Concessioni, Gnassi chiede audizione urgente congiunta su intenzioni Governo

 

“Chiediamo e vogliamo chiarezza.  E’ finito il tempo della propaganda, della campagna elettorale e della pacchia, adesso bisogna governare e noi abbiamo intenzione di fare la nostra parte seriamente. Mentre c’è chi ricerca visibilità sui media locali cercando di regalare ancora illusioni e chi fa battute come quella sulle spiagge e i rifiuti che fanno solo danni al Paese, noi in Commissione lavoriamo a una proposta seria e concreta, con tutti gli elementi per farlo sul tema dell’innovazione, della tipicità delle imprese, della considerazione del lavoro e degli investimenti fatti. Basta con le bufale e le balle come l’arrivo di multinazionali a spazzare via tutto, perché basterebbe inserire i giusti correttivi sui numeri di concessioni nell’eventualità del bando per scongiurarle.. E non è più il tempo di insistere su posizioni improbabili quali l’uscita dall’Europa o le solite proroghe delle concessioni che non danno alcuna certezza e non farebbero che spostare in avanti il problema senza entrare nel merito: la realtà è che questo governo sul turismo naviga a vista e in piena confusione, tanto da non aver neanche assegnato la delega al Demanio. Parliamo di un’industria strategica per il Paese, con numeri straordinari, che, partendo dalla ricettività, parlano di 226.855 esercizi alberghieri ed extra-alberghieri con più di 5,2 milioni di posti letto in Italia, dove i soli alberghi sono 32.202 per un totale 2,2 milioni di posti letto”.

Il deputato Dem Andrea Gnassi e i colleghi Piero De Luca e Vincenzo Peluso hanno ricostruito tutti i vari tasselli normativi e non dal 2009 a oggi e hanno presentato richiesta di una audizione congiunta urgente, considerata la trasversalità della materia, del Ministro dell’economia e delle finanze, del Ministro del Turismo e del Ministro delle Politiche europee per chiarire le intenzioni del Governo in merito al futuro delle concessioni demaniali marittime.

“Non si può più perdere tempo: il Governo faccia chiarezza, dia la delega al più presto e vada a trattare seriamente con l’Europa. Lo richiede a gran voce un settore che è uno dei motori del Paese e conta qualcosa come 12.166 concessioni ad uso turistico per un totale di circa 26.700 stabilimenti e un giro d’affari calcolato in oltre 15 miliardi di euro l’anno» conclude Gnassi.

Milleproroghe, Lega: “Convocare Tavolo con associazioni per valutare intervento”

 

Arrivata al nodo la questione caldissima delle concessioni, dopo l’approvazione del Milleproroghe in Consiglio dei Ministri.

La lega fa sapere attraverso suoi esponenti tra cui  il capogruppo Lega al Senato Massimiliano Romeo che “Sul tema balneari sarebbe utile a tutto il centrodestra convocare un tavolo di confronto con tutte le associazioni di categoria per valutare come intervenire sul decreto Milleproroghe. La posizione della Lega è sempre stata a difesa delle 30 mila imprese che operano nel settore turistico balneare, di cui oltre 7.000 che gestiscono direttamente stabilimenti balneari e circa 23.000 operatori che erogano servizi accessori e nell’indotto. Parliamo di un settore che occupa 300 mila addetti. Questo governo procederà con buonsenso a supporto del comparto produttivo balneare”. 

Intervengono poi il deputato romagnolo Jacopo Morrone e il senatore pugliese Roberto Marti che ritengono sia necessario un “Confronto e dialogo diretti con tutti gli attori del mondo balneare. La nostra richiesta è quella di insediare al più presto un Tavolo tecnico dove l’intera compagine di centrodestra possa misurarsi con le associazioni di categoria coinvolte per mettere a punto un piano di interventi utile e concreto nel decreto Milleproroghe”.  “È noto che la Lega – sottolineano – è da sempre vicina alle istanze delle 30mila imprese che operano nel settore del turismo balneare direttamente o erogando servizi. Secondo un recente studio il settore balneare italiano sarebbe il ‘primo produttore di ricchezza derivato dal turismo del nostro Paese’. Di qui la considerazione di quanto sia cruciale il settore per l’economia e in particolare per le regioni costiere. Il turismo è una miniera d’oro e come tale deve essere tutelato senza sottostimarne i problemi, costruendo progetti di ampio respiro all’interno di una visione complessiva del settore. Sul turismo dobbiamo investire perché il Paese ha ancora enormi potenzialità inespresse in questo comparto”.

Per questo, aggiungono, “abbiamo fin da subito considerato prioritario superare le ricadute negative della direttiva Bolkestein con iniziative ad hoc. Siamo tuttora convinti che esistano soluzioni percorribili per mettere d’accordo le esigenze delle imprese italiane del settore e direttive e giurisprudenza Ue”.