Balneari Sardi in allarme per l’approvazione della riforma Draghi dal Governo

In Sardegna tremano i titolari delle 1.200 concessioni balneari presenti lungo i 1.897 chilometri di coste dell’isola, dopo che ieri è stato approvato all’unanimità in Consiglio dei ministri un emendamento al Dl Concorrenza e un disegno di legge che prevede una delega al governo per l’adozione, entro sei mesi, di uno o più decreti legislativi per semplificare la disciplina sulle concessioni demaniali per finalità turistico-ricreative.

“Non siamo contenti – spiega Claudio Maurelli, presidente di Federbalneari Sardegna – stiamo sensibilizzando tutti i parlamentari sardi per la presentazione di un emendamento che modifichi il testo della bozza approvata dal governo”. In particolare, secondo Federbalneari, serve prima di tutto la mappatura di tutte le concessioni sarde, che avrebbero delle specificità rispetto a quelle delle altre regioni italiane: “Intanto sono concessioni piccole, con una grandezza media di 600 metri quadrati: più della metà arrivano a 200 metri quadrati, le restanti variano tra i 500 e i 2.000, e soltanto il 2 per cento è composto da concessioni pertinenziali, con strutture non amovibili”, sottolinea Maurelli. Inoltre si tratta di bassi fatturati e la norma inserita dal governo che lega le concessioni agli investimenti in Sardegna è problematica.

Federbalneari, in accordo con la Regione, punta intanto alla realizzazione di una mappatura di tutte le concessioni, anche quelle che riguardano mari e fiumi, per poi valutare il da farsi. Le associazioni sono in costante contatto in queste ore con l’assessore regionale degli Enti locali Quirico Sanna che segue l’evoluzione della situazione, ma alcuni non perdono le speranze di veder modificato nel passaggio parlamentare il testo.
“Siamo ancora alla fase della proposta e abbiamo una bozza di riforma, ora si apriranno i tavoli, soprattutto quello tra Stato e Regioni, per discutere delle singole misure”, sottolinea Claudio Del Giudice, presidente del Sia, Sindacato dei balneari. “La direttiva Bolkestein (da cui sono partite le procedure di infrazione e sono scaturite le sentenze della Cassazione ndr) è un’aberrazione, il nostro settore non doveva essere nemmeno inserito”, aggiunge.

Il Sib non boccia la procedura di evidenza pubblica, “ma ci devono essere delle premialità per chi ha investito e ogni giorno si occupa della pulizia e della bonifica delle spiagge, servizi che non vengono mai tenuti in considerazione quando si parla di noi gestori – sottolinea Del Giudice – oltre che un tempo congruo al rientro degli investimenti, si pensi che in Spagna e Portogallo le concessioni durano 75 anni per le leggi che gli Stati hanno fatto a tutela delle imprese e che l’Italia invece non ha mai fatto”.

Balneari, Gasparri: FI sarà decisiva in Parlamento per tutela aziende

“Forza Italia ha una precisa agenda sulla questione delle imprese balneari. In primo luogo dobbiamo ricordare a tutti che si discuterà della questione nell’ambito di un disegno di legge sulla concorrenza all’esame delle commissioni del Senato. Non si tratta quindi di un decreto che entra immediatamente in vigore ed abbiamo quindi tutto il tempo per discutere di questa materia. Si potranno presentare emendamenti e si potrà procedere ad un ampio confronto, in primo luogo ascoltando le categorie, con le quali il governo non ha avuto un esaustivo e adeguato confronto sul testo che è stato proposto. Ci dovranno essere delle rinnovate ampie audizioni per ascoltare i vari punti di vista e decidere in quale direzione muoversi.
C’è in primo luogo da completare la verifica su un punto preliminare: le spiagge sono una risorsa scarsa o no? Si è già visto che migliaia e migliaia di chilometri di coste consentirebbero l’avvio di nuove attività e quindi non è vero che siamo di fronte a una risorsa scarsa da regolamentare in maniera rigida. Ciò emergerà ancora con più chiarezza nella ampia e libera discussione parlamentare.
Occorre poi un’attenta riflessione per contrastare il rischio di colonizzazione estera da parte di multinazionali o di autentici speculatori e dovrà altresì essere contrastato il rischio di infiltrazioni criminali e di attività di riciclaggio. Le imprese balneari italiane sono un’eccellenza del nostro Paese, che non può essere né svenduta né messa nelle mani di organizzazioni criminali.
Forza Italia poi chiederà un raffronto in commissione tra la legislazione in vigore in Italia, quella ipotizzata e quella vigente in altri paesi e si constaterà come in Spagna, in Portogallo e altrove ci sono previsioni molto apprezzabili, che l’Europa considera evidentemente compatibili con le proprie direttive. C’è poi da sottolineare che talune direttive si devono applicare ai servizi e non ai beni e quindi c’è molto da chiarire sulla loro vigenza per il settore balneare.
Il fatto che si debba discutere di questa questione nell’ambito di un disegno di legge e non in un decreto fa anche capire che non ci potrà essere la fiducia e che la discussione sarà come ho già rilevato libera. Il disegno di legge contiene 32 articoli e quindi se ci fossero forzature è evidente che il disegno di legge non andrebbe avanti. Noi vogliamo evitare una pioggia di emendamenti su questo e su altri punti sulla legge della concorrenza, ma ciò  dipenderà dal confronto che si svilupperà e dal recepimento di istanze per noi essenziali. Tra queste la tutela al valore delle imprese, la tutela degli investimenti, il rispetto per chi ha contratto mutui pluridecennali, la continuità delle aziende, la tutela delle aziende familiari. Alcune di queste cose sono già contenute nell’emendamento che è stato discusso a Palazzo Chigi, ma altre non ci sono e ci dovranno necessariamente essere. Pure in un quadro condizionato da sentenze e opinioni dell’Unione Europea, Forza Italia svolgerà, come sempre, un ruolo decisivo a tutela delle imprese balneari e del turismo. Le decisioni verranno assunte nel Parlamento non in altri palazzi e non c’è nessuna possibilità impositiva da parte del governo”. Lo dichiara il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri

Roma 16 febbraio 2022