPresidente di Base Balneare

Balneari: Meloni, positivo che Commissione Ue lasci aperti negoziati, faremo nostre proposte

È positivo il fatto che la Commissione europea, pur inviando la lettera all’Italia sul tema dei balneari, non abbia precluso a proseguire i negoziati con l’Italia, anche perché è stato chiuso il tavolo tecnico. Lo ha detto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel corso di un punto stampa a Zagabria. “Noi ereditiamo una situazione che si trascina da qualche anno. Il tavolo tecnico ha fatto una cosa che curiosamente non è stata fatta fino ad oggi e cioè la mappatura delle spiagge stabilendo che tecnicamente non c‘è scarsità della risorsa. , ha detto Meloni, secondo cui ora bisogna portare “avanti una contrattazione nuova con la Commissione”. “Faremo le nostre proposte, perché abbiamo soprattutto il problema di dare certezza al diritto rispetto a questa materia ed evitare che ci sia un caos, ma abbiamo fatto dei passi in avanti”, ha detto la premier.