Porti turistici: Iva al 10%anche per i servizi accessori, sempre esclusi gli stabilimenti balneari

Una nota dell’Agenzia delle Entrare chiarisce che per i marina resort sono agevolabili anche servizi di pulizia, di assistenza all’ormeggio, di prenotazione, di vigilanza e per l’addebito di consumi

Alla fine i porti turistici ce l’hanno fatta: l’Iva è ora agevolata al 10% vale anche per i servizi accessori erogati.

Lo ha chiarito l’Agenzia delle entrate con una nota in risposta a un quesito sottoposto da Assonat, l’associazione che rappresenta i titolari di porti turistici. 

«Per i marina resort – puntualizza l’Agenzia – sono agevolabili, ai fini Iva (10%), non solo i servizi di accoglienza e messa a disposizione nel porto turistico, dello specchio acqueo per il pernottamento dei diportisti a bordo delle proprie imbarcazioni, ma anche i servizi strettamente accessori, quali servizi di pulizia, di assistenza all’ormeggio, di prenotazione, di vigilanza e sicurezza e per l’addebito di consumi». 

Una decisione a favore della portualità turistica italiana che riconosce il valore strategico del settore nell’economia nazionale

Restano esclusi dall’agevolazione gli stabilimenti balneari.

C’è da augurarsi che questo incentivo, unito al provvedimento del Consiglio di Stato che lo scorso 26 giugno ha sospeso l’aumento dei canoni demaniali (si chiedeva il 25% in più rispetto a quanto pagato l’anno precedente), si rifletta anche sulle tariffe per il transito e gli altri servizi destinati ai diportisti nautici

Mappatura spiagge regione Toscana, i commenti di confcommercio e confesercenti

“In Toscana la percentuale di arenili dati in concessioni è molto meno del 50%” – queste le parole di Leonardo Marras, assessore regionale al demanio della regione Toscana, che ieri ha inviato il dossier riguardante la mappatura delle spiagge al Governo. “Questa percentuale”, prosegue Marras, “non è un dato qualsiasi, ma può significare che le gare non sono necessarie”

 A seguito di queste dichiarazioni intervengono le due associazioni di categoria maggiormente rappresentative dei balneari, Ascom Confcommercio e Confesercenti.

«Pur non avendo avuto la possibilità di esaminare il lavoro effettuato dalla Regione Toscana relativamente alla mappatura delle aree demaniali – e ignorandone quindi gli esiti – prendiamo atto del fattivo spirito di collaborazione con il quale la stessa Regione e i Comuni interessati si stanno rapportando con il Governo sulla assai articolata questione Bolkestein – afferma il direttore di Confcommercio Grosseto, Gabriella Orlando -. Ci auguriamo che la Regione Toscana voglia presto condividere con le associazioni di categoria e con gli stessi operatori del settore balneare i risultati del monitoraggio delle spiagge in regione; allo stesso tempo confidiamo che il risultato annunciato quest’oggi dalla Giunta Giani possa accelerare il percorso di uscita definitiva da una situazione di incertezza che non è più tollerabile. Siamo nel pieno della stagione estiva e non è pensabile che centinaia di imprenditori continuino ad affrontare questo periodo con il sorriso sulle labbra da mostrare sempre e comunque ai propri ospiti e le ansie e le preoccupazioni da sfogare entro le mura di casa dopo 16-18 ore di intenso lavoro».

«Il tavolo tecnico per la mappatura ha da poco iniziato il proprio lavoro – afferma Claudio Pierini presidente provinciale Fiba, l’associazione dei balneari di Confesercenti -. Oltre ai dati certi che questo tavolo deve produrre aspettiamo di sapere quali saranno i criteri selezionati con cui andare a dimostrare la non scarsità della risorsa. Noi balneari speriamo che dal tavolo esca, in tempi rapidi, una soluzione per togliere le nostre imprese dall’incertezza che da troppi anni le attanaglia».

«Quello che emerge dalle parole di Marras su quanto fatto dimostra che la risorsa c’è» afferma Simone Guerrini presidente regionale Fiba Confesercenti.

«Dobbiamo basarci su questi dati per evidenziare, come precisato anche nell’articolo 12 della direttiva Bolkestein, che nel caso non ci sia scarsità di risorsa la direttiva non venga applicata. Serve rivedere il percorso per la riassegnazione di chi detiene le concessioni con il riconoscimento del valore commerciale d’azienda per tutte le attività esistenti sul demanio. Se non vi è scarsità come si riassegnano? Bisogna andare in Europa a dire che l’Italia con le sue coste, fiumi, laghi è occupata da X percentuale in concessione. Serve un percorso apposito per decidere come riassegnare, bisogna andare a colmare il vuoto normativo e andare a modificare il codice della navigazione».