in questi giorni alcuni organi di stampa e alcuni politici avevano preannunciato che oggi vi sarebbe stato un “parere motivato” nella procedura di infrazione aperta sulla questione balneare.
E questo ipotetico “parere” era stato con enfasi definito: “ultimatum” ( sic!).
Dal comunicato odierno della Rappresentanza permanente presso la Commissione europea sul “pacchetto infrazioni” deciso oggi si evince che, nei confronti dell’Italia sono state avviate altre quattro procedure di infrazioni (sul lavoro stagionale, sulla normativa antiriciclaggio, sui ritardi nei pagamenti e per i prodotti destinati ai diversamente abili) e sono stati inviati altri due “pareri motivati” in procedure già pendenti (sul lavoro a tempo determinato e per la pianificazione dello spazio marittimo).
Queste si aggiungono alle 83 procedure di infrazione già pendenti a carico del nostro Paese (la più vecchia risale al 2003!) fra le quali ci sono ben venti “pareri motivati” (i cd “ultimatum” e il più vecchio di questi risale al 2013!).
QUESTA È LA REALTÀ E LA VERITÀ.
Poi c’è la costante e insistente campagna di criminalizzazione dei balneari italiani intrisa da falsità e menzogne.
Non siamo così stupidi dal “gridare vittoria”.
Sappiamo che i balneari italiani hanno tanti nemici: soprattutto qui nel nostro Paese.
E conosciamo perfettamente e da sempre la difficoltà di trovare una soluzione corretta ed efficace al problema balneare che riguarda si gli operatori attualmente operanti ma anche e soprattutto il nostro Paese che rischia di perdere un settore strategico e di successo dell’economia.
Distruggerlo, come taluni vorrebbero, sarebbe un colossale errore storico.
Siamo determinati ad evitare che ciò possa accadere.