Tar Lecce: “Niente bandi nel comune di Patù in mancanza di decreti attuativi”

Secondo il Tar Lecce, sentenza n. 1040 del 28.8.2023 se da un lato non è sufficiente la domanda del privato e l’avvio della procedura del “rende noto” ai fini dell’assegnazione delle concessioni demaniali marittime, occorrendo il bando pubblico di gara secondo la legislazione regionale pugliese, dall’altro”, alla luce del combinato disposto delle predette norme, deve ritenersi che, in mancanza dei decreti legislativi volti a riordinare e semplificare la disciplina in materia di concessioni demaniali marittime, al Comune di Patù è fatto divieto, allo stato, di avviare qualsivoglia procedura concorrenziale in subiecta materia.

“7.2. È ragionevole ritenere che il legislatore abbia inteso bloccare tutti i bandi volti al rilascio di nuove concessioni demaniali marittime in attesa dell’adozione dei decreti legislativi deputati a raccogliere ed elaborare i dati funzionali alla indizione di nuove gare, onde garantire il “razionale e sostenibile utilizzo” del demanio marittimo, tanto in riferimento alle concessioni in essere, quanto (e a più forte ragione) in riferimento a quelle di nuova assegnazione”.

Avvocato Nicolò Maellaro

Balneari, Frandi (Sib): “Concessioni non scadono a dicembre, Comuni devono attendere Governo”

“Le concessioni non scadono a dicembre, la legge di recepimento del milleproroghe ne ha già differito la scadenza di un altro anno e comunque anche la legge Draghi ne aveva previsto lo slittamento al 2024 in ragione delle difficoltà organizzative dei comuni o per l’esistenza di procedimenti giudiziari in corso, afferma Stefania Frandi vice presidente di Sib Confcommercio.

“Dobbiamo far quindi presente che, all’opposto,, se i Comuni si muovessero ora, senza una legge che detti le modalità per il rinnovo dei titoli o la loro riassegnazione e visto anche il disposto normativo in vigore che vieta i bandi sino alla legge di riforma, sarebbe un caos ancora maggiore. Si aggraverebbe senz’altro un contenzioso già oggi molto esteso. L’ultima sentenza, che non fa che confermare la giurisprudenza precedente, nulla aggiunge al quadro generale. Ricordiamo che le sentenze non hanno validità generale ma fanno stato solo fra le parti del giudizio. In ogni modo, i primi dati che sono stati pubblicati proprio ieri dal Sole 24 ore sulla percentuale nazionale di spiaggia occupata (viene riferita la percentuale del 28%, in cui sono compresi porti e altre concessioni diverse dagli stabilimenti balneari) vanno nella direzione da sempre sottolineata dai balneari in conformità al diritto europeo. In Italia abbiamo ancora la possibilità, al netto della spiaggia libera che va certamente garantita ed anzi migliorata, del rilascio di un numero di concessioni adeguato a garantire la concorrenza”.

“E’ certamente urgente l’emanazione della legge di riforma del settore – prosegue -, che da tempo il Sindacato Balneari di Confcommercio sollecita, ma pare che il Governo stia lavorando nella giusta direzione. Il prossimo 8 settembre continueranno i lavori del tavolo tecnico convocato a Palazzo Chigi, i cui risultati potranno essere utilizzati nella negoziazione con la Commissione Europea per garantire la salvezza della tradizione balneare del nostro Paese, un eccellenza riconosciuta a livello mondiale e della quale privarsi sarebbe pura follia. Solo ieri sera il Ministro on. Daniela Santanchè, presente a Massa in occasione della Festa Tricolore, ha ancora una volta confermato la volontà del Governo di proseguire nella difesa di questo settore strategico del nostro sistema turistico, utilizzando proprio quel principio comunitario della non scarsità della risorsa affermato dalla Corte di Giustizia nell’aprile scorso”.