Balneari, Sottanelli: “DDL schiaffo alla concorrenza favorirà grandi gruppi”

“Il disegno di legge recentemente pubblicato dal Governo Meloni sulle concessioni balneari arriva in ritardo e nasconde una sorpresa. Contrariamente a quanto affermato in campagna elettorale, non è stato inserito alcun limite al numero di concessioni che possono essere attribuite a un singolo gruppo, aprendo la strada al rischio di concentrare le concessioni nelle mani di pochi attori economici”. Queste le parole di Giulio Sottanelli, deputato abruzzese di Azione e Capogruppo in Commissione Finanze, che continua: “Si tratta di una vera e propria beffa alla concorrenza, durante la campagna elettorale, la stessa Presidente Meloni aveva cavalcato la paura dei grandi gruppi, in particolare multinazionali straniere, che con la Bolkestein avrebbero divorato le spiagge italiane. Ora, con questo disegno di legge del Governo Meloni, il rischio è che le nostre coste, attualmente gestite da circa 30.000 piccole imprese prevalentemente familiari, possano essere fagocitate da pochi big del settore, a discapito della concorrenza e della pluralità del mercato”. “Mi batterò in Aula per modificare, tramite emendamenti, la proposta – conclude Sottanelli – affinché ci sia una regolamentazione che limiti le concessioni a un singolo gruppo, per evitare il monopolio e per tutelare la varietà delle imprese che sono parte integrante del tessuto economico e sociale del nostro Paese”.

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Balneari, Marabello (Movimento Indipendenza): “Scandalosa la presa in giro del governo Meloni”

“Esprimiamo la nostra solidarietà ai balneari italiani e soprattutto a quelli del mio territorio, ovvero del savonese, delusi come me dalle promesse mai mantenute dal Governo e da Fratelli d’Italia, un partito nel quale molti di noi, a suo tempo, hanno fortemente creduto”.

Lo afferma in una nota Fabrizio Marabello, membro della direzione nazionale e coordinatore di Savona e provincia del Movimento Indipendenza.

“E’ scandaloso che il Governo abbia deciso in poche ore le sorti di un’intera categoria di imprenditori (circa 30.000 in Italia di cui 753 in Liguria ) limitandosi a modificare (non certo in senso migliorativo) alcuni articoli della legge Draghi, tanto criticata da Giorgia Meloni nelle diverse campagne elettorali, disattendendo così le promesse fatte nelle diverse campagne elettorali senza neppure coinvolgere o informare preventivamente le rappresentanze sindacali, le Regioni e le Amministrazione comunali – continua -. Il risultato è che, l’Italia si è nuovamente piegata alle pretese dell’Unione Europea. Infatti, entro il giugno 2027 tutte le concessioni balneari andranno a gara e presumibilmente passeranno da imprese familiari sane, parte di un tessuto economico e sociale a base territoriale, a grossi gruppi di imprenditori che potranno contare su un potere di investimento impensabile e ineguagliabile dal piccolo imprenditore”.

“Ma c’è di peggio. Inspiegabilmente agli attuali concessionari non verrebbe riconosciuto il valore della azienda che hanno creato dal nulla ma solo il ristoro della parte non ancora ammortata degli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni – aggiunge Marabello -. Praticamente una barzelletta se si tiene conto del fatto che in questo periodo di assoluta incertezza nessun investimento è stato realizzato. Quale imprenditore investirebbe ingenti somme per ammodernare una azienda che potrebbe essergli espropriata l’anno successivo? “.

“Fratelli d’Italia fu l’unico partito a non votare la legge Draghi, contro la quale, in campagna elettorale la Meloni tuonava assicurando una riscrittura della norma e affermando la necessità di evitare che le coste italiane finissero in mano chissà a chi, con il rischio di distruggere un tessuto economico sano e di mettere in pericolo il lavoro delle famiglie che lavorano nel settore e l’integrità dell’ambiente – sottolinea -. Peccato che a tali promesse non siano seguite azioni concrete. Il tavolo tecnico sulla mappatura è stato chiuso e il suo lavoro si è risolto in una perdita di tempo poichè i risultati ottenuti dall’indagine sulle coste italiane non sono neppure stati trasfusi in una norma, rimanendo come mera bozza di una attività prodromica di qualcosa che non fu.

L’attività del Governo italiano si è risolta in due anni di interlocuzione con l’UE, una lunga melina durante la quale gli imprenditori balneari (altro non avevano fatto che attenersi alle norme dello Stato), sono stati abbandonati al loro destino, nella totale incertezza, in balìa degli attacchi provenienti dalla magistratura, dall’Agcm e da buona parte della stampa, dipinti come abusivi e insultati come ladri, mentre alcuni Comuni andavano alle gare senza una norma nazionale che ne identificasse i criteri”.

“Il Movimento Indipendenza, oltre a essere solidale con la categoria dei balneari, è pronto a un incontro con le varie sigle sindacali che la rappresentano per discutere proposte risolutive della questione”, conclude Fabrizio Marabello.