Italia, Maurelli: “2023 rischio contenzioso tra pubblico e privato”

Si è conclusa l’Assemblea Federale di Federbalneari Italia, alla presenza di Marco Maurelli, Presidente di Federbalneari Italia, insieme ai presidenti delle altre sedi regionali, da cui sono emerse tutte le criticità di un settore, quello dell’imprenditoria balneare, messa duramente alla prova dal clima di incertezza della legge sulla Concorrenza, approvata dal Governo Draghi, ma ampiamente contestata da Federbalneari Italia. “La norma attuale è confusa e non garantisce ne’ il ricambio ne’ alcuna continuità di impresa alle aziende turistiche balneari. Inoltre è alto il rischio che si apra un contenzioso straordinario tra pubblico e privato perché non ci sono ne’ i tempi ne’ alcun percorso che dia certezza alle imprese e cosi’ pure il blocco degli investimenti, già da anni ormai una certezza. Tutto ciò non porterà alcun vantaggio alle imprese attuali, precisa Maurelli, anzi vi è un rischio acclarato che vi sia un calo drastico della produzione di servizi turistici e pertanto un vertiginoso calo del PIL TURISMO di almeno 4 punti percentuali complessivi, ci dicono alcuni economisti, con rischi per l’occupazione stabile e della produzione di servizi turistici da parte della stessa industria del turismo italiano.

Siamo convinti che la priorità assoluta, oggi più che mai, sia quella di aprire un confronto reale e veritiero sul tema della esclusione del comparto dalla Direttiva Servizi 2006, tra la Premier Meloni e la presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen per porre in sicurezza il comparto turistico italiano. “Pensiamo sia necessario che le parti in questione approfondiscano la situazione e l’importanza che ne deriva per il tessuto imprenditoriale made in Italy che oggi vive nella completa incertezza bloccando ogni forma di investimento. Nessun governo lo ha fatto fino ad ora, negli ultimi 12 anni siamo stati vittime di ben cinque normative confuse. Non c’è mai stata un’interlocuzione seria con la Commissione Europea, questo è il momento di far pesare anche la nostra posizione – aggiunge Maurelli – il cui auspicio per il 2023 è che il nuovo governo mandi al più presto in soffitta la vecchia norma e dunque la plenaria del Consiglio di Stato che ha avuto la funzione di sostenere ed ispirare la riforma del precedente Governo bypassando il Parlamento. Si avvii dunque la discussione in Parlamento per riempire di contenuti un nuovo decreto legge a tutela del comparto, nel pieno rispetto della continuità d’impresa. Progetto che dovrà fornire il tempo adeguato allo Stato con il compito di rispettare i tempi per la realizzazione di una mappatura economica su circa 70.000 km di coste ed il completamento del nuovo programma gestionale SICONBEP da fornire ai Comuni, nonché i tempi del negoziato UE ed i tempi di revisione del codice della navigazione. Questioni divenute ormai irrinunciabili per fornire certezza d’impresa la quale incide seriamente sull’organizzazione complessiva del modello turistico made in Italy, fiore all’occhiello del nostro Paese nel mondo.

Federbalneari Italia, conclude Maurelli, auspica che il Governo faccia presto quanto precisato sopra e si arrivi a definire subito un percorso condiviso con sindacati ed associazioni dell’industria turistica ricreativa e ricettiva come Federbalneari Italia.

Ombrelloni e lettini su moli e scogliere, l’opposizione contro Toti

Grandi polemiche in Liguria dopo l’approvazione dell’emendamento alla legge di bilancio regionale che prevede di concedere agli stabilimenti balneari di mettere lettini, sdraio e ombrelloni su scogliere artificiali, pennelli e altre opere di difesa costiera all’interno di aree balneari in concessione.

Commenta Renato Arboscello, consigliere d’opposizione appartenente al Pd:“Dare la possibilità ai gestori degli stabilimenti balneari di sistemare ombrelloni, lettini e sdraio anche sulle opere di difesa della costa non è un intervento a sostegno del turismo balneare. Nella foga di apparire come i paladini dei balneari, l’assessore Scajola e la Giunta Toti hanno commesso un grossissimo errore, nei fatti saranno pochissimi i beneficiari di questa norma che quindi non è risolutiva e non darà nulla in più al turismo ligure”.
Prosegue il consigliere: “Sarebbe stato invece molto più utile lo stanziamento di fondi a favore dei Comuni per dare loro la possibilità di gestire le spiagge libere e offrire più servizi. Per questo con un emendamento al bilancio chiederò che vengano stanziati 400mila euro a favore dei Comuni per dare loro la possibilità di attrezzare le spiagge libere con dei servizi, perché ad oggi non hanno risorse sufficiente per gestirle. Stanziando fondi a favore dei Comuni, sia per interventi strutturali come servizi igienici e docce, sia per la la manutenzione ordinaria come pulizia e guardianaggio, si possono garantire spiagge libere fruibili in sicurezza da tutti anche da chi non vuole andare in uno stabilimento balneare. Solo in questo modo si farebbero interventi a sostegno del turismo balneare e non mera propaganda, come sta facendo la Giunta Toti”.
“Se poi si vuole agevolare l’imprenditoria balneare le misure da mettere in campo sono altre, come snellire la normativa e la burocrazia: oggi mettere un chiringuito o qualsiasi altra struttura amovibile in spiaggia è un’impresa titanica quindi quello da fare sarebbe agevolare gli imprenditori semplificando le normative per svolgere la loro attività, non sistemare ombrelloni, lettini e sdraio anche sulle scogliere”, conclude Arboscello

Calca la mano il capogruppo regionale del M5S Fabio Tosi:“Dare in concessione le scogliere ai proprietari dei bagni privati è un’idea folle che penalizza i liguri. Comprendiamo che Toti non sia nato in questa regione e che non la conosca bene, ma segnaliamo al presidente che la Liguria non è l’Emilia-Romagna, come si può peraltro evincere dallo stato in cui versa la sanità pubblica ligure. Gli scogli, i moli, le dighe e i pennelli sono una risorsa libera preziosa, in una regione che ha oltre il 70% di occupazione del litorale da parte dei privati, nonostante il limite nazionale sia fissato al 60%. E lo sono soprattutto per chi non vuole o non può spendere 50 e passa euro per fare un bagno o prendere un po’ di sole”.
Aggiunge Tosi: “Questa misura, oltre che antidemocratica, antiestetica, foriera di incidenti e infortuni, è anche antieconomica. Gli scogli, infatti, sono anche un’importante risorsa sociale: pensiamo alle migliaia di pescatori, liguri e non che, già penalizzati dalle limitazioni post Covid, verranno estromessi e non potranno esercitare la loro passione, visto che gli spazi usuali saranno occupati”.
“Al netto delle storture future di questa norma, guardiamo al presente e poniamoci una domanda: nessuna ravvisa il rischio che questa iniziativa della Giunta metta in difficoltà un componente della stessa, che ha un’attività proprio a Santa Margherita Ligure e… in odore di scogliera? Chissà. Ma il tempo è galantuomo e presto scopriremo cosa si cela dietro questo articolo che, come M5S, non abbiamo votato favorevolmente”, conclude Tosi.

“Non togliamo spazio a nessuno, è una cosa non vera. – replica l’assessore regionale al Demanio marittimo Marco Scajola – Non sono nuove concessioni, ma spazi assegnati all’interno di concessioni già in essere che potranno essere utilizzati, creiamo una nuova opportunità e nel 2023 la Regione Liguria investirà 2 milioni per le spiagge libere”.