FASSINA (LEU): PREOCCUPANTE BOZZA IN CDM

 
“Leggeremo il testo definitivo dell’emendamento per le concessioni BALNEARI che uscirà dal Consiglio dei Ministri, ma ora la preoccupazione è grande. Dalle anticipazioni, sembra vi siano importanti passi avanti rispetto all’attuazione ‘pura’ del meccanismo del bando. Ma è l’ambito di applicazione del meccanismo da limitare: ha senso per le concessioni revocate o aggiuntive. Invece, applicato in via ordinaria e generalizzata, penalizza le imprese a gestione familiare e le imprese più piccole, nonostante i correttivi previsti. Destabilizza attività imprenditoriali avviate e scarica la pressione competitiva sul lavoro. La discontinuità nella gestione della concessione non è un bene in sé e non è condizione necessaria per alzare i canoni o per intervenire sulle irregolarità e sui reati commessi da qualche concessionario.
 
Riformare le regole per le concessioni è giusto e urgente, ma riformare non implica necessariamente doversi allineare ai principi della Direttiva Bolkestein: una Direttiva sbagliata che ha alimentato la concorrenza tra ordinamenti di welfare e
condizioni del lavoro, non tra aziende, e determinato svalutazione del lavoro, senza significativi miglioramenti per i consumatori. Va cambiata, come è stata cambiata la Direttiva sui lavoratori dislocati: i principi dei Trattati non hanno una unica modalità di attuazione. Nel frattempo, si può procedere a rinnovi condizionati, come avvenuto per il commercio ambulante”.

Balneari, Gasparri: leggeremo emendamento ma deciderà Parlamento

 

“Leggeremo il testo dell’emendamento del governo sulle concessioni balneari nella sua versione finale. Ma come abbiamo sempre detto, consapevoli delle sentenze italiane e dei pensieri europei, affronteremo con piena coerenza il dibattito in parlamento, unica sede decisionale. Quello del governo è un emendamento non un editto, una proposta, non un comandamento. Difesa delle imprese italiane, no a colonizzazioni straniere e a infiltrazioni criminali, regole e paletti ben chiari a tutela di aziende e famiglie. Nessun vincolo se non quello di garantire il lavoro italiano. I testi che contano sono quelli che scriveremo non certo altri. Decide il parlamento. Il resto non conta”.