Ambiente: Torna in acqua a Capo Mele la boa meteo-marina di Arpal

Assessore Giampedrone, “Strumento altamente tecnologico, unico nel Mar Ligure. Dati fondamentali per intervenire su prevenzione e resilienza

 

ANDORA (SV). È tornata in acqua, questa mattina a Capo Mele, la boa meteo marina gestita da Arpal. La cerimonia si è svolta nel porto di Andora, prima del traino di questo strumento, unico nel suo genere, fino alla tradizionale collocazione, a 2,8 miglia dalla costa; un punto strategico, di fronte a Capo Mele, che permette di registrare dati del Mar Ligure centrale e di ponente.
“Si tratta di uno strumento altamente tecnologico, che ci consentirà di avere dati plurimi sull’aspetto dei moti ondosi, sulla temperatura del mare e sui cambiamenti climatici che abbiamo di fronte – osserva l’assessore all’Ambiente e Protezione civile della Regione Liguria Giacomo Giampedrone – e ovviamente ci deve consentire di immagazzinare il più alto numero di dati possibile per poter orientare al meglio le nostre azioni in termini di prevenzione e anche di prevedibilità di alcuni fenomeni che, come abbiamo visto nella mareggiata del 2018, anche a causa dell’azione del mare possono essere molto impattanti e intensi. Dal 2019 questo strumento ha iniziato la propria evoluzione, grazie anche a risorse europee: oggi rimettiamo in acqua una boa rinnovata, con la consapevolezza di aver realizzato da allora ad oggi una serie di interventi di difesa a mare che superano abbondantemente i 500 milioni di euro e che penso abbiano traguardato una grande efficacia dal punto di vista strutturale alla difesa della costa e anche abbellito il nostro territorio”. “Il sistema della Protezione civile oggi ha fatto passi da gigante rispetto al passato, investendo risorse, tempo ed energie non solo per il ripristino dei danni provocati dalle ondate di maltempo ma anche – prosegue l’assessore – e soprattutto per aumentare la resilienza dei territori, in modo che al ripetersi di quegli eventi calamitosi gli effetti negativi al suolo siano infinitamente inferiore rispetto al passato e non si faccia male nessuno. Su questo ruota la giornata odierna e ruota anche il Pnrr, che significa Piano nazionale di ripresa e resilienza, una parola che è stata scelta per mettere in campo azioni concrete come abbiamo fatto in Liguria”.
Soddisfatto il direttore generale di Arpal Carlo Emanuele Pepe: “La giornata di oggi è frutto anche della grande collaborazione con il Comune e con il porto di Andora, che è molto sensibile alle attività di Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente ligure, a cui propone anche azioni in partnership. Finalmente rimettiamo in mare la boa, l’unico strumento di questo tipo nel mar Ligure”.
Realizzata nel 2012 grazie a un finanziamento di Regione Liguria, nei mesi scorsi ha visto un completo restyling tecnologico sviluppato nell’ambito dei progetti europei Sicomar Plus e GIAS del Programma Marittimo Interreg Italia-Francia. La boa sembra quasi una sonda spaziale, una sfera gialla e nera di due metri di diametro ricca di tecnologia di altissimo livello, capace di operare in condizioni estreme e realizzata partendo dagli standard delle esplorazioni antartiche: è alimentata a pannelli solari, ed è dotata di strumentazione elettronica per la misura di grandezze meteorologiche, ondametriche e oceanografiche.
La boa misura e invia con cadenza frequentissima, oraria o meno, dati su moto ondoso, temperatura della colonna d’acqua, correnti marine, velocità e direzione del vento, temperatura e umidità dell’aria. Si tratta di dati esatti che, disponibili direttamente dall’Osservatorio Meteo Idrologico della Regione Liguria, accessibile anche dal sito Arpal, servono a fini di Protezione Civile, per la sicurezza della navigazione, per la pesca, la progettazione di opere costiere; importanti anche gli scopi scientifici come gli studi sulla dinamica delle spiagge e la validazione dei modelli di previsione di moto ondoso e corrente. Inoltre, i dati registrati costantemente per lunghi periodi permettono una migliore comprensione dei fenomeni meteo marini e climatici, quali mareggiate e alluvioni, la loro occorrenza, durata, intensità: tutti elementi che il cambiamento climatico in corso tenderà ad accentuare.
Nei primi anni di attività, nonostante le precauzioni prese anche con l’aiuto della Capitaneria di Porto, la boa è stata involontariamente disormeggiata in un paio di occasioni, finendo una volta addirittura in Sardegna. Tuttavia, ha fornito tutti i dati della mareggiata più intensa degli ultimi 50 anni, quella fra il 29 e il 30 ottobre 2018: 10.31 metri l’altezza massima, 6.41 metri l’altezza significativa, 12 secondi il periodo massimo, dati tipici delle onde dell’oceano Atlantico, non del Mediterraneo.

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Le località di mare premiate con le ‘5 Vele’ di Legambiente

 

Non sapete ancora dove trascorrere le vostre vacanze estive al mare? Qualche idea interessante potrebbe venirvi andando alla scoperta de Il mare più bello, la Guida Blu di Legambiente e Touring Club Italiano, un vera e propria risorsa per conoscere le caratteristiche delle spiagge più belle e sostenibili d’Italia.

A Capri c’è stata la presentazione e la premiazione delle Cinque Vele 2022, nell’ambito della due giorni organizzata da Legambiente e CNR per fare il punto sulle politiche nazionali per le isole e le aree costiere e sulle risorse previste dal PNRR per questi territori.

Cinque Terre, Costiera Amalfitana, Sardegna, Puglia: di posti splendidi dove trascorrere le proprie vacanze ce ne sono davvero tanti. La guida descrive 45 tra le più belle località balneari italiane, selezionate tra ben 98 comprensori turistici, analizzando i dati raccolti da Legambiente sulle caratteristiche ambientali e sulla qualità dell’ospitalità, integrati con le valutazioni espresse dai Circoli locali.

La Sardegna è la più ricca

È una delle mete più ambite non solo dagli italiani, ma anche per i turisti stranieri: le sue spiagge, il suo mare cristallino, le sue località esclusive. La Sardegna ha conquistato nella guida ben sei comprensori turistici a Cinque Vele. Seguono Toscana e Puglia (3 comprensori ciascuna), quindi Sicilia e Campania (2 a testa) e Basilicata e Liguria (1 comprensorio a Cinque Vele in ciascuna regione). Il Trentino-Alto Adige riceve il maggior numero di riconoscimenti per il turismo lacustre con ben tre laghi su sei a Cinque Vele, seguito da Lombardia, Piemonte e Toscana; ma l’unico lago del Veneto, quello del Mis, conquista il primo posto della classifica.

In Sardegna, come detto, sono stati quest’anno ben sei comprensori ad essere segnalati: dalle terre della Baronia di Posada alla Gallura costiera, dal comprensorio di Baunei al litorale di Chia, dal Golfo di Oristano con la Penisola del Sinis e l’isola di Maldiventre al litorale della Planargia sulla costa occidentale.
In Toscana le Cinque Vele vanno ai comuni della Maremma, della Costa d’Argento e dell’Isola del Giglio e sull’Isola di Capraia. In Puglia in vetta alla classifica figurano le isole Tremiti, il comprensorio dell’Alto Salento ionico e quello dell’Alto Salento Adriatico.

Cinque Vele anche in Sicilia con le isole di Pantelleria e di Salina, in Campania con i comprensori del Cilento antico e della Costa del Mito, in Liguria con i Comuni delle Cinque Terre. Una bandiera a Cinque Vele anche per la Basilicata con la Costa di Maratea. Anche per gli amanti della montagna e del turismo lacustre c’è da scegliere in abbondanza: premiati i laghi di Molveno, Fiè e Monticolo in Trentino-Alto Adige, il lago dell’Accesa in Toscana, il lago di Avigliana Grande in Piemonte; in Veneto il lago del Mis (al primo posto) e in Lombardia il comprensorio di Comuni della riva Occidentale del Lago di Garda.
“La nuova edizione della nostra guida — ha commentato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente— racconta della sinergia che si è instaurata tra buone amministrazioni locali e quella parte sana dell’imprenditoria del mondo balneare, capace di gestire le spiagge al meglio, con meno cemento e ottime performance ambientali. Le località a Cinque Vele che premiamo oggi rappresentano le migliori buone pratiche amministrative e dimostrano che un nuovo modo di fare turismo è possibile, puntando sull’ambiente e sull’inclusività. Una vacanza nuova rispetto a quella di vent’anni fa, più consapevole, fatta di esperienze all’aria aperta, escursioni in bicicletta o trekking, di visite ai borghi storici e ricercati momenti di benessere”.

“Bastano ventidue anni per definire storica e di successo un’iniziativa editoriale? Certamente sì – affermaFranco Iseppi, Presidente del Touring Club Italiano – e anche per questo licenziamo con piacere questa nuova edizione della guida Il mare più bello, nata insieme al millennio che stiamo vivendo. Per mappare le quasi cento zone balneari esaminate nella guida, 45 delle quali poi descritte in dettaglio, e per classificarle in base all’attribuzione delle Vele, oltre alla fondamentale valutazione dello stato delle acque, dei fondali e delle spiagge concorrono al giudizio vari altri indicatori di qualità ambientale e di accoglienza turistica, dall’integrità del paesaggio all’efficienza nella gestione dei rifiuti, dal peso dei consumi energetici agli standard di accessibilità dei luoghi, dal livello dei servizi ricettivi e di mobilità alla cura dei beni storici e artistici del territorio, all’attenzione con cui se ne promuovono tipicità produttive, artigianali, alimentari. Ne risulta non una classifica, ma una mappatura geografica che fotografa le eccellenze dei mari e dei laghi italiani e uno stimolo a riflettere sulla straordinaria ricchezza del patrimonio naturalistico e ambientale italiano, sul piacere di conoscerlo e sulla necessità di conservarlo”.