Balneari: Centinaio, proseguire con convinzione dialogo con UE

“La lettera della Commissione europea non pregiudica una soluzione positiva alla questione delle concessioni balneari. Invito quindi il governo a portare avanti con convinzione e autorevolezza il dialogo con Bruxelles, forte di una mappatura delle coste che ha fatto emergere con chiarezza come solo un terzo di queste siano attualmente assegnate. L’Europa non può ignorare questo dato, che dimostra come le concessioni demaniali marittime italiane non debbano essere sottoposte alla direttiva ‘Bolkestein’”. Lo afferma il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, responsabile del dipartimento Agricoltura e Turismo della Lega.
“Crediamo che continuare ad accanirsi contro circa 30mila imprenditori balneari sia solo una intollerabile questione di principio, che non concede nulla né al libero mercato né ai cittadini e ai turisti che popolano le nostre spiagge. Ancora meno tollerabile è che a farlo sia una Commissione ormai in scadenza e sostenuta da una maggioranza politica sempre più precaria. Mi auguro che tecnici e politici di Bruxelles abbiano un sussulto di ragionevolezza e si rendano disponibili a un accordo che tuteli la concorrenza e chi in questi anni ha investito e dato lavoro nei propri stabilimenti. Noi continueremo a muoverci su quella strada”, conclude Centinaio.

Balneari: Turco-Croatti (M5S), ‘Meloni ci porta dritti a deferimento Corte Giustizia Ue

 

“Tanto tuonò che piovve: alla fine la lettera dell’Ue con la procedura d’infrazione è pronta, e forse già domani ne conosceremo i contenuti. E’ davvero inqualificabile l’ottusità con cui il governo Meloni, in tema di concessioni demaniali, vuole fare dell’Italia uno zimbello su scala europea. Con la premier che se ne lava beatamente le mani. Tutto questo per mantenere uno status quo di concessioni praticamente a vita. Un sistema ormai fallace, con investimenti fermi grazie ai patrioti che da un anno e mezzo lasciano il comparto nella più totale incertezza. La procedura d’infrazione porta con sé un incredibile salasso alle tasche di tutti i cittadini italiani che già devono affrontare la serie di rincari dovuti all’inflazione. La sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea dello scorso aprile aveva stabilito che le concessioni balneari in Italia non sono conformi alla normativa europea, in quanto non sono assegnate tramite procedure di gara pubbliche e non sono stabilite regole chiare e trasparenti per la loro durata. Il governo italiano ha parlato – spesso a vanvera – e promesso tanto. Al momento ciò che è certo è che non ha ancora presentato un disegno di legge in Parlamento”.

Ribadiamo ciò che diciamo orami da diversi mesi: questa maggioranza si è tanto agitata sul tema, ma non è stata in grado di fornire neanche un accenno di soluzione a questa impasse”. Così i senatori M5s Mario Turco e Marco Croatti. “Oggi – aggiungono – anche il ministro Salvini si arrampica sugli specchi dicendo che non può valere solo il criterio economico, dimostrando peraltro di non conoscere la norma precedente che ha concorso a cancellare, dopo che Lega e Forza Italia l’avevano approvata, e che ora vorrebbe fare sua, ripristinandola. Il precedente impianto normativo introdotto con il Ddl Concorrenza e approvato nel corso del governo Draghi, infatti, prevedeva già una serie di tutele contro il rischio delle imprese multinazionali, che peraltro lo stesso M5S era riuscito a far approvare. Grande è pertanto la responsabilità politica del governo Meloni che ha concorso a creare confusione e immobilismo negli investimenti in un settore strategico per l’economia italiana. Ed è proprio tale situazione di incertezza che rischia di danneggiare gli operatori virtuosi e di favorire i grandi gruppi”. “L’auspicio ora è che dopo il monito della Corte di giustizia europea si metta fine una volta per tutte a questa messa in scena demagogica e inconcludente, e si rientri sui binari dell’intesa raggiunta un anno fa che tiene in equilibrio gli interessi dello Stato, degli imprenditori, dei lavoratori e dei cittadini.

L’esecutivo ci risparmi un’altra figuraccia internazionale e getti le basi per una nuova stagione trasparente di gare pubbliche: dopo le pronunce del Consiglio di Stato e i rilievi del presidente Mattarella messi per iscritto, il governo deve dare uno scenario definito al settore”, concludono.