Fiba, balneari contro aumento dei canoni Governo apra tavolo

“L’aumento dei canoni – dice Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba Confesercenti – è una novità preoccupante per la nostra categoria, in un momento di incertezza legato anche all’applicazione della direttiva Bolkestein e ai danni provocati a molti stabilimenti dalle mareggiate dei mesi scorsi. Il canone minimo si applica anche per chi deve chiedere un allargamento temporaneo, ad esempio per un campo di beach volley: così si rischia di impoverire l’offerta turistica in spiaggia”.

“Come categoria – ha sottolineato ancora il presidente di Fiba Confesercenti -, non siamo contrari a rivedere gli importi dei canoni, che in media sono di 8-10mila euro all’anno e sono bassi, lo riconosciamo. Ma va fatto con un intervento organico e un metodo che preveda la giusta valutazione delle spiagge, classificandole in base alla redditività e dando un valore corretto al metro quadro: così lo Stato valorizzerebbe il proprio bene”.

Rustignoli ha anche ricordato che “entro febbraio andrebbero approvati i decreti attuativi della legge sulla concorrenza varata dal governo Draghi, per poi far partire i bandi, anche se secondo noi non ci sono le condizioni tecniche per fare le gare nel 2024. Bisogna capire le intenzioni dell’attuale governo. In campagna elettorale il presidente Meloni ha detto che avrebbero lavorato per una diversa applicazione della Bolkestein. È ancora in tempo per rispettare le promesse”.

Aumento canoni, Licordari (Assobalneari): “Non contrari ad aumenti ma vero problema è scadenza concessioni nel 2023”

COMUNICATO STAMPA ASSOBALNEARI ITALIA
(con richiesta di pubblicazione)
Non vogliamo alimentare la discussione mediatica che si sta sviluppando in queste ore circa l’ aumento dei Canoni per le concessioni turistico ricreative, poiché nel contesto in cui ci troviamo ci appare sterile ed inutile. Mi spiego meglio: è come se un inquilino di un appartamento si trovasse a discutere e a dibattere sugli importi di un affitto con il contratto scaduto con la prospettiva di dover uscire di casa il mese successivo. Con questo paragone vogliamo spiegare che per il comparto balneare il problema oggi è rappresentato da quanto prevede una discutibile sentenza del Consiglio di Stato, e la sospetta caparbietà nel volere applicare a tutti i costi una direttiva europea che non riguarda invece le concessioni di beni.
Non siamo assolutamente contrari a considerare o ad accettare un aumento dei canoni di concessione purchè questo sia affrontato contestualizzando tutti i costi a cui oggi noi siamo sottoposti, e mi riferisco all’ IVA al 22% contro quella del 10% delle altre imprese turistiche, l’ IMU anche se non siamo proprietari, la Tarsu applicata a tutta l’ area in concessione e non solo al Bar o al Ristorante che producono realmente rifiuti, il servizio di Salvataggio che in Italia è in capo ai concessionari mentre all’ estero è di competenza delle amministrazioni pubbliche, e i danni ormai all’ ordine del giorno delle mareggiate alle quali dobbiamo fare fronte per ripristinare e mantenere in ordine le coste.
Ma la priorità sul quale dobbiamo puntare l’ attenzione oggi è la certezza della durata della concessione che solo così può garantire un alto livello dell’offerta turistica, occupazione ed investimenti.
Abbiamo fiducia in questo Governo ed nelle forze politiche che lo compongono, finalmente espressione del volere popolare, e che sulla questione concessioni hanno preso impegni elettorali ben precisi ad iniziare dal Presidente Meloni, finalizzati a tutelare e salvaguardare le imprese balneari italiane dagli appetiti, facilmente immaginabili, di chi a Bruxelles si aggira per i corridoi rappresentando poteri economici forti con l’ intenzione ormai chiara di mettere le mani sui gioielli più preziosi del nostro Paese. La questione canoni è irrilevante davanti a ciò che sta accadendo: alcuni comuni desiderosi di un po’ di notorietà per apparire sui Giornali come virtuosi, stanno approntando i criteri per fare le gare e lo scenario che si prospetta azzera la discussione su questi aumenti. E’ proprio il caso di dire “Dume Romae consulitur, Saguntum expugnatur……..
Lo dichiara il Presidente di Assobalneari Italia Federturismo Confindustria Fabrizio Licordari