Cambiamenti climatici, a rischio il Mediterraneo e il mar Ligure

 

– IN OCEANI CALORE 7 BOMBE ATOMICHE/SECONDO PER UN ANNO

Nel 2021 le temperature dell’Oceano hanno segnato un nuovo record, raggiungendo i valori più caldi mai misurati per il sesto anno consecutivo. Ancor più allarmante, è la situazione del Mediterraneo che si conferma il bacino che si scalda più velocemente. Il contenuto termico degli oceani nell’anno da poco trascorso è equivalente all’energia che si otterrebbe facendo esplodere sette bombe atomiche ogni secondo per tutta la durata dell’anno. L’ennesimo campanello d’allarme climatico suona in un articolo su ‘Advances in Atmospheric Sciences’ firmato da un team internazionale di 23 ricercatori di 14 istituzioni, tra i quali Simona Simoncelli dell’INGV e Franco Reseghetti di ENEA. Il nuovo record, avvertono i ricercatori, è stato toccato nonostante nel 2021 si sia manifestato il fenomeno noto come La Niña che ha contribuito a limitare il riscaldamento nell’oceano Pacifico. Per il Mediterraneo, ai dati a dir poco allarmanti illustrati nello studio, si affiancano quelli del monitoraggio della temperatura nei mari Ligure e Tirreno nell’ambito del progetto MACMAP dell’INGV cui partecipa ENEA: le serie temporali delle temperature nel Mediterraneo mostrano aumenti più intensi di quelli osservati alle stesse profondità intermedie in altre zone dell’oceano globale.

– NOAA: ULTIMI 9 ANNI TRA I 10 PIU’ CALDI DI SEMPRE

Dopo due anni consecutivi – 2019 e 2020 – tra i primi tre più caldi mai registrati, nel 2021 la Terra è stata un pianeta leggermente meno bollente, ma non di molto. Secondo gli scienziati della NOAA, la National Oceanic and Atmospheric Administration Usa, il 2021 si classifica al sesto posto nell’elenco degli anni più caldi dal 1880. Gli ultimi 9 anni – dal 2013 al 2021 – sono tutti tra i dieci anni più caldi mai registrati e lo scorso anno la temperatura media della superficie terrestre e oceanica è stata 0,84 gradi sopra la media del 20mo secolo. Quello appena passato è stato il 45mo anno consecutivo dal 1977 con temperature globali superiori alla media secolo scorso. Ancora una volta preoccupa l’intensificarsi degli incrementi: la temperatura annuale globale è salita a un tasso medio di 0,08 gradi per decennio dal 1880 e di oltre il doppio, 0,18 gradi, dal 1981. L’impatto coinvolge numeri sempre maggiori di popolazione: secondo l’organizzazione no profit californiana Berkeley Earth, nel 2021 circa 1,8 miliardi di persone hanno sperimentato una temperatura media annuale record, in sostanza 1/4 della popolazione mondiale.

– ADDIO SPIAGGE IBIZA, RISCHIO SCOMPARSA A FINE SECOLO

Le spiagge di Ibiza, la perla delle Baleari ambita meta turistica per la vita notturna e la natura, potrebbero diventare un ricordo del passato entro il 2100. Un nuovo studio avverte che l’Isla Blanca potrebbe definitivamente perderle entro la fine del secolo a causa dei cambiamenti climatici. Secondo la ricerca su 869 spiagge delle Baleari pubblicata da ‘Frontiers in marine science’, svolta da ricercatori spagnoli e italiani, entro la fine del 21mo secolo tra il 56 e il 65% dell’area attuale delle aree costiere sabbiose andrà perduto a causa dell’innalzamento del livello del mare e della mutata dinamica delle onde, anche in relazione a una diversa distribuzione delle alghe. Tra lo scenario peggior e quello migliore, la perdita media permanente di superficie delle spiagge alla fine del secolo nelle Baleari sarà superiore al 50%, aumentando di oltre l’80% in condizioni di tempesta. I risultati dello studio possono essere estrapolati per il resto del Mediterraneo, avvertono i ricercatori, indicando che i piani di adattamento per le aree balneari dovrebbero essere messi in atto al più presto.

– INGV: TERREMOTI OLTRE 16MILA NEL 2021

Sono 16.095 i terremoti sul territorio italiano e nelle zone limitrofe localizzati dalla Rete Sismica Nazionale nel corso del 2021. Una media di 44 terremoti al giorno rilevati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, quasi uno ogni mezzora. Il numero dei terremoti 2021 in Italia è di poco inferiore a quello del 2020 e si mantiene stabile dal 2019. Numeri inferiori a quelli degli anni 2016-2017-2018, caratterizzati dalla sequenza sismica in Italia centrale. Il contributo di questa sequenza iniziata il 24 agosto 2016, in termini di numero di eventi, è comunque importante anche nel 2021 rappresentando circa il 30% del totale della sismicità in Italia. La Sardegna si conferma la regione con il minor numero di terremoti, mentre la Sicilia ha avuto oltre 80 eventi di magnitudo pari o superiore a 2.5, più di tutte le altre regioni. Contando anche i terremoti molto piccoli il primato verrebbe condizionato dalla densità della rete sismica portando in testa Marche e Umbria, con rispettivamente circa 3.000 e 5.000 eventi. “La Terra è un pianeta vivo, l’Italia continuerà sempre ad avere terremoti e dobbiamo investire nella loro maggiore conoscenza per difenderci meglio in futuro”, avverte Carlo Doglioni, presidente dell’INGV.

Fonte: Agenzia DiRE www.dire.it

Ostia, Maurelli, (Federbalneari) scrive a Zingaretti: chiediamo da anni un piano della costa sostenibile paesaggisticamente, ambientalmente ed economicamente

MAURELLI: È DAL 2014 CHE PER QUANTO RIGUARDA IL LITORALE DI OSTIA LEVANTE CHIEDIAMO UN PIANO DI DIFESA DELLA COSTA SOSTENIBILE PAESAGGISTICAMENTE, AMBIENTALMENTE ED ECONOMICAMENTE

Civitavecchia, 2 dicembre 2021 – “Ci chiediamo da tempo quale idea avete del “Mare di Roma”? Quando parlate di rilancio turistico a cosa pensate? Quando aprite cantieri e progettate opere di difesa della costa a quali certezze scientifiche vi ispirate?”

Inizia così la lettera aperta che Federbalneari Lazio ha inviato al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, alla luce delle complesse situazioni costiere che stanno devastando il litorale romano.

Nella missiva Federbalneari Lazio sottolinea come ad Ostia si sia assistito in questi giorni al trasformarsi di una mareggiata di stagione in un’arma letale per spiaggia e strutture sottoflutto, a causa della spinta dei nuovi pennelli messi in acqua e progettati per proteggere unicamente due strutture a danno di tutti gli altri.

“Ancora una volta apprendiamo con preoccupazione e sconcerto da notizie di stampa del rilancio di un progetto di difesa della costa devastante per il mare di Roma, quello degli otto pennelli firmato dal Professor Leopoldo Franco e archiviato nel 2014 a seguito della valutazione dei danni che avrebbe prodotto alle ultime spiagge di Levante della nostra città, comprese quelle di Capocotta e Castelporziano, Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, ribadiamo: aree naturali protette, siti di interesse comunitario (Sic e Zps). Patrimonio UNESCO – si legge nella lettera – I cambiamenti climatici in corso necessitano responsabilità e rispetto del futuro delle nuove generazioni. Sono le peculiarità del nostro territorio a chiedercelo: spiagge, piccola pesca, attività sportive. Non possiamo più pensare di andare incontro ad un mare che avanza con un muro di ipocrisie e cemento. Altri soldi pubblici da gettare in mare? Oppure opere fondamentali per la rigenerazione della costa di Ostia, per un lungomare degno della Capitale, patrimonio della città? Perché non opere ambientalmente ed economicamente sostenibili in partnership con le imprese? Diciamolo alla città che nei vostri cassetti è seppellito dal 2014 anche un progetto di partenariato. A chi giova tutto questo attendismo che procura danni e urgenze?”

“È dal 2014 che per quanto riguarda il litorale di Ostia Levante chiediamo un piano di difesa della costa sostenibile paesaggisticamente, ambientalmente ed economicamente. Lo stesso anno in cui si avviarono richieste di trasformazione in tal senso anche delle strutture pesanti presenti sulle spiagge da Ponente a Levante, stiamo parlando della demolizione e riconversione del tanto vituperato “lungo muro” di Ostia, richieste inevase che giacciono ancora nei vostri cassetti. Oggi come allora torniamo di nuovo a stigmatizzare la mancanza di dialogo con le categorie interessate, con i pescatori, con i balneari tutti, con gli ambientalisti, con la città da parte della Regione Lazio e rinnoviamo la richiesta di fermare immediatamente ogni ulteriore cantierizzazione che sta procurando danni irreversibili alla residuale costa sabbiosa ed ai fondali di Levante” sottolinea il Presidente di Federbalneari Lazio, Marco Maurelli.