Assobalneari si appella alla Corte di giustizia per legittimare la proroga delle concessioni al 2033

 

Fabrizio Licordari, in nome e per conto di Assobalneari Italia, unitamente ad un gruppo di titolari di concessione demaniale marittima, ha presentato il 17 Marzo u.s. al Consiglio di Stato un intervento finalizzato ad ottenere una decisione che confermi la sentenza emessa dal TAR per la Puglia, con la quale è stata dichiarata la legittimità della proroga del termine di scadenza delle concessioni fino al 31 Dicembre 2033 chiedendo di sollevare la questione innanzi alla Corte di Giustizia Europea.

L’obiettivo di Assobalneari rimane comunque quello di escludere le concessioni demaniali marittime dalla Direttiva Bolkestein e di impedire che le imprese balneari vengano espropriate attraverso la procedura delle aste.

La sentenza del Consiglio di Stato, emessa in data 9 Novembre 2021, che impone le gare e legittima le aste, distrugge il sistema turistico balneare, demolisce gli interessi nazionali, azzera il valore commerciale delle aziende, blocca tutti gli investimenti e getta nella disperazione e nella incertezza migliaia di famiglie.

La sentenza del Consiglio di Stato, dove è prevalsa più la ragione politica che quella giuridica, è stata accolta dal Governo, con grande soddisfazione, per imporre l’adeguamento della normativa nazionale alla Direttiva Bolkestein.

Infatti il Governo si è mosso immediatamente, pur in assenza di una decisione definitiva del Consiglio di Stato, per sostenere la necessità di approvare una legge delega, tale da consentire l’emanazione di decreti delegati in assenza di un confronto approfondito e puntuale con il Parlamento.

Il Governo ha dimostrato ancora una volta di non voler difendere il sistema turistico nazionale dagli assalti dei predatori di turno ed ha confermato la sua totale sudditanza ad una Europa che ha trovato, in larga parte del Governo, un valido alleato.

Assobalneari invita tutti i concessionari a non indietreggiare rispetto alla decisione di uscire dalla Direttiva Bolkestein e a non farsi irretire da soluzioni suicide sostenute da chi vuole accettare la direttiva comunitaria con la promessa di accompagnare tale accettazione con strumenti che dovrebbero attenuare, falsamente, le conseguenze drammatiche delle aste.

Paci: “Sindaco e giunta si rifiutano di mandare un messaggi a Roma contro la Bolkestein”

 

“La mozione che ho presentato – si legge nella nota stampa – si rivolgeva soprattutto al sindaco e alla giunta e li invitava a far pervenire un messaggio al governo, a Roma, un messaggio finalmente a sostegno di tutte quelle famiglie che hanno investito in un’attività che da tutt’ora lustro e ricchezza alla nostra terra. La riforma della legislazione sulle concessioni balneari è un processo che l’Italia può affrontare in completa autonomia in quanto nessuna delle condizioni contenute nella direttiva Bolkestein sono applicabili alla gestione delle concessioni.

Lo stato italiano, con un emendamento del 15 febbraio 2022, approvato all’unanimità dal consiglio dei ministri, mette a serio rischio la sopravvivenza di circa 30mila aziende, principalmente a carattere familiare, operanti nel settore delle concessioni demaniali marittime, molte di queste in Versilia ed a Viareggio.

Nel nostro paese è da tanto che si discute sulla direttiva Bolkestein, si discute e basta, intanto in altri paesi, come Francia, Spagna e Portogallo le concessioni vengono prorogate ignorando l’applicazione della direttiva del 2006. Lo stesso Bolkestein in un intervento dell’aprile 2018 a Roma, in un’iniziativa degli operatori degli stabilimenti balneari chiarì la questione dicendo apertamente che: “La direttiva (Bolkestein) non si applicava agli stabilimenti balneari, poiché le concessioni balneari sono beni e non servizi”.

Mi domando se  proprio ora, in questo preciso momento storico, pervaso dall’incertezza dovuta alla pandemia e dalla tragica realtà della guerra, fosse necessario minare la sicurezza di migliaia di aziende del settore turistico.

Se lo stato italiano vuole cambiare qualcosa, perché qualcosa va cambiato, allora deve parlarne prima di tutto insieme alle categorie interessate, che in questo caso sono state ignorate, bisogna fare una legge organica su tutta la penisola per la regolamentazione di questa categoria, dove venga stabilito in primis che la Bolkestein non è applicabile alle concessioni demaniali.

I rappresentanti istituzionali dei comuni costieri devono farsi portavoce di coloro che hanno investito e lavorato per  fare la storia di questi comuni e posto le fondamenta per la nascita del nome della Versilia e di Viareggio, proprio in questa città fu aperto il primo stabilimento balneare nel 1827.

Per questo chiedevo che il sindaco e la giunta si facessero portavoce di questa categoria e di questo messaggio a Roma, presso il governo centrale, una responsabilità, che, vista come è andata la votazione nell’ultimo consiglio comunale, non si sono voluti assumere.”