“Il governo Draghi deve mobilitarsi per riaprire un negozionato sulla Bolkestein, la cui applicazione su balneari, commercio ambulante e guide turistiche, è frutto di una lettura sbagliata della direttiva. Lo stesso Bolkestein, padre della direttiva, ha garantito che quando parlava di liberalizzazione dei servizi non pensava certo ai balneari, la cui attività non rientra nei servizi ma nella gestione del demanio.
La stessa cosa per le guide turistiche, che in Italia sono un’eccellenza. Nel recepimento della direttiva sono rientrate nel comparto dei servizi, mentre in realtà fanno parte del comparto professione. Per questo chiediamo che Draghi, la cui autorevolezza al livello internazionale è fuori discussione, espunga alcuni settore dalla direttiva sulla scia di altre Nazioni europee che non la applicano senza alcuna ritorsione né da parte della magistratura né da parte di Bruxelles. La concorrenza si basa sulla reciprocità e sull’equità. E nel caso dell’applicazione della Bolkestein contro i balneari non c’è né reciprocità (qual è l’attrattività del lungomare tedesco rispetto alle coste italiane) né equità (come fa una piccola impresa familiare di balneari a concorrere con la RedBull che si sta accaparrando un pezzo di costa adriatica?). Infine, la Bolkestein applicata a questo comparto è contro il trattato fondativo dell’Unione che all’art. 158 pone la coesione sociale ed economica finalizzata alla crescita alla base stessa dell’Ue. Inutile poi precisare che facendo gestire da aziende straniere arenili, piazze storiche e monumenti finiamo per perdere tra le caratteristiche più importanti della nostra nazione senza avere nessuna analoga opportunità dai nostri cugini nord europei”. quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia, illustrando la mozione di Fdi sui balneari di cui è cofirmatario.