Corsini: “Il Governo sta mettendo a rischio il futuro dei balneari”

Nella sola Emilia-Romagna si parla di 1.500 piccole imprese a conduzione familiare, sulla cui pelle “il Governo sta giocando in maniera irresponsabile. Non solo: quest’esecutivo mette a rischio un asset fondamentale e strategico del turismo italiano, che da solo vale il 14% del Pil nazionale”.

Lo afferma l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, in merito alla questione relativa ai “balneari”, cioè il futuro legato alle concessioni degli stabilimenti sulla costa.

“Le proroghe, diciamo, ‘elettorali’- sottolinea– hanno le gambe corte, anzi, cortissime. Il presidente Mattarella, dal canto proprio, ha richiamato tutti al rispetto delle Direttive europee, delle sentenze della corte di Giustizia e del Consiglio di Stato”.

“Il problema- continua Corsini– non è l’anno in più di proroga – peraltro previsto, come possibilità, anche nel decreto Concorrenza del Governo Draghi , ma il non voler dare una prospettiva e una certezza di futuro ai balneari. Si torni subito alla proposta e al documento redatto dalla Regione Emilia-Romagna, per dare un contributo concreto alla riforma nazionale. Un documento, voglio ricordarlo, fatto proprio da tutte le altre Regioni, e che definiva una serie di punti imprescindibili per dare certezze al settore balneare”.

L’assessore passa quindi a elencarli: il valore aziendale delle imprese (non solo investimenti, ma anche beni mobili e immobili); i criteri per premiare professionalità ed esperienza nel gestire da almeno 5 anni concessioni balneari a scopo turistico; il no al canone come criterio di aggiudicazione (questo lo definisce il Governo e non può essere oggetto di gara). Infine, lasciare alle Regioni la possibilità di introdurre ulteriori criteri sulla base della specificità delle diverse realtà territoriali.

“La situazione attuale è insostenibile, conclude Corsini, i modi in cui si muove l’esecutivo sono inaccettabili. Lo sono per noi ma soprattutto lo sono per le imprese, i lavoratori e tutto il mondo del turismo”.

Balneari, Confindustria nautica a premier: “Necessarie norme ad hoc”

 Evitare tensioni con Ue e sanare incongruenze Concorrenza 2022

“Dopo il richiamo del Presidente della Repubblica alla necessità di regolare le concessioni demaniali con organiche normative di settore e non attraverso decreti omnibus come il Milleproroghe”, in considerazione “dell’urgenza di trovare soluzioni e di evitare tensioni con la Commissione Ue”, Confindustria Nautica rivolge un pressante appello al premier Giorgia Meloni “affinché emani un decreto legge di riassetto della normativa”.

Confindustria Nautica, in particolare, richiede di “intervenire sul Codice della Navigazione valorizzando le norme che per decenni hanno regolato secondo principi di evidenza pubblica e trasparenza le concessioni della portualità turistica e di sanare le incongruenze della legge Concorrenza 2022” le cui norme, scrive Confindustria nautica “sono in parte inapplicabili e altre, paradossalmente, divergenti dal diritto comunitario”. Per quanto riguarda specificatamente le infrastrutture della nautica da diporto “è appena il caso di ricordare che la legge voluta dal presidente Draghi le ha impropriamente incluse nell’ambito delle norme regolatorie delle spiagge, a esse del tutto inapplicabili, fino al paradosso di prevedere l’obbligo di libera balneazione all’interno dei porti – conclude Confindustria nautica -.

Le suddette norme sono conformate a una sentenza del Consiglio di Stato che non può ritenersi definitiva in quanto oggetto di ricorso alle Sezioni unite della Cassazione”. (ANSA).