“Se un grande scultore acquista una tonnellata di bronzo la paga circa 6mila euro, afferma Andrea Fidanzi, . Poi esegue disegni, bozzetti, calchi. Alla fine, fonde il bronzo e ne ricava una scultura dal valore elevatissimo, magari qualche milione di euro. Non per questo cambia la quotazione del bronzo, perché è chiaro che il valore dell’opera in questo caso risiede nelle capacità dello scultore e non nel materiale che compone la scultura. Analogo ragionamento dovrebbe essere fatto per i balneari. L’impresa prende in affitto dallo Stato un pezzo di spiaggia, il bronzo, e lo trasforma secondo un progetto, crea su di esso un’attività imprenditoriale la cui riuscita dipende dalle sue capacità, dai suoi investimenti e dalle sue strategie. Dopo anni di lavoro, a volte una o due generazioni, e dopo importanti investimenti, l’impresa assume un valore di qualche milione di euro. Se esiste una norma che, per tutelare la concorrenza, prevede che il pezzo di spiaggia venga messo a gara, dovrebbe essere palese che il legittimo proprietario dell’impresa, l’artista che l’ha costruita, fatta crescere e mantenuta negli anni, debba ricevere un adeguato indennizzo qualora la dovesse perdere. E questo per il semplice motivo che, chi subentra, non prende in mano un semplice pezzo di spiaggia, ma un’impresa avviata: l’opera d’arte finita”.
“È altrettanto evidente – prosegue Fidanzi – che, dovendo ipotizzare un’assegnazione di porzioni di spiaggia basandosi su evidenze pubbliche, non si può non tenere conto delle capacità imprenditoriali e delle esperienze maturate in precedenza nel settore specifico, ovvero delle ‘capacità artistiche dello scultore cui si affida il pezzo di bronzo’. E su queste capacità, sulla voglia di crescere e sull’entusiasmo di questi imprenditori si appoggia un settore strategico della nostra economia.”
“Confartigianato Imprese Demaniali lancia un messaggio preciso – conclude Fidanzi – Da troppi anni si rimbalza la soluzione del problema dei balneari, si fa un passo avanti e si torna indietro. È di pochi giorni fa la lettera di alcuni Comuni che preannunciava la scadenza delle concessioni e l’incameramento di alcune strutture da parte dello Stato. Poi la smentita dell’Agenzia del Demanio. Sembra il gioco dell’oca. Solo che questo non è un gioco, è una realtà preoccupante e piena di incertezze. E non riguarda solo i balneari, riguarda il futuro del comparto turistico di settore. Un comparto che porta lavoro e benessere in molti dei nostri comuni. Confartigianato auspica quindi che il Governo dia una risposta rapida e chiara su un problema complesso e articolato. Un problema che prevede un’attenta analisi, nel rispetto delle normative, dei vari portatori di interesse e dei vari punti di vista. Ma che alla fine deve avere una soluzione chiara e certa, che consenta agli imprenditori di organizzarsi, di continuare ad investire e a crescere e che permetta al nostro comparto turistico di mantenersi forte e competitivo nell’interesse dell’intera collettività”