Cassazione, anche cabine amovibili soggette a imu

Le strutture precarie e amovibili degli stabilimenti balneari sono soggette al pagamento dell’IMU. Questo recente orientamento giurisprudenziale della Cassazione ha un impatto significativo su molti stabilimenti balneari e strutture ricettive, che ora devono considerare queste costruzioni nel calcolo dell’acconto IMU 2024, proprio all’inizio della stagione estiva.

La questione riguarda i fabbricati privi di strutture murarie e amovibili, come cabine, bagni rimuovibili e gazebo. La Cassazione, con le decisioni n. 7769/2023 e n. 12638/2024, ha stabilito che le strutture realizzate dal concessionario per offrire servizi balneari, anche se precarie e amovibili, hanno comunque una capacità reddituale e sono rilevanti ai fini dell’imposizione fiscale in quanto unità accatastabili.

L’articolo 2 del DM 2 gennaio 1998 considera unità immobiliari anche le costruzioni ancorate o fisse al suolo, di qualunque materiale costituite, così come gli edifici sospesi o galleggianti, stabilmente assicurati al suolo, purché risultino verificate le condizioni funzionali e reddituali. Anche i manufatti prefabbricati, ancorché semplicemente appoggiati al suolo, sono considerati unità immobiliari se stabili nel tempo e presentano autonomia funzionale e reddituale.

Secondo la Cassazione, la precarietà della struttura non ne esclude la rilevanza ai fini IMU. È indifferente la loro eventuale rimozione provvisoria, poiché ciò che conta è la possibilità di costruire e mantenere una struttura. L’eventuale rimozione provvisoria di una struttura precaria e amovibile non esclude la possibilità della sua ricollocazione e, quindi, è irrilevante ai fini dell’IMU, a differenza di una rimozione definitiva che sfocia in una variazione catastale.

Inoltre, secondo l’orientamento giurisprudenziale, sono soggette al pagamento dell’imposta anche le aree scoperte indispensabili al concessionario per lo svolgimento della sua attività, in quanto considerate autonome unità immobiliari potenzialmente produttive di reddito (Cassazione n. 10031/2017). La precarietà della struttura e la stagionalità dell’attività possono essere dedotte in sede di determinazione della rendita catastale.

In definitiva, le strutture precarie e amovibili degli stabilimenti balneari devono essere incluse nel calcolo dell’IMU. La Cassazione conferma che, dal punto di vista tributario, ciò che conta è la possibilità di mantenere una struttura, indipendentemente dalla sua precarietà o dalla possibilità di rimozione temporanea. Questo orientamento impone ai concessionari di considerare tutte le strutture utilizzate nell’ambito della loro attività nel calcolo dell’imposta, contribuendo a una maggiore chiarezza e uniformità nella tassazione del settore balneare.

Balneari: Sib, Antonio Capacchione confermato presidente

Antonio Capacchione, 65 anni, imprenditore pugliese di Margherita di Savoia, è stato riconfermato alla presidenza del S.I.B. Sindacato Italiano Balneari Fipe/Confcommercio per il quinquennio 2024-2029.

“Il rinnovo delle cariche sociali del Sindacato, nell’assetto organizzativo dettato dal nuovo Statuto, è avvenuto nel segno della continuità sindacale – ha dichiarato Capacchione.

Il nostro obiettivo rimane la tutela delle aziende attualmente operanti e la salvaguardia di un modello di balneazione attrezzata efficiente e di successo che il mondo ci invidia.

Un rinnovato impegno per una legge che superi l’attuale caos amministrativo fornendo un quadro di certezze agli operatori pubblici e privati. Una legge che, quindi, applichi correttamente la direttiva Bolkestein, così come chiarito dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea. Il presupposto per la messa a gara delle concessioni demaniali marittime vigenti è la verifica della scarsità della risorsa demanio: cioè se c’è o meno l’impossibilità del rilascio di nuove concessioni demaniali. Più concorrenza significa più aziende, non sostituire i titolari di quelle esistenti, con la conseguenza, certa, di un incremento delle tariffe senza aumentare le spiagge libere. Serve una riforma che superi le attuali criticità come canoni ingiusti, per cui c’è chi paga troppo e chi troppo poco. Canoni versati allo Stato mentre le funzioni amministrative sono esercitate dai Comuni bisognosi di risorse per migliorare i servizi, soprattutto, nelle spiagge libere. Superare un trattamento fiscale nel complesso vessatorio con l’aliquota IVA più alta d’Europa. Semplificare gli adempimenti amministrativi che, attualmente, penalizzano e ostacolano gli investimenti”.