Maltempo, Federbalneari chiede stato di calamità naturale ed intervento urgente del Governo

6.000 km di coste italiane colpite da fenomeni climatici violenti. A rischio migliaia di imprese turistiche.

Circa 6.000 km di coste sono state colpite duramente dalle tempeste e marosi di questi giorni, con danni ingenti alle regioni costiere da nord a sud del paese ed alle imprese balneari e turistiche, continuamente esposte alla violenza dei fenomeni climatici. “Ci sono criticitàcostiere importanti, con scompensi alla linea di costa, dovuti ad eventi climatici aggressivi che stanno creando e continueranno a creare problemi sempre più diffusi al turismo balneare” spiega Marco Maurelli, Presidente di Federbalneari Italia, che chiede al Governo Meloni “lo stato di calamità naturale per tutte le regioni coinvolte, convinti che non sia possibile restare inerti di fronte ad un problema così grave. Non possiamo rimanere impantanati nel caos burocratico delle responsabilità” precisa il presidente Marco Maurelli.

Quanto accaduto nei giorni scorsi, e che si prevede possa ripetersi nel corso dell’inverno, “richiede un’ampia riflessione istituzionale, poiché lo Stato ha l’obbligo di mettere in sicurezza le coste del paese e consentire una fase programmatica che preveda tre percorsi: un intervento di somma urgenza, una programmazione di azioni basate su coefficienti di maggiori rischio ed un piano operativo di carattere pluriennale”, chiede Maurelli, che auspica la costituzione di una cabina di regia, in cui siano coinvolti Regioni e Ministero dell’Ambiente, a cui Federbalneari si propone di offrire la propria conoscenza del comparto e del tessuto turistico e produttivo delle fasce costiere.
“Con l’incertezza normativa attuale che riguarda le imprese balneari ed il disastro ambientale provocati dai fenomeni climatici, è necessario una riflessione attenta e veloce della politica sulla stabilizzazione del comparto turistico, perché rischiano di sparire le coste, ma anche le imprese del turismo” aggiunge Marco Maurelli, ricordando che “rischiamo di bloccare l’economia del mare, visto che il turismo delle nostre coste è il primo attrattore turistico del nostro paese, come testimoniano i flussi turistici e la scelta di circa i due terzi degli italiani, che la scorsa estate hanno scelto le vacanze in mare.

Tar Liguria accoglie ricorso, i Bagni Liggia ritornano a Claudio Galli

 

Il Tar della Liguria ha accolto ieri il ricorso dei Bagni Liggia che si erano visti negare dal Comune di Genova la proroga al 31 dicembre 2023 della durata della concessione demaniale marittima a seguito di una lunghissima vicenda che ha portato prima al sequestro della struttura, con l’accusa a Claudio Galli, titolare della medesima, di occupazione abusiva ex art. 1161 del Codice penale. In seguito, per riassumere la vicenda intricatissima, è stata approvata la legge sulla concorrenza, che ha portato la scadenza delle concessioni al 2023 (2024 in caso di contenziosi). Lo stabilimento Bagni Liggia è stato dissequestrato ed indetto un bando destinato ad associazioni no profit, vinto dall’Ospedale Gaslini. Ieri è stato scritto quello che dovrebbe essere il capitolo finale, che ha visto l’annullamento del provvedimento del Comune di Genova, che ne aveva negato la restituzione a Galli. Ora Palazzo Tursi dovrà procedere alla restituzione del compendio al suo legittimo titolare.

I giudici evidenziano che “va considerata la vorticosa produzione normativa in materia di durata delle concessioni demaniali marittime e del contrasto esegetico tra le massime autorità giurisdizionali dello Stato”, che ci auguriamo venga al più presto risolta in modo definitivo da ll’attuale Governo, per dare finalmente certezza ad una categoria fondamentale per l’economia nazionale.

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