Sciogliere il nodo della mappatura delle spiagge per poi preparare un dl ad hoc, servirsi dei decreti attuativi oppure di un provvedimento in arrivo in Parlamento per il riordino del settore. Il governo, secondo quanto si apprende, nei giorni scorsi ha fissato le tempistiche per definire una strategia sul dossier delle concessioni balneari. La prima questione sul tavolo della premier Meloni che ha partecipato ad alcune riunioni sul dossier e’ legata alla raccolta delle informazioni necessarie per poi andare a trattare con l’Europa.
La decisione che sarebbe stata presa e’ quella di affidare la delega non ad un politico ma ad un alto ‘ufficiale’ dello Stato, ovvero ad una figura tecnica che dovra’ verificare a chi tocca gestire la mappatura, se per esempio al ministero delle Infrastrutture o quello del Mare. Spetterebbe al demanio ma sono emerse le difficolta’ in merito, spiega una fonte informata.
“Anche utilizzando i droni c’e’ poi il problema di come mettere a confronto i dati con quelli delle amministrazioni pubbliche”, viene riferito. In ogni caso l’operazione “trasparenza” della mappatura delle spiagge per avere un quadro chiaro di fatto non sarebbe ancora partita. E al momento non e’ stato convocato un tavolo con le associazioni. La maggioranza che ha fatto sponda ai balneari insiste sulla tesi della scarsita’ della risorsa naturale disponibile. Il termine fissato e’ quello del 27 luglio ma l’obiettivo dell’esecutivo e’ quello di accelerare.
L’esecutivo e’ comunque ad un bivio: deve decidere se puntare all’avvio delle gare con dei ‘paletti’ (tesi prevalente) per salvaguardare chi ha fatto in passato degli investimenti (uno dei ‘veicoli’ in quel caso potrebbe anche essere il ddl concorrenza che arrivera’ in Consiglio dei ministri martedi’) o se chiedere all’Europa piu’ tempo per la mappatura; se scegliere la linea del doppio ‘binario’, ovvero considerare come spartiacque l’entrata in vigore della “direttiva Bolkenstein”, oppure trovare un’altra soluzione che venga incontro ai ‘desiderata’ di Bruxelles che si sta confrontando con il governo su dossier come il Pnrr, il patto di stabilita’ e la questione migranti. Sara’ dunque fondamentale l’interlocuzione con l’Europa. Il Consiglio di Stato ha gia’ dichiarato illegittima la proroga delle concessioni balneari al 2024 inserita nel dl Milleproroghe. Da qui la necessita’ di un
provvedimento di riordino del settore, anche alla luce dell’invito ad intervenire arrivato dal presidente della Repubblica Mattarella, del no dell’Europa alla proroga delle concessioni e in vista del pronunciamento della Corte europea digiustizia fissata per il 20 aprile. La Corte Ue in una sentenza del 16 marzo si e’ pronunciata sul settore del gioco d’azzardo ma non sulle concessioni balneari. Ma il fronte della maggioranza che sostiene che non bisogna applicare la Bolkestein non intende cedere. “E’ in Parlamento – la tesi sempre ricorrente – che si fanno le leggi”.
C’e’ poi anche il nodo della ratifica del Mes a far fibrillare la maggioranza. “Il tema della riforma e in particolare il suo utilizzo come common backstop al fondo di risoluzione unico dovrebbe essere inquadrato nell’ambito delle discussioni in corso sulla capital markets union e sull’unione bancaria”, ha sottolineato oggi il ministro dell’Economia Giorgetti. “E’ nell’ambito di una complessiva e articolata riconfigurazione degli strumenti in grado di salvaguardare il mercato comune dalle turbolenze dei mercati finanziari che dovra’ aver luogo il dibattito, anche parlamentare, sulla ratifica delle modifiche al trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilita’”.
Parole accolte con favore dal Terzo Polo che spinge per la ratifica. “Se interpreto bene la sua risposta sibillina capisco che ratificherete il meccanismo di stabilita’. E me ne compiaccio”, la risposta del senatore di Azione-Iv Scalfarotto, nella replica al responsabile di via XX settembre durante il Question time in Senato. “Giorgetti ha praticamente ammesso che lo ratificheranno”, dice pure la presidente del gruppo Paita. “Se il governo vuole ratificare il Mes lo dovra’ fare da solo”,
osserva un ‘big’ della Lega. E forte resistenze permangono anche in Fratelli d’Italia. “Per me – dice un esponente di Fdi – vale quello che ha detto il presidente del Consiglio Meloni durante le comunicazioni alla Camera, sul resto si vedra’”. Al momento il voto in Commissione Affari esteri a Montecitorio sulla pdl di ratifica del Pd e’ stato rinviato. (AGI)Gil