“Non è riuscita la mafia a far chiudere le aziende balneari, ci riesce lo Stato e l’europa”

𝑳𝒂 𝒄𝒐𝒏𝒄𝒐𝒓𝒓𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒆 𝒄𝒓𝒆𝒂𝒓𝒆, 𝒏𝒐𝒏 𝒆̀ 𝒅𝒊𝒔𝒕𝒓𝒖𝒈𝒈𝒆𝒓𝒆 𝒆 𝒇𝒂𝒓 𝒄𝒉𝒊𝒖𝒅𝒆𝒓𝒆 𝒊𝒎𝒑𝒓𝒆𝒔𝒆 𝒔𝒂𝒏𝒆, 𝒑𝒆𝒓 𝒔𝒐𝒔𝒕𝒊𝒕𝒖𝒊𝒓𝒍𝒆 𝒅𝒂 𝒄𝒉𝒊𝒔𝒔𝒂̀ 𝒄𝒉𝒊, 𝒕𝒐𝒈𝒍𝒊𝒆𝒏𝒅𝒐 𝒊𝒍 𝒍𝒂𝒗𝒐𝒓𝒐 𝒂 𝒄𝒉𝒊 𝒍𝒂 𝒄𝒓𝒆𝒂𝒕𝒐 𝒆 𝒗𝒂𝒍𝒐𝒓𝒊𝒛𝒛𝒂𝒕𝒐.

𝐈𝐥 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐬𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 𝐞𝐮𝐫𝐨𝐩𝐞𝐨 𝐧𝐨𝐧’𝐞̀ 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐬𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐚𝐬𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐨, 𝐞̀ 𝐮𝐧 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐬𝐭𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐮𝐩𝐩𝐨𝐧𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐥𝐞𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐨𝐫𝐫𝐞𝐧𝐳𝐚, 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐥𝐚𝐝𝐝𝐨𝐯𝐞 𝐥𝐞𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐜𝐨𝐫𝐫𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐜’𝐞̀, 𝐧𝐨𝐧 𝐜’𝐞̀ 𝐧𝐞𝐩𝐩𝐮𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐨𝐛𝐥𝐞𝐦𝐚 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐬𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐢𝐥 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 𝐞𝐮𝐫𝐨𝐩𝐞𝐨.

𝗜 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝗰𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝗱𝘂𝗻𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗽𝗹𝗲𝗻𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗼, 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗻𝘂𝗻𝗰𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝗲𝗻𝘂𝗻𝗰𝗶𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗽𝗿𝗶𝗻𝗰𝗶𝗽𝗶 𝗱𝗶 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼, 𝗼𝗹𝘁𝗿𝗲 𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘀𝘂𝗺𝗮𝗿𝗲 𝗶 𝗰𝗼𝗻𝗻𝗼𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗼 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗼, 𝗮𝗰𝗰𝗮𝗻𝘁𝗼𝗻𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗲 𝗿𝗲𝗴𝗼𝗹𝗲 𝗱𝗶 𝗹𝗲𝗴𝗴𝗲, 𝗮 𝗳𝗼𝗿𝗺𝘂𝗹𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗿𝗲𝗴𝗼𝗹𝗮 𝗮𝘀𝘀𝗼𝗹𝘂𝘁𝗮, 𝗴𝗲𝗻𝗲𝗿𝗮𝗹𝗲 𝗲𝗱 𝗮𝘀𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝗮, 𝗰𝗵𝗲 𝗲̀ 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗶𝗼̀ 𝗰𝗵𝗲 𝗵𝗮 𝗱𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗹𝗮 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗺𝗼 𝗶𝗺𝗽𝗿𝗲𝘀𝗮 (𝗟𝗮 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗣𝗿𝗼𝗺𝗼 𝗜𝗺𝗽𝗿𝗲𝘀𝗮, 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗿𝗶𝗻𝗴𝗲 𝗮𝗱 𝘂𝗻 𝗰𝗿𝗶𝘁𝗲𝗿𝗶𝗼 𝗰𝗮𝘀𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗼, 𝗰𝗵𝗲 𝗲𝘀𝗰𝗹𝘂𝗱𝗲 𝗹𝗮 𝗿𝗲𝗴𝗼𝗹𝗮 𝘂𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗲𝗱 𝗮𝘀𝘀𝗼𝗹𝘂𝘁𝗮), 𝗲 𝗽𝗿𝗲𝘁𝗲𝗻𝗱𝗲𝗻𝗱𝗼 𝗱𝗶 𝗮𝘀𝘀𝗼𝗴𝗴𝗲𝘁𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗹𝗲𝗴𝗶𝘀𝗹𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗮 𝘀𝗲́, 𝘃𝗶𝗻𝗰𝗼𝗹𝗮𝗻𝗱𝗼𝗹𝗼 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗽𝗿𝗼 𝗳𝘂𝘁𝘂𝗿𝗼 𝗲 𝗮 𝗱𝗲𝘁𝘁𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗿𝗶𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮 𝗮 𝗿𝗶𝗺𝗲 𝗯𝗮𝗰𝗶𝗮𝘁𝗲 (𝗰𝗼𝗻𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝘁𝗲).

𝑼𝒏 𝒃𝒖𝒐𝒏 𝒄𝒉𝒊𝒓𝒖𝒓𝒈𝒐 𝒑𝒓𝒊𝒎𝒂 𝒇𝒂 𝒖𝒏𝒂 𝒕𝒂𝒄, 𝒉𝒐 𝒖𝒏𝒂 𝒓𝒊𝒔𝒐𝒏𝒂𝒏𝒛𝒂 (𝒎𝒂𝒑𝒑𝒂𝒕𝒖𝒓𝒂, 𝒆𝒄𝒄. 𝒆𝒄𝒄.) 𝒑𝒐𝒊 𝒄𝒐𝒏 𝒄𝒖𝒓𝒂 𝒄𝒆𝒓𝒕𝒐𝒔𝒊𝒏𝒂 𝒂𝒇𝒇𝒐𝒏𝒅𝒂 𝒊 𝒔𝒖𝒐𝒊 𝒃𝒊𝒔𝒕𝒖𝒓𝒊 !! 𝑸𝒖𝒂 𝒊𝒏𝒗𝒆𝒄𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒃𝒊𝒔𝒕𝒖𝒓𝒊, 𝒉𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒖𝒔𝒂𝒕𝒐 𝒊𝒍 𝑴𝑨𝑪𝑬𝑻𝑬 !!

In riferimento alla pronuncia di enunciazione di principi di diritto (dell’adunanza plenaria del consiglio di stato), tuttavia io credo che questa tesi di queste pronunce, incontra in ogni caso un limite, laddove la questione di massima, non sia una questione di massima declinata in astratto, ma come nel caso di specie la questione di massima sia declinata in realtà in concreto, cioè la questione di massima non è una questione di massima,sembra una questione di massima, è sicuramente una questione di straordinaria importanza, ma non è una questione di massima, è una miriade di singole questioni individuali, cioè di tutti i titolari di concessioni balneari prorogate per legge che vengono investiti da una decisione che li veda estranei, e qui veniamo ad un’altro punto delicato della pronuncia sempre partendo dalla sua coda, la lettera A del dispositivo dopo il P.Q.M. Lettera A dichiara inammissibile gli interventi ed estromette dal giudizio, e ce una lunga, eh elenco di associazioni, stazioni balneari, lidi, bagnini e quant’altro. Ora nella parte iniziale della pronuncia, nell’incipit della parte del diritto, si spiega, perché questi signori sono estranei dalla controversia, perché non hanno nessuna posizione relativa alla questione controversa che ha originato la controversia, e anzi sono titolari di interessi propri in altri giudizi,

𝙋𝙚𝙧𝙤̀ 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙤 𝙘𝙞𝙤̀, 𝙨𝙚 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙤 𝙘𝙞𝙤̀ 𝙚 𝙫𝙚𝙧𝙤, 𝙚𝙙 𝙚̀ 𝙫𝙚𝙧𝙤, 𝙚 𝙖𝙡𝙩𝙧𝙚𝙨𝙞̀ 𝙫𝙚𝙧𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙡𝙖 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙨𝙞 𝙙𝙞𝙨𝙘𝙪𝙩𝙚𝙫𝙖 𝙞𝙣 𝙦𝙪𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙙𝙪𝙚 𝙫𝙞𝙘𝙚𝙣𝙙𝙚, 𝙣𝙤𝙣 𝙚𝙧𝙖 𝙪𝙣𝙖 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙞 𝙢𝙖𝙨𝙨𝙞𝙢𝙖 𝙖𝙨𝙩𝙧𝙖𝙩𝙩𝙖, 𝙚𝙧𝙖 𝙪𝙣𝙖 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙞 𝙢𝙖𝙨𝙨𝙞𝙢𝙖 𝙩𝙖𝙡𝙢𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙘𝙤𝙣𝙘𝙧𝙚𝙩𝙖 𝙘𝙝𝙚 𝙫𝙞 𝙚𝙧𝙖𝙣𝙤 𝙙𝙚𝙞 𝙩𝙞𝙩𝙤𝙡𝙖𝙧𝙞 𝙙𝙞 𝙨𝙞𝙩𝙪𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙞 𝙜𝙞𝙪𝙧𝙞𝙙𝙞𝙘𝙝𝙚 𝙨𝙤𝙜𝙜𝙚𝙩𝙩𝙞𝙫𝙚, 𝙘𝙤𝙞𝙣𝙫𝙤𝙡𝙩𝙞 𝙙𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙞 𝙢𝙖𝙨𝙨𝙞𝙢𝙖, 𝙘𝙝𝙚 𝙣𝙤𝙣 𝙝𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙥𝙤𝙩𝙪𝙩𝙤 𝙞𝙣𝙩𝙚𝙧𝙡𝙤𝙦𝙪𝙞𝙧𝙚 𝙞𝙣 𝙜𝙞𝙪𝙙𝙞𝙯𝙞𝙤 𝙚 𝙩𝙪𝙩𝙚𝙡𝙖𝙧𝙚 𝙡𝙚 𝙡𝙤𝙧𝙤 𝙧𝙖𝙜𝙞𝙤𝙣𝙞 𝙣𝙚𝙡𝙡’𝙖𝙜𝙤𝙣𝙚 𝙥𝙧𝙤𝙘𝙚𝙨𝙨𝙪𝙖𝙡𝙚, 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙨𝙚𝙘𝙤𝙣𝙙𝙤 𝙢𝙚, 𝙚 𝙞𝙡 𝙫𝙚𝙧𝙤 𝙡𝙞𝙢𝙞𝙩𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙞 𝙢𝙖𝙨𝙨𝙞𝙢𝙖.

𝙀 𝙞𝙡 𝙡𝙞𝙢𝙞𝙩𝙚 𝙞𝙤 𝙘𝙧𝙚𝙙𝙤, 𝙙𝙞 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙖 𝙛𝙪𝙣𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙚̀ 𝙘𝙤𝙢𝙪𝙣𝙦𝙪𝙚 𝙙𝙖𝙩𝙤 𝙙𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙩𝙪𝙩𝙚𝙡𝙖 𝙙𝙚𝙞 𝙛𝙤𝙣𝙙𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙖𝙡𝙞 𝙙𝙞𝙧𝙞𝙩𝙩𝙞 𝙘𝙤𝙨𝙩𝙞𝙩𝙪𝙯𝙞𝙤𝙣𝙖𝙡𝙞 𝙙𝙚𝙡 𝙜𝙞𝙪𝙨𝙩𝙤 𝙥𝙧𝙤𝙘𝙚𝙨𝙨𝙤 𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙥𝙤𝙨𝙨𝙞𝙗𝙞𝙡𝙞𝙩𝙖̀ 𝙤 𝙙𝙚𝙡 𝙧𝙞𝙨𝙘𝙝𝙞𝙤 𝙙𝙖 𝙚𝙫𝙞𝙩𝙖𝙧𝙨𝙞, 𝙘𝙝𝙚 𝙡𝙖 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙞 𝙢𝙖𝙨𝙨𝙞𝙢𝙖 𝙧𝙞𝙙𝙤𝙣𝙙𝙞 𝙞𝙣 𝙫𝙞𝙤𝙡𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙚𝙡 𝙙𝙞𝙧𝙞𝙩𝙩𝙤 𝙙𝙞 𝙙𝙞𝙛𝙚𝙨𝙖, 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙩𝙪𝙩𝙚𝙡𝙖 𝙙𝙚𝙡 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙧𝙖𝙙𝙙𝙞𝙩𝙩𝙤𝙧𝙞𝙤 𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙨𝙩𝙚𝙨𝙨𝙖 𝙣𝙚𝙜𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡’𝙚𝙨𝙚𝙧𝙘𝙞𝙯𝙞𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙛𝙪𝙣𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙜𝙞𝙪𝙧𝙞𝙨𝙙𝙞𝙯𝙞𝙤𝙣𝙖𝙡𝙚 𝙥𝙧𝙤 𝙛𝙪𝙩𝙪𝙧𝙤, 𝙘𝙞𝙤𝙚̀ 𝙡𝙖 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙞 𝙢𝙖𝙨𝙨𝙞𝙢𝙖 𝙣𝙤𝙣 𝙨𝙚𝙧𝙫𝙚 𝙖 𝙥𝙧𝙚𝙘𝙡𝙪𝙙𝙚𝙧𝙚 𝙛𝙪𝙩𝙪𝙧𝙚 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙧𝙤𝙫𝙚𝙧𝙨𝙞𝙚 𝙤 𝙖 𝙙𝙚𝙘𝙞𝙙𝙚𝙧𝙡𝙚 𝙞𝙣 𝙖𝙣𝙩𝙞𝙘𝙞𝙥𝙤, 𝙚𝙙 𝙚̀ 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙞𝙡 𝙧𝙞𝙨𝙘𝙝𝙞𝙤 𝙙𝙞 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙚 𝙙𝙪𝙚 𝙥𝙧𝙤𝙣𝙪𝙣𝙘𝙞𝙚, 𝙘𝙞𝙤𝙚̀ 𝙙𝙞 𝙙𝙚𝙘𝙞𝙙𝙚𝙧𝙚 𝙞𝙣 𝙖𝙣𝙩𝙞𝙘𝙞𝙥𝙤 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙧𝙤𝙫𝙚𝙧𝙨𝙞𝙚 𝙛𝙪𝙩𝙪𝙧𝙚.

E la portata che dell’accertamento dell’obbligo di disapplicazione come di un accertamento generalizzato a tutte le concessioni demaniali, questo accertamento io credo sia un accertamento che va molto al di là di quello che in realtà il Consiglio di Stato poteva fare nel sua nel suo approfondimento in quella sede, ma non per una questione di poteri dell’adunanza plenaria sia chiara, ma per, in ragione di materiale diciamo probatorio e per gli elementi di fatto che erano prodotti innanzi a lui, c’è un assunto secondo me non completamente condivisibile nelle pronunce della plenaria, e della sostanziale omogeneità di tutte le concessioni demaniali prorogate, cioè per chi assume che la concessione demaniale il Demanio marittimo balneare sia eguale lungo tutta la Costa Italica dalla Calabria, fino alla Toscana, ora questa idea cioè che tutti i tratti di spiaggia della penisola abbiano lo stesso valore lo stesso pregio la stessa contendibilità di mercato e quindi determino tutte allo stesso effetto di contrasto nella proroga generalizzata ex lege, io credo questo, credo che non sia proprio vero in fatto, è che credo che il Consiglio di Stato non avesse gli elementi in fatto, per poter valutare.

𝙄𝙣𝙤𝙡𝙩𝙧𝙚, 𝙡𝙖 𝙘𝙤𝙨𝙖 𝙘𝙝𝙚 𝙖𝙨𝙨𝙤𝙢𝙞𝙜𝙡𝙞𝙖 𝙙𝙞 𝙥𝙞𝙪̀ 𝙪𝙣𝙖 𝙘𝙤𝙣𝙘𝙚𝙨𝙨𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙚𝙢𝙖𝙣𝙞𝙖𝙡𝙚 𝙚𝙨𝙥𝙧𝙚𝙨𝙨𝙖 𝙣𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙗𝙤𝙡𝙠𝙚𝙨𝙩𝙚𝙞𝙣, 𝙨𝙩𝙖 𝙣𝙚𝙡𝙡’𝙪𝙨𝙤 𝙚 𝙨𝙫𝙞𝙡𝙪𝙥𝙥𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙩𝙚𝙧𝙧𝙚, 𝙡i 𝙩𝙧𝙤𝙫𝙞𝙖𝙢𝙤 nel 𝙘𝙤𝙣𝙨𝙞𝙙𝙚𝙧𝙖𝙣𝙙𝙤 9 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙙𝙞𝙧𝙚𝙩𝙩𝙞𝙫𝙖 𝘽𝙤𝙡𝙠𝙚𝙨𝙩𝙚𝙞𝙣, 𝙙𝙤𝙫𝙚 𝙙𝙞𝙘𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙖 𝙙𝙞𝙧𝙚𝙩𝙩𝙞𝙫𝙖 𝙣𝙤𝙣 𝙨𝙞 𝙖𝙥𝙥𝙡𝙞𝙘𝙖 𝙖𝙡𝙡’𝙪𝙨𝙤 𝙚 𝙨𝙫𝙞𝙡𝙪𝙥𝙥𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙩𝙚𝙧𝙧𝙚. 𝙋𝙤𝙞, 5 𝙤𝙗𝙞𝙚𝙩𝙩𝙞𝙫𝙞, 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙙𝙞𝙘𝙚 𝙞𝙡 𝙘𝙤𝙣𝙨𝙞𝙙𝙚𝙧𝙖𝙣𝙙𝙤 1 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙙𝙞𝙧𝙚𝙩𝙩𝙞𝙫𝙖 𝙗𝙤𝙡𝙠𝙚𝙨𝙩𝙚𝙞𝙣, 𝙨𝙞 𝙥𝙤𝙨𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙧𝙞𝙖𝙨𝙨𝙪𝙢𝙚𝙧𝙚 𝙞𝙣 𝙪𝙣𝙤, 𝙘𝙝𝙚 è 𝙡𝙖 𝙘𝙤𝙚𝙨𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙨𝙤𝙘𝙞𝙖𝙡𝙚, 𝙢𝙖 𝙜𝙡𝙞 𝙤𝙗𝙞𝙚𝙩𝙩𝙞𝙫𝙞 𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙖𝙥𝙥𝙪𝙣𝙩𝙤 𝙘𝙧𝙚𝙨𝙘𝙞𝙩𝙖 𝙙𝙞 𝙣𝙪𝙤𝙫𝙞 𝙥𝙤𝙨𝙩𝙞 𝙙𝙞 𝙡𝙖𝙫𝙤𝙧𝙤, 𝙦𝙪𝙞𝙣𝙙𝙞 𝙖𝙥𝙚𝙧𝙩𝙪𝙧𝙖 𝙙𝙞 𝙣𝙪𝙤𝙫𝙚 𝙖𝙯𝙞𝙚𝙣𝙙𝙚 (𝙞𝙢𝙥𝙧𝙚𝙨𝙚), 𝙘𝙧𝙚𝙖𝙧𝙚 𝙪𝙣 𝙪𝙣’𝙚𝙘𝙤𝙣𝙤𝙢𝙞𝙖 𝙚𝙦𝙪𝙞𝙡𝙞𝙗𝙧𝙖𝙩𝙖 𝙚 𝙙𝙪𝙧𝙖𝙩𝙪𝙧𝙖 𝙚 𝙨𝙤𝙥𝙧𝙖𝙩𝙩𝙪𝙩𝙩𝙤 𝙖𝙪𝙢𝙚𝙣𝙩𝙖𝙧𝙚 𝙡𝙖 𝙘𝙤𝙢𝙥𝙚𝙩𝙞𝙩𝙞𝙫𝙞𝙩𝙖̀ 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙞𝙢𝙥𝙧𝙚𝙨𝙚 𝙚𝙨𝙞𝙨𝙩𝙚𝙣𝙩𝙞, 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙧𝙞𝙘𝙝𝙞𝙖𝙢𝙖 𝙡𝙖 𝙘𝙤𝙚𝙨𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙨𝙤𝙘𝙞𝙖𝙡𝙚, 𝙞𝙡 𝙥𝙧𝙚𝙖𝙢𝙗𝙤𝙡𝙤 𝙙𝙚𝙡 𝙩𝙧𝙖𝙩𝙩𝙖𝙩𝙤 𝙚𝙪𝙧𝙤𝙥𝙚𝙤, 𝙞𝙡 𝙢𝙤𝙩𝙞𝙫𝙤 𝙥𝙚𝙧 𝙘𝙪𝙞 𝙨𝙞 𝙚̀ 𝙛𝙤𝙣𝙙𝙖𝙩𝙤 𝙞𝙡 𝙩𝙧𝙖𝙩𝙩𝙖𝙩𝙤 𝙚𝙪𝙧𝙤𝙥𝙚𝙤, 𝙡𝙖 𝙘𝙤𝙚𝙨𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙨𝙤𝙘𝙞𝙖𝙡𝙚 𝙡𝙚𝙜𝙜𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙡’𝙖𝙧𝙩𝙞𝙘𝙤𝙡𝙤 158 𝙏𝘾𝙀 𝙚 (174 𝙏𝙁𝙐𝙀) 𝙙𝙚𝙡 𝙩𝙧𝙖𝙩𝙩𝙖𝙩𝙤, 𝙙𝙞𝙘𝙚 𝙪𝙣𝙖 𝙘𝙤𝙨𝙖 𝙨𝙚𝙢𝙥𝙡𝙞𝙘𝙞𝙨𝙨𝙞𝙢𝙖 𝙞𝙣 𝙙𝙪𝙚 𝙧𝙞𝙜𝙝𝙚, 𝙙𝙞𝙘𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙡𝙖 𝙘𝙤𝙢𝙪𝙣𝙞𝙩𝙖̀ 𝙚𝙪𝙧𝙤𝙥𝙚𝙖 𝙨𝙞 𝙖𝙙𝙤𝙥𝙚𝙧𝙖 𝙥𝙚𝙧 𝙖𝙧𝙧𝙞𝙫𝙖𝙧𝙚 𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙘𝙤𝙚𝙨𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙨𝙤𝙘𝙞𝙖𝙡𝙚 𝙞𝙣𝙩𝙚𝙨𝙖 𝙖 𝙘𝙧𝙚𝙖𝙧𝙚 𝙧𝙞𝙘𝙘𝙝𝙚𝙯𝙯𝙖 𝙙𝙤𝙫𝙚 𝙘𝙞 𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙖𝙧𝙚𝙚 𝙙𝙞 𝙥𝙤𝙫𝙚𝙧𝙩𝙖̀, 𝙚 𝙥𝙤𝙧𝙩𝙖𝙧𝙚 𝙞𝙡 𝙥𝙧𝙤𝙙𝙤𝙩𝙩𝙤 𝙞𝙣𝙩𝙚𝙧𝙣𝙤 𝙡𝙤𝙧𝙙𝙤 𝙙𝙞 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙚 𝙖𝙧𝙚𝙚, 𝙖𝙡 𝙥𝙖𝙧𝙞 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙖𝙧𝙚𝙚 𝙧𝙞𝙘𝙘𝙝𝙚 𝙙𝙚𝙡 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙞𝙣𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙚𝙪𝙧𝙤𝙥𝙚𝙤, 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙡𝙤 𝙙𝙞𝙘𝙚 𝙡’𝙖𝙧𝙩𝙞𝙘𝙤𝙡𝙤 1 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙙𝙞𝙧𝙚𝙩𝙩𝙞𝙫𝙖 𝘽𝙤𝙡𝙠𝙚𝙨𝙩𝙚𝙞𝙣 𝙦𝙪𝙞𝙣𝙙𝙞 𝙘𝙤𝙨𝙖 𝙫𝙪𝙤𝙡 𝙙𝙞𝙧𝙚 𝙫𝙪𝙤𝙡 𝙙𝙞𝙧𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙖𝙪𝙨𝙥𝙞𝙘𝙖 𝙡𝙖 𝙡’𝙖𝙪𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙧𝙞𝙘𝙘𝙝𝙚𝙯𝙯𝙖 𝙦𝙪𝙞𝙣𝙙𝙞 𝙡’𝙖𝙥𝙚𝙧𝙩𝙪𝙧𝙖 𝙙𝙞 𝙣𝙪𝙤𝙫𝙚 𝙖𝙯𝙞𝙚𝙣𝙙𝙚 𝙚 𝙦𝙪𝙞𝙣𝙙𝙞 𝙘𝙤𝙣 𝙡’𝙖𝙥𝙚𝙧𝙩𝙪𝙧𝙖 𝙙𝙞 𝙣𝙪𝙤𝙫𝙚 𝙖𝙯𝙞𝙚𝙣𝙙𝙚 𝙖𝙣𝙘𝙝𝙚 𝙡’𝙖𝙨𝙨𝙪𝙣𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙞 𝙣𝙪𝙤𝙫𝙞 𝙙𝙞𝙥𝙚𝙣𝙙𝙚𝙣𝙩𝙞 𝙣𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙖𝙧𝙚𝙚 𝙙𝙚𝙥𝙧𝙚𝙨𝙨𝙚 𝙙𝙚𝙡 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙞𝙣𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙚𝙪𝙧𝙤𝙥𝙚𝙤.

La Bolkestein dice, bisogna creare un nuovo lavoro e nuove imprese, a queste nuove imprese diamo il titolo autorizzatorio illimitato articolo 11, non lo dico io, lo dice l’articolo 11 della Bolkestein (che è la regola all’interno della direttiva bolkestein), poi ce l’eccezione, tant’è che l’articolo 12 incomincia con QUALORA, dice Qualora ci sia scarsità delle risorse naturali (si applicano evidenze pubbliche imparziali e trasparenti). Quindi se la direttiva Bolkestein è applicata correttamente, dice di lasciare il lavoro chi ce l’ha, quindi alle imprese esistenti, e di crearne nuovo, così facendo si crea concorrenza, perché dall’articolo 101 al 110 del trattato, dice che la concorrenza si crea aprendo nuove imprese.

La parola concessione demaniale non c’è in tutta la direttiva e tutto il trattato europeo, questo lo chiariamo tantomeno nell’articolo 12, e non parla nemmeno (in nessun modo) di canoni irrisori per le concessioni demaniali, e di gare ad asta, con il canone demaniale come principio di comparazione (nel rialzo del canone come criterio di aggiudicazione) della gara, ecc. ecc.

𝘾𝙤𝙣𝙘𝙡𝙪𝙙𝙤, 𝙢𝙖 𝙘𝙞 𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙖𝙡𝙩𝙧𝙞 𝙚𝙡𝙚𝙢𝙚𝙣𝙩𝙞 𝙘𝙝𝙚 𝙢𝙞 𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙧𝙞𝙨𝙚𝙧𝙫𝙖𝙩𝙤, 𝙙𝙖𝙫𝙫𝙚𝙧𝙤 𝙖𝙗𝙚𝙧𝙧𝙖𝙣𝙩𝙞, 𝙣𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙥𝙧𝙤𝙣𝙪𝙣𝙘𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡’𝙖𝙙𝙪𝙣𝙖𝙣𝙯𝙖 𝙥𝙡𝙚𝙣𝙖𝙧𝙞𝙖 𝙙𝙚𝙡 𝙘𝙤𝙣𝙨𝙞𝙜𝙡𝙞𝙤 𝙙𝙞 𝙨𝙩𝙖𝙩𝙤, 𝙚 𝙨𝙪𝙡𝙡𝙖 𝙘𝙡𝙖𝙨𝙨𝙚 𝙥𝙤𝙡𝙞𝙩𝙞𝙘𝙖 𝙚 𝙙𝙞𝙧𝙞𝙜𝙚𝙣𝙩𝙚, 𝙘𝙝𝙚 𝙤𝙧𝙢𝙖𝙞 𝙝𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙥𝙤𝙧𝙩𝙖𝙩𝙤 (𝙩𝙧𝙖𝙘𝙘𝙞𝙖𝙩𝙤 𝙡𝙖 𝙨𝙩𝙧𝙖𝙙𝙖) 𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙙𝙚𝙧𝙞𝙫𝙖 𝙡𝙖 𝙣𝙤𝙨𝙩𝙧𝙖 𝙧𝙚𝙥𝙪𝙗𝙗𝙡𝙞𝙘𝙖, 𝙢𝙖 𝙖𝙣𝙘𝙝𝙚 𝙙𝙞 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙖 𝙪𝙣𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙚𝙪𝙧𝙤𝙥𝙚𝙖 𝙖𝙛𝙛𝙖𝙧𝙞𝙨𝙩𝙞𝙘𝙖 𝙨𝙥𝙚𝙘𝙪𝙡𝙖𝙩𝙞𝙫𝙖, 𝙘𝙝𝙚 𝙙𝙞𝙨𝙩𝙧𝙪𝙜𝙜𝙚 𝙚 𝙘𝙖𝙡𝙥𝙚𝙨𝙩𝙖 𝙞 𝙙𝙞𝙧𝙞𝙩𝙩𝙞 𝙙𝙞 𝙫𝙞𝙫𝙚𝙧𝙚 𝙙𝙞𝙜𝙣𝙞𝙩𝙤𝙨𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙚, 𝙖𝙡 𝙡𝙖𝙫𝙤𝙧𝙤, 𝙙𝙞 𝙪𝙜𝙪𝙖𝙜𝙡𝙞𝙖𝙣𝙯𝙖, 𝙙𝙞 𝙧𝙚𝙘𝙞𝙥𝙧𝙤𝙘𝙞𝙩𝙖̀, 𝙚𝙘𝙘., 𝙙𝙚𝙞 𝙘𝙞𝙩𝙩𝙖𝙙𝙞𝙣𝙞 𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙥𝙞𝙘𝙘𝙤𝙡𝙚 𝙚 𝙢𝙞𝙘𝙧𝙤 𝙞𝙢𝙥𝙧𝙚𝙨𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡’𝙞𝙩𝙖𝙡𝙞𝙖, 𝙣𝙚𝙞 𝙘𝙤𝙣𝙛𝙧𝙤𝙣𝙩𝙞 𝙙𝙞 𝙖𝙡𝙩𝙧𝙞 𝙨𝙩𝙖𝙩𝙞 𝙢𝙚𝙢𝙗𝙧𝙞!!

Balneari, Gasparri: “Pronti a metterci di traverso in Parlamento se le regole non saranno eque”

 

“Non consentiremo scelte normative che mettano a rischio di cancellazione questa risorsa italiana”. Così il responsabile nazionale del settore Enti locali di Forza Italia, Maurizio Gasparri, ha sottolineato la continuità del suo “impegno a fianco dei balneari” per difendere “l’economia reale del Paese”.


Il senatore azzurro, nel corso della sua visita di oggi nella sede genovese del partito per incontrare e sostenere i candidati in lizza per le amministrative del 12 giugno, ha poi ricordato che “la norma sulle aste si deve fare per fronteggiare i rischi giudiziari che le procure, che la Cassazione, che il Consiglio di Stato hanno manifestato, ma bisogna anche tutelare le imprese familiari, bisogna tutelare le imprese che esistono da più anni, bisogna evitare ogni rischio di colonizzazione“.

Poi sulla scadenza al 2023 che pende sui Comuni ha detto che “non è un tempo congruo” perchè “non c’è ancora un’indicazione nazionale” che stabilisca delle regole per le gare. Su questo è stato irremovibile: “Calma e sangue freddo – ha detto-. Se si dovesse arrivare a delle evidenze non si può prescindere dalla tutela del valore delle imprese, che quindi diventa anche tutela della continuità delle aziende esistenti, del loro passato e del loro futuro. Perché i mutui, gli investimenti, le esposizioni bancarie, sono realtà che gravano per anni su queste famiglie”. E annunciando battaglia, ha assicurato: “Noi ci metteremo di traverso in Parlamento se le norme non saranno eque”.