“Alla fine sembra il gioco dell’oca, e si è ritornati al via. Sulle concessioni demaniali le gare pubbliche si faranno, con gli indennizzi a carico di chi subentra, come previsto dal ddl Concorrenza del 2022. Se tutto va bene però solo a partire dal 2028. Un’ulteriore proroga che danneggia tutti: in primis il settore, destinato a un triennio pieno di paralisi degli investimenti, poi lo Stato, che per altri tre anni incasserà canoni miseri, infine i turisti, alla prese con un’offerta che non migliorerà. Il gioco è chiaro: il governo ha deciso di buttare la palla in tribuna e guadagnare altro tempo: a fine 2027, del resto, questo governo non sarà più in carica. Tutto questo con il placet dell’Ue tanto rivendicato da Fitto: sarebbe interessante capire cosa ha barattato con Bruxelles l’ormai ex ministro per ottenere questa exit strategy molto poco assennata.
L’obiettivo di imbonirsi le associazioni di categoria da parte di Meloni non sembra centrato, viste le proteste che si susseguono da stamattina. Come M5s riteniamo che il procrastinare un epilogo ormai ineluttabile danneggia il turismo italiano, non aiuta chi vuole investire e non libera nuove risorse per dare nuova linfa al comparto. Insomma, una non soluzione disastrosa, in pieno stile Meloni”. Così in una nota il sen. Mario Turco, vicepresidente e coordinatore del comitato Economia-Imprese del M5s, e il capogruppo M5s in comm. Finanze al Senato Marco Croatti.