La vera informazione sul Pnrr che non riguarda i balneari

Sfatiamo la leggenda che i balneari rientrino nel pnrr. in effetti ciò che sta bloccando l’erogazione è la riforma dei porti italiani, avviata con il decreto 202/2022 dei ministeri delle Infrastrutture e dell’Economia per aumentare la competitività del sistema portuale, che sta complicando le verifiche Ue per ottenere l’assegno da 19 miliardi corrispondente alla terza rata. Si tratta infatti di più di 200 concessioni da Nord a Sud Italia, per 13 milioni di metri quadrati di banchine, date in concessione per ospitare gli impianti e i servizi necessari a imbarco e sbarco di persone e merci. Poiché però la Commissione ritiene che la riforma sia poco incisiva, il governo ha emanato un nuovo provvedimento, sotto forma di Linee guida per l’applicazione del regolamento che disciplina la consultazione preventiva da parte delle Autorità portuali prima del bando. Tuttavia, la Commissione Ue ha notato alcune lacune importanti nel testo, tra cui l’assenza di una durata predeterminata delle concessioni, l’assenza di un’Autorità terza e la possibilità di prorogare le concessioni oltre i 10 anni. Di conseguenza, per raggiungere l’obiettivo di rispettare gli impegni del PNRR entro la fine del mese, l’esecutivo deve fare uno sforzo negoziale anche con provvedimenti dell’esecutivo precedente.

Il nuovo ddl concorrenza approderà a breve a Palazzo Chigi, prevista la proroga al 2032 per le concessioni già assegnate.

Energia, commercio ambulante, poteri dell’Antitrust. Prende forma attorno a pochi capitoli centrali il nuovo disegno di legge annuale per la concorrenza che dovrebbe approdare a Palazzo Chigi per uno dei prossimi consigli dei ministri.

Riguardo il riassetto del commercio ambulante che già il governo Draghi aveva studiato la scorsa estate., per Massimo Bitonci, sottosegretario del Mimit che ha tra le deleghe anche quella sul commercio, si tratta di «un intervento necessario per restituire certezze a un settore che contra oltre 180mila operatori». Le concessioni – aggiunge – «verranno rilasciate secondo criteri che preserveranno le micro imprese, sarà previsto un numero massimo di concessioni e avrà rilevanza la professionalità e l’esperienza maturata negli anni».

Il governo proverà a superare la procedura di pre-infrazione aperta dalla Commissione europea mettendosi al riparo da un ulteriore scontro con Bruxelles dopo quello in atto sulle concessioni balneari. A questo scopo la norma allo studio riporta nell’ambito di applicazione del decreto di recepimento della direttiva Bolkestein tutto il settore, cancellando quanto era stato deciso dal primo governo Conte. Ma al tempo stesso prevede gare non nell’immediato e bisognerà vedere quanto l’impianto reggerà in Europa.

Le concessioni già assegnate alla data di entrata in vigore della legge con gare o riassegnate ai sensi del decreto Rilancio del 2020 resteranno in vigore fino a quanto previsto, quindi il 2032. Se invece si è concluso il procedimento ma non c’è ancora rilascio del titolo, oppure se è in corso l’istruttoria di rinnovo, si applica la normativa vigente alla data di avvio del procedimento e i titoli possono essere rilasciati entro il 31 luglio 2024. Un discorso del tutto diverso riguarda invece i Comuni che non hanno ancora avviato procedimenti di rinnovo (ai sensi del decreto Rilancio o dell’intesa in Conferenza Unificata del 2021). In questo caso, nelle more delle linee guida che dovrà elaborare il Mimit entro sei mesi, i Comuni potranno riconoscere l’efficacia delle concessioni in essere oppure potranno riassegnarle per un periodo che non vada oltre il 31 dicembre 2024. Le linee guida del Mimit quindi, in sostanza, regoleranno l’assegnazione di nuove concessioni dal 2025 e i nuovi titoli avranno una durata decennale.

Fonte: Il Sole 24 Ore