Ramberti si aggiudica il Sett D’Or 2021 con E-RIC premiata per la prima volta un’ azienda italiana

LA FRANCIA RICONOSCE LE QUALITA’ INNOVATIVE DI E-RIC E PER LA PRIMA VOLTA PREMIA UNA AZIENDA ITALIANA: RAMBERTI 

Si è svolta ieri la cerimonia di premiazione per il SETT d’OR, un riconoscimento all’innovazione assegnato in occasione del Salon SETT di Montpellier. Cinque le categorie per i “trofei dell’innovazione” 2021. Per la prima volta, tra i vincitori c’è anche un’azienda italiana: Ramberti. L’azienda di Santarcangelo di Romagna si è aggiudicata il SETT d’OR con un gazebo a cui possono essere aggiunti moduli fotovoltaici pieghevoli e modulabili per produrre energia destinata poi a ricaricare bici elettriche e dispositivi elettronici

Viene realizzato da NEWPV Srl, start-up del gruppo Ramberti, nata nel 2020 dall’incontro tra alcuni ricercatori del CNR-IMEM di Parma che operano da decenni nel settore delle green energy e Ramberti Srl, leader italiano nel settore delle attrezzature balneari e dell’arredamento outdoor.

L’obiettivo di NewPV è di portare energia dove non c’è, progettando e realizzando sistemi che combinano pannelli fotovoltaici semi-flessibili, leggeri e totalmente integrati con una parte di elettronica/accumulo, ottimizzata sulla base delle esigenze dei Clienti

Un’importante premio che riconferma la direzione innovativa che da sempre contraddistingue Ramberti group.

Antonio Capacchione (Sib): Sbatti il mostro in prima pagina

“Quando l’ironia è a servizio dei potenti contro i lavoratori”

E’ a tutti evidente che è in corso una campagna mediatica contro i balneari italiani accusati di pagare poco allo Stato e di guadagnare tantissimo. Si stanno utilizzando dati diffusi da Legambiente che sono fuorvianti e falsi e sui quali ci riserviamo ogni azione anche in sede giudiziaria.
In questa campagna di stampa calunniosa che solletica furbescamente l’odio e l’invidia sociale si è accodato da ultimo Crozza che nella scorsa puntata del suo spettacolo ha ironizzato sui presunti canoni bassi; la cementificazione della costa e l’assenza di spiagge libere. Ha riferito del canone e delle tariffe di un albergo superlusso della Sardegna dotato di servizio di spiaggia; parlato di un bagno in cemento della sua Genova; mostrato l’immagine di una spiaggia densamente attrezzata con ombrelloni e lettini per concludere con la solita macchietta di Briatore.
Al di là dei dati sbagliati forniti (il canone minimo non può essere inferiore a 2500,00 euro; il gettito complessivo di 108,milioni non contiene quello pagato alle Regioni a statuto speciale né le addizionali anche del 100% in più versato alle Regioni e ai Comuni) sono i balneari che chiedono una revisione dei criteri di determinazione dei canoni perché ingiusti: c’è chi paga tantissimo e chi pochissimo.
La cementificazione della costa riguarda la realizzazione di lottizzazioni abitative e villaggi turistici piuttosto che i chioschetti dei balneari. Il 60 per cento del demanio (il 91 per cento in Puglia; i dati sono quelli ufficiali della Regione) è privo di concessioni balneari e la presunta carenza di spiagge libere deriva dalla impossibilità della loro fruizione per la retrostante proprietà privata. Su questo è’ doveroso discutere e confrontarsi con serietà sulla base di dati corretti evitando generalizzazioni infamanti e arbitrarie.
I canoni non sono bassi per tutti i concessionari (ci sono canoni demaniali in molti casi per decine e centinaia di migliaia di euro) così come le tariffe non sono alte dappertutto (generalmente non superano 15,00/20,00 euro giornalieri per una postazione completa). E’ profondamente ingiusto aver descritto i balneari italiani come nababbi, evasori e cementificatori. Aver dato il volto di Briatore alle decine di migliaia di onesti lavoratori prima ancora che sbagliato è profondamente offensivo.
Prima di abbandonarsi a queste accuse infamanti avrebbe dovuto far riflettere Crozza e i suoi autori la circostanza che il primo a scagliarsi contro i balneari lo scorso 23 settembre scorso sia stato Bonomi – il capo degli industriali italiani – e che la “punta di diamante” di questa vergognosa campagna di stampa sia, da mesi, il quotidiano della Confindustria. Potrebbe essere istruttivo per Crozza vedere, se non l’ha visto o se lo ha dimenticato, il bel film degli anni settanta “Sbatti il mostro in prima pagina” di Marco Bellocchio con il grande e indimenticabile Gian Maria Volontè.
Si potrebbe ironizzare osservando: Legambiente e Confindustria uniti nella lotta! Ma il tentativo in atto di espellere migliaia di famiglie dal settore privandole del loro lavoro e delle loro aziende è troppo serio e grave per riderci sopra.
In questo caso Crozza non ha fatto ridere ma semplicemente piangere nel vedere come sia facile diventare, si sarebbe detto una volta dalle mie parti, non tanto il “compagno che sbaglia” ma semplicemente il “servo sciocco dei padroni”!