GIUNTA DI ROMA CAPITALE APPROVA DELIBERA DI ADOZIONE PRELIMINARE PIANO UTILIZZAZIONE ARENILI DI ROMA

 

La Giunta di Roma Capitale ha approvato ieri la Delibera di adozione preliminare del Piano di Utilizzazione Arenili di Roma. Quello della Giunta è il primo passaggio nel percorso per arrivare all’approvazione del nuovo regolamento che permetterà la messa a gara delle concessioni ed il recupero del litorale. Il Piano, infatti, passerà ora dall’Assemblea Capitolina per poi essere sottoposto alla Valutazione ambientale strategica della Regione e ad un percorso partecipativo in cui saranno coinvolti cittadini, associazioni e imprenditori balneari.

Rispetto alla proposta della precedente Amministrazione Capitolina, con il nuovo PUA: viene eliminata la passeggiata lineare a ridosso del bagnasciuga, perché questa, seppur formalmente destinata al libero passaggio, impediva la reale fruizione di larghi tratti di arenile persino in prossimità delle spiagge libere, ad esempio con il divieto di posizionare asciugamani e sdraie; si riduce il numero degli edifici balneari da preservare per favorire un pieno recupero del litorale, mentre si prevede il recupero degli edifici vincolati che saranno liberamente accessibili; si impone un apposito disciplinare per garantire la qualità degli stabilimenti con vincoli prescrittivi su materiali, arredi, altezze; si introducono criteri per garantire la visibilità della linea di costa e la piena accessibilità al mare; si riducono le concessioni a 25 rendendo più omogenea la distribuzione della spiaggia libera anche nella parte urbanizzata del litorale.

Per quanto concerne la spiaggia libera, il PUA è pienamente conforme alle prescrizioni regionali, anzi le supera: non solo oltre il 50% del litorale è dedicato alle spiagge libere (con Castelporziano si arriva a circa il 65%) ma oltre un terzo di queste è previsto nell’area urbana. Inoltre anche nelle spiagge libere i concessionari dovranno garantire pulizia, servizi igienici e di salvataggio.

I varchi da lasciare liberi per l’accesso al litorale sono garantiti e hanno una distanza massima di 300 metri, con una ampiezza minima per l’accesso di 3 metri.

Rispetto alla proposta della precedente Amministrazione, il PUA prevede una consistente revisione del sistema di utilizzazione delle spiagge con l’introduzione di Sub-Ambiti di attuazione che oltre a favorire anche per le imprese medio piccole la partecipazione all’assegnazione, permette la ridistribuzione in modo regolare in tutto il litorale della libera fruizione di spiagge libere e spiagge libere con servizi.

Una particolare attenzione è infine riservata allo sviluppo sostenibile del turismo e all’accessibilità al mare per tutti. È prevista, infatti, la realizzazione di strutture balneari con ricorso a tecniche, anche sperimentali, di bioarchitettura e all’uso di materiali eco-compatibili, al fine di preservare l’ecosistema e l’abbattimento delle barriere architettoniche in ogni stabilimento, uno dei quali dovrà essere totalmente accessibile alle persone con disabilità più gravi, con passerelle in legno sia verso i servizi essenziali che verso la battigia e gli ombrelloni.

SIB: “LA PARTITA SULLE CONCESSIONI NON È FINITA”

Approvata in via definita la legge sulla concorrenza. Per i balneari “oltre a essere pasticciata e ingiusta, è anche incompleta e incostituzionale”.

 

Con 161 voti favorevoli, 21 contrari e 2 astensioni, l’aula del Senato ha approvato in via definitiva il 2 agosto scorso la Legge annuale per il Mercato e la Concorrenza 2021, che contiene la delega al Governo sulle concessioni balneari. Di conseguenza, le concessioni balneari dovranno essere messe a gara prima del 31 dicembre 2023, anche se “la presenza di un contenzioso” o “difficoltà oggettive legate all’espletamento” della gara stessa potranno essere considerate ragioni che impediscono la conclusione delle gare prima della data indicata. Le gare, comunque, non potranno essere concluse dopo il 31 dicembre 2024.

“Le dimissioni del Governo imponevano, come abbiamo ripetutamente chiesto, di stralciare questa problematica dal ddl concorrenza – ha dichiarato Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe/Confcommercio – anche perché non rientra nei poteri che la Costituzione riserva a un Parlamento che è stato sciolto”. Il Sib  ricorda infatti che la questione balneare è estranea al Pnrr, sul quale il Parlamento può continuare a legiferare, ed è quindi certo che la nuova legge sarà solo fonte di contenzioso, anche a livello costituzionale, se effettivamente applicata. Inoltre, “questa legge, nell’abrogare la legge Centinaio, si limita a delegare il Governo ad emanare decreti legislativi per disciplinare la materia. Per cui il processo legislativo è incompleto e non ancora definitivamente concluso”. “C’è la legge delega, ma senza i prescritti decreti legislativi la stessa è inefficace. In mancanza di questi decreti legislativi, infatti – ha spiegato il presidente del Sindacato – la legge decade”.

“Riteniamo comunque che questa legge non vada applicata, ma cambiata perché profondamente ingiusta e pasticciata – ha concluso Capacchione – per cui la ‘partita’ non è affatto finita. La lotta continua con forza e determinazione. Ricordo l’iniziativa sindacale già decisa dagli organismi dirigenti e discussa nelle assemblee del 30 maggio e dell’11 luglio scorso. Sarà una giornata di mobilitazione in cui divulgare le ragioni di una lotta per difendere il nostro lavoro e le nostre aziende salvaguardando un modello di balneazione attrezzata efficiente e di successo costruito in decenni di sacrifici e che costituisce un importante fattore di competitività del nostro Paese”.