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Liguria, Toti ai domiciliari, contestate accuse relative a concessioni sul demanio marittimo

Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, è finito in manette, accusato di aver commesso atti di corruzione. La notizia dell’arresto di Toti si è diffusa dopo che è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari da parte del giudice per le indagini preliminari (gip) di Genova. Questa misura restrittiva arriva all’interno di un’indagine minuziosa condotta dalla Procura, sotto la direzione dell’attento magistrato Nicola Piacente, che si concentra sugli eventi legati alle elezioni regionali della Liguria nel 2020. Al momento dell’uscita dal suo appartamento nel cuore di Genova, accompagnato dagli agenti della Guardia di finanza per essere condotto nella vicina caserma delle Fiamme gialle, il governatore ha brevemente incontrato i giornalisti, ai quali ha dichiarato: «Non posso rilasciare dichiarazioni, lo sapete», evitando così di commentare ulteriormente la situazione.

Al presidente della Regione Liguria viene mossa una serie di contestazioni riguardanti l’accettazione, da parte sua, di promesse di finanziamenti vari da Aldo Spinelli e Roberto Spinelli. Si parla di una somma complessiva di 74.100 euro ricevuta in cambio di una serie di impegni ben precisi: primo tra tutti, quello di “trovare una soluzione” per la trasformazione dello status della spiaggia di Punta Dell’Olmo, da spiaggia “libera” a “privata”. Inoltre, si richiedeva di facilitare l’iter burocratico di una pratica edilizia di grande interesse per Aldo Spinelli e Roberto Spinelli, una pratica che riguardava il complesso immobiliare di Punta Dell’Olmo e che era in sospeso presso gli uffici regionali. Un altro impegno era quello di accelerare e approvare con rapidità la pratica di rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse per un periodo di trent’anni a favore della società Terminal Rinfuse Genova S.r.l., una pratica che era in attesa di valutazione dal Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale e che fu poi approvata in data 2.12.2021. C’erano poi richieste specifiche relative all’assegnazione degli spazi portuali ex Carbonile ITAR e Carbonile Levante a Spinelli, così come l’assegnazione di un’area demaniale precedentemente in uso al concessionario Società Autostrade (ASPI). Infine, era richiesto un intervento favorevole per l’imprenditore nella pratica del “tombamento” di Calata Concenter, un’operazione di notevole interesse per gli Spinelli.

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Beach on the Adriatic coast of Italy in Italy

Balneari, Tar Bari cancella gare: 21 concessioni prorogate fino 2033

Il Tar di Bari riconosce illegittima la procedura di gara per 21 stabilimenti balneari a Monopoli (BA) e annuncia la proroga delle concessioni al 2033. In particolare, la terza sezione del Tribunale pugliese ha pubblicato 21 distinte sentenze, evidenziando come le gare per le concessioni demaniali marittime non siano necessarie, poiché per il diritto europeo è sufficiente la pubblicazione all’albo comunale delle istanze di proroga/assegnazione delle concessioni. Questo è in linea con la pronuncia della Corte di Giustizia Europea del 20 aprile 2023, che ha lasciato ampia discrezionalità agli Stati membri anche sulle disposizioni atte a garantire concretamente l’imparzialità e la trasparenza di una procedura di selezione.

Una sentenza che, sebbene positiva, delinea chiaramente la situazione di incertezza attuale in cui, con il temporeggiare del Governo che ad oggi non ha ancora emanato una legge per mantenere la promessa di salvaguardare la continuità dei concessionari storici, non sta giovando agli attuali operatori, che si ritrovano in grande difficoltà all’inizio di una stagione estiva già iniziata e segnata dal caos. Quotidianamente, i concessionari attuali si stanno scontrando con i Comuni che, agendo in autonomia, imbandiscono le gare. Nelle varie regioni italiane, sono infatti diverse le amministrazioni comunali che hanno già concluso le riassegnazioni, e molte altre si apprestano a pubblicare i bandi.

L’avvocato Nicolò Maellaro, Vicepresidente nazionale di La Base Balneare con Donnedamare che ha difeso le ragioni dei 21 stabilimenti insieme all’Avvocato Colonna, ha commentato: “Il caso di Monopoli dimostra che oggi, alla luce del diritto europeo, non vi è alcuna necessità di bandire gare per le concessioni. È pertanto necessario proseguire, da una parte, in un’azione di confronto tempestiva e tecnica con la Comunità Europea, e dall’altra, è urgente ottenere un provvedimento legislativo del Governo italiano che impedisca ai comuni di procedere in ordine sparso.”

Gli fanno eco Assobalneari Italia aderente a Federturismo Confindustria e La Base Balneare con Donnedamare, che insieme rappresentano il 70% della categoria: “Ben vengano le decisioni del TAR pugliese, perché aiutano a creare chiarezza in un momento in cui la chiarezza è essenziale per il prosieguo della stagione balneare. La soluzione definitiva della vicenda deve però restare politica e sollecitiamo un chiarimento urgente e tempestivo: forse a Bruxelles non sanno che in Italia la stagione balneare è iniziata, i comuni sono allo sbando e ognuno inventa regole prive di fondamenti. Serve un pool di esperti tecnici di primario standing nelle interlocuzioni con la Comunità Europea capace di trattare la questione da un punto di vista tecnico, amministrativo, ma anche e soprattutto economico, come economico è lo spirito della Bolkestein.”