Fitto verso la soluzione con l’UE, bandi e indennizzi

Nonostante la pausa ferragostana, il governo non può sottrarsi alle sfide imminenti di settembre. Tra queste, uno dei dossier più pressanti è quello delle concessioni balneari, che rischia di diventare una delle principali preoccupazioni per l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni già al rientro dalle ferie. Pur essendo solo una delle 70 procedure d’infrazione aperte dall’Unione Europea contro l’Italia (a fronte di una media UE di 59), questa è indubbiamente la più spinosa e potenzialmente dannosa per il governo.

Il Dossier Balneari

La questione delle concessioni balneari è in stallo da oltre 15 anni e sembra avviarsi verso un epilogo decisivo. L’Italia rischia di essere deferita alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per non aver rispettato le disposizioni della Direttiva Bolkestein sulla concorrenza, continuando a prorogare le concessioni invece di indire nuove gare pubbliche per l’assegnazione delle spiagge statali. Una condanna potrebbe comportare sanzioni annuali di decine di milioni di euro e un danno significativo alla reputazione e credibilità dell’Italia a livello europeo.

Meloni e Fitto in Cerca di una Soluzione

La premier Giorgia Meloni e il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, sono impegnati nella ricerca di una soluzione condivisa con l’Europa. L’obiettivo è scongiurare uno scontro con Bruxelles e proseguire nel dialogo costruttivo, che potrebbe anche aprire a Fitto la strada verso un ruolo di rilievo nella Commissione Europea. Bruxelles ha confermato di essere in contatto con Roma per discutere soluzioni possibili, in linea con l’approccio del ministro Fitto, che privilegia il confronto e il dialogo. ma che da sempre è stato favorevole alle gare. Fino a qualche mese fa il suo intervento in Senato poteva essere ascolato su Radio Radicale ma stranamente è stato cancellato. L’unica traccia rimasta si trova qui.

Il Decreto Salva-Infrazioni

Uno degli strumenti allo studio di Meloni e Fitto è un nuovo decreto Salva-Infrazioni, sul modello di quello approvato lo scorso anno. Questo decreto, in accordo con la Commissione Europea, dovrebbe contenere le misure necessarie a risolvere la questione delle concessioni balneari senza ulteriori proroghe, prevedendo però indennizzi per gli investimenti effettuati e, in alcuni casi specifici, un lieve rinvio delle gare per riassegnare le concessioni scadute a fine 2024.

Questa appare come l’ultima soluzione possibile per evitare che una nuova proroga conduca inevitabilmente l’Italia davanti alla Corte di Giustizia UE, con conseguenze politiche rilevanti sia a Bruxelles che in Italia, dove il Presidente Sergio Mattarella è poco incline a firmare un ulteriore rinvio.

Il governo è consapevole di trovarsi a un bivio. Sebbene alcuni membri della maggioranza preferiscano una linea più dura nei confronti dell’Europa, il ministro Fitto potrebbe essere contrario al punto da considerare un passo indietro. Convinto che il dialogo con la Commissione Europea sia l’unica strada percorribile, non solo per la questione delle concessioni balneari, Fitto continua a spingere per una soluzione condivisa. Resta comunque da capire come sia possibile che un ministro come Fitto, da sempre favorevole alle gare, abbia potuto rivestire l’incarico di mettere in sicurezza i balneari, e addirittura come possa essere indicato come futuro Commissario alla concorrenza.

De Pascale (PD): “Proporrò nuova legge regionale a tutela dei balneari”

“Se il Governo continuerà a essere latitante chiederò al consiglio regionale di intervenire con una legge a tutela del modello emiliano-romagnolo”

Sono ormai quindici anni – dichiara Michele de Pascale, candidato del Centrosinistra e Civici alla presidenza della Regione Emilia-Romagna – che a ogni tornata elettorale la destra promette agli operatori balneari che se vincerà le elezioni cambierà la direttiva Bolkestein facendo uscire il tema delle concessioni balneari dalla sua applicazione. Comprensibilmente, viste le preoccupazioni per il loro futuro, molti operatori all’inizio si sono fidati, ma dopo quindici anni di vane promesse non si fida quasi più nessuno”.

“Lo so bene perché è da quando ero consigliere comunale a Cervia nel 2009 che mi occupo del tema Bolkestein. Possono testimoniarlo gli operatori balneari romagnoli, che mi hanno sempre visto a tutte le loro assemblee e a tutte le loro iniziative, dove ho sempre detto con franchezza come vedevo le cose, senza mai prendere in giro nessuno – prosegue de Pascale – Diversamente da quanto hanno fatto di volta in volta la Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, compresa la stessa presidente del Consiglio Meloni che, lo ripeto, a ogni elezione hanno illuso gli operatori balneari dicendo loro di non preoccuparsi perché se avessero vinto avrebbero cambiato la Bolkestein facendo stralciare il tema delle concessioni demaniali dalla sua applicazione. Promesse che si sono sempre rivelate vane e alle quali gli operatori giustamente non credono più”.

“Preso atto che, a prescindere dalle opinioni il tema delle evidenze è ineludibile, da anni le richieste della maggior parte dei sindacati del settore e anche degli enti locali vanno in una direzione univoca: avere una legge che consenta di fare procedure pubbliche di assegnazione delle concessioni che tutelino il modello imprenditoriale emiliano-romagnolo, che non favoriscano speculatori, ma che consentano di lavorare sulla qualità dei servizi, sulla professionalità, sugli investimenti, la sicurezza della balneazione e la tutela ambientale; e inoltre di prevedere un equo indennizzo laddove un concessionario non dovesse vedersi riassegnata la concessione – sottolinea il sindaco ravennate – Questi sono i due punti di buon senso che dovevano già da tempo essere diventati realtà e che il Governo si rifiuta di affrontare per non dare la dimostrazione plastica delle bugie che la destra racconta da quindici anni”.

“L’Emilia-Romagna aveva già fatto una legge regionale con il presidente Errani che tutelava gli imprenditori balneari legando le concessioni agli investimenti. Questa legge fu impugnata dall’allora governo Berlusconi e purtroppo la Corte Costituzionale ha sempre avuto un orientamento univoco sul fatto che questa materia deve essere normata a livella nazionale. Ma se il Governo continuerà a non fare nulla mettendo a rischio gli imprenditori e costringendo gli enti locali a fare gare frettolose che stravolgono il modello emiliano-romagnolo e che non prevedono indennizzi – conclude de Pascale – proporrò al consiglio regionale dell’Emilia-Romagna di normare nuovamente questo aspetto e vedremo se il Governo impugnerà nuovamente la norma o almeno consentirà, in mancanza di una sua azione, alle Regioni di poter tutelare il proprio modello turistico”.