FEDERBALNEARI ITALIA: CHIEDIAMO AL GOVERNO DRAGHI DI PROCEDERE SUBITO ALLA RIFORMA DEL SISTEMA TURISTICO BALNEARE, IL CUI VALORE E’ STIMATO IN OLTRE 26 MILIARDI ANNUI

MAURELLI: “CONSIGLIO DI STATO FACCIA CHIAREZZA E DETTI L’AGENDA DELLA RIFORMA ESCLUSIVAMENTE SOTTO IL PROFILO AMMINISTRATIVO”

Roma, 22 ottobre – Quella del settore balneare è una riforma non più rimandabile prima che l’intero comparto economico turistico subisca modelli estranei alle proprie dinamiche economiche ed indifferenti ai principi dell’ordinamento italiano. Per questo in attesa del Parere del Consiglio di Stato chiamato a pronunciarsi in merito all’applicazione della legge 145/2018 che ha disposto il prolungamento al 2033 della validità delle concessioni demaniali marittime su cui insistono i circa diecimila stabilimenti balneari italiani e che non arriverà prima di 2 mesi, Federbalneari Italia lancia un appello al Governo Draghi.

In attesa della sentenza si tratta di decidere sul futuro e sul valore dell’economia del turismo italiana, stimato in oltre 26 miliardi di euro annui– spiega il Presidente di Federbalneari Italia, Marco Maurelli – L’unico comparto che ha retto nella Blue Economy è quello balneare, soprattutto nell’ultimo biennio. Riteniamo, quindi, che non sia il caso di rompere gli equilibri di un modello che tiene portando discriminazione e incertezza nel settore. Temi, questi, che rischiano di continuare a prevalere ancora una volta”.

E’ il momento giusto, invece, per dare seguito ai DPCM attuativi contenuti nella legge 145/2018 dando un segnale alla Corte di Giustizia europea che, probabilmente, sarà chiamata ad esprimersi sulla norma. La politica sia consapevole del proprio ruolo e governi la fase di rilancio tutelando le imprese, vero fiore all’occhiello dell’economia turistica italiana. Riteniamo, infatti, che il Consiglio di stato debba far chiarezza e dettare l’Agenda della Riforma esclusivamente sotto il profilo amministrativo.  Ci appelliamo al Governo Draghi: è necessario applicare subito la legge 145/2018 che contiene tutti i cardini per riformare un settore fondamentale per la nostra economia. Chediamo, inoltre, che si avvii subito un Tavolo Tecnico per la ricognizione dei beni demaniali, fase attuativa della legge.

Questo è il momento per dare una svolta confermando la fase transitoria puntando ad un riordino ragionevole del settore nel rispetto della normativa italiana e degli investimenti del Sistema turistico balneare italiano, procedendo ad una riforma mai attuata finora, seppur prevista ed attesa da oltre 12 anni” conclude Maurelli.

Capacchione (SIB): la “questione balneare” non sia risolta dai giudici ma dal Governo e dal Parlamento.

Nella foto il collegio difensivo presenti l’avv. Danilo Lorenzo, Pozzi, Frandi, Capacchione

“La legge 145/2018 è conforme al diritto europeo e comunque l’eventuale sua disapplicazione non spetta né
alla Pubblica amministrazione e neppure ai Giudici Ordinari”.

Nella seduta odierna del Consiglio di Stato, il SIB è stato presente in persona del suo Presidente Nazionale Antonio Capacchione e del Presidente Regionale Toscana Stefania Frandi, entrambi avvocati con patrocinio presso le Giurisdizioni Superiori. In sede di discussione non ci si è limitati ad un riferimento alle proprie memorie già depositate ma si è approfonditamente argomentato sulle ragioni giuridiche che vantano i balneari italiani.
La discussione è stata arricchita anche dagli interventi, univoci e coerenti fra loro, di tutti gli avvocati incaricati della difesa dei concessionari.

La nostra partecipazione personale e diretta ha contribuito a dimostrare e sottolineare alla Corte la rilevanza nazionale della futura decisione sul destino delle decine di migliaia di famiglie che rappresentiamo. Si è, quindi, potuto portare all’attenzione dell’Adunanza Plenaria l’inapplicabilità della cd Direttiva Servizi perché non selfexecutive; l’assenza del presupposto della “scarsità di risorsa”; la necessità dell’esistenza, “caso per caso”, della rilevanza transfrontaliera; la doverosità della tutela del legittimo affidamento e del valore aziendale proprio in ossequio della giurisprudenza unionale; la competenza della Corte Costituzionale nell’ipotesi di una eventuale disapplicazione della legge 145/2018, e così via.
In definitiva tutte le molteplici e note argomentazioni giuridiche. Il Consiglio di Stato, il cui Presidente Patroni Griffi ha diretto con competenza ed attenzione la discussione, ha infine riservato le cause per la decisione, che sarà depositata nelle prossime settimane.

Non si esclude che la questione sia rimessa alla Corte Costituzionale stante le possibili conseguenze penali e di lesioni dei diritti fondamentali, come il diritto di proprietà di una eventuale disapplicazione della norma nazionale in favore di quella europea.
Così come è anche possibile la rimessione alla Corte di Giustizia su una serie di questioni: dall’estraneità al Trattato Europeo di una armonizzazione in materia di turismo alla lesione del diritto di proprietà aziendale del concessionario o anche su altri aspetti specifici come l’assenza di una definizione europea del presupposto della “scarsità di risorsa”.
Siamo fiduciosi ancorché convinti che la “questione balneare” non debba essere risolta dai giudici ma dal Governo e dal Parlamento attraverso i quali si esplica la sovranità.
Ci auguriamo e ci stiamo adoperando affinché queste Istituzioni si assumano per intero la responsabilità di tutelare le 30.000 aziendale balneari e, con essi, salvaguardare un pezzo importante dell’economia e della storia del nostro Paese.