Balneari Siciliani chiedono conferma dei propri titoli al 2033

L’Associazione Turistica Balneare Siciliana insiste nella conferma della Legge Regionale numero 24/2019 e le prescrizioni del Decreto ARTA numero 137/Gab del 21.05.2020 quindi la validità delle concessioni demaniali al 31 Dicembre 2033.

Al centro della comunicazione indirizzata al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, da parte dell’associazione dei gestori di stabilimenti balneari siciliani, si pone la recente sentenza del Consiglio di Stato. Tale sentenza ha determinato la sconfitta dei concessionari liguri, i quali rivendicavano la proroga dei titoli concessori fino alla medesima scadenza. Implicitamente, il verdetto suggerisce la possibilità che i titolari di concessioni estese attraverso un procedimento di istruttoria pubblica possano beneficiare di un regime differenziato rispetto a coloro che hanno ricevuto l’estensione in maniera automatica.

L’Associazione si permette di rilevare che i Giudici del Consiglio di Stato, con più sentenze, hanno evidenziato che “la proroga al 2033 della Concessione Demaniale Marittima, se rilasciata in modo automatico e senza alcuna istruttoria, è da considerarsi non valida”, inizia la lettera dell’ Associazione Turistica balneare, “i Concessionari della Regione Sicilia, nel rispetto della Legge n. 24/2019 e del D.A. numero 137/GAB del 21.05.2020, non hanno ottenuto l’estensione del proprio titolo concessorio ma, esclusivamente, dopo una specifica richiesta, tramite il portale, dalla quale l’Amministrazione Regionale si è riservata di convalidare l’estensione al 31.12.2033, fatte salve le successive verifiche che saranno effettuate dall’amministrazione“.

Prosegue la missiva “Quindi la Regione Sicilia ha posto l’obbligo di un nuovo iter istruttorio per il rilascio dell’estensione delle concessioni al 2033, previo il pagamento dei “diritti fissi” di Euro 250,00 al fine di consentire a questo Ufficio di procedere al rilascio del nuovo Decreto valido fino al 31.12.2033, comprensivo di spesa per la nuova registrazione“. L’iter prevede l’integrazione di numerosi documenti come:

  • la dichiarazione sostitutiva antimafia;
  • un ulteriore pagamento amministrativo;
  • le nuove garanzie fideiussorie a fronte del canone fino al 2033;
  • la regolarità del DURC;
  • il pagamento della registrazione del nuovo atto concessorio esteso fino al 31.12.2033;
  • la pubblicazione nel GURS.
    In assenza di impedimenti amministrativi, l’iter amministrativo è concluso con il rilascio del nuovo titolo valido fino al 31.12.2033 con Decreto Assessoriale.

Appare evidente che la Sicilia ha rispettato tutti criteri evidenziati dai Giudici del Consiglio di Stato, già per ben due volte, infatti, per noi Concessionari l’estensione della Concessione Demaniale Marittima non è stata automatica ma subordinata ad un iter istruttorio che consente il rilascio di un nuovo titolo registrato all’Ufficio Registri di Palermo e pubblicato sul sito della Regione.

Il Demanio Marittimo è un bene che appartiene alla Regione Sicilia che trattiene per se tutti i proventi e legifera diversamente dal resto d’Italia modificando anche il Codice della Navigazione (L.R. numero 15 del 2005). Una Regione con quasi 1500 Km di costa dove l’occupazione del Pubblico Demanio Marittimo, ai fini della balneazione, incide di circa il 20% con tipologie diverse: bar, ristorante, pizzeria, stabilimenti balneari, aree attrezzate, etc. . Piccole entità commerciali, a carattere familiare. Le coste della Regione Sicilia sono occupate in minima parte dalle Concessioni Demaniali Marittime rilasciate ai fini turistici ricreativi, alla balneazione. Ma v’è di più, infatti la Regione Sicilia ha già individuato e approvato procedimenti per rilasciare nuove aree in concessione.
Infatti, ne è prova:
1) il rilascio delle concessioni di breve durata, ai sensi del Decreto Assessoriale numero 351/Gab del 07.10.2019, aggiornato con Decreto Assessoriale numero 38 Gab del 31.05.2021, che possono essere autorizzate anche se non coerenti ai PUDM dei Comuni Costieri e fino a cinque metri da una struttura balneare esistente;
2) la legge regionale numero 32, con l’articolo 2, del 16.12.2020, pubblicata in GURS del 21.12.2020 consente il rilascio di una nuova concessione per la durata di sei anni.

Per tale motivo riteniamo che la Regione Sicilia è già ben oltre la Direttiva Europea 123/2006. Quale, quindi, il motivo per cui è necessario porre al bando pubblico anche le nostre Concessioni?
Una svendita all’Asta dei nostri beni per i quali abbiamo investito non solo il nostro denaro ma costruito i nostri sogni con tanti sacrifici e garantito lavoro per noi e per tanti disoccupati, giovani soprattutto. Nel 2016, la nostra regione ha tutelato i beni in concessione prorogando tutti i titoli demaniali in corso di validità fino al 31.12.2020, sottolineando che l’articolo 12 della Direttiva Europea 123/CE del 2006 si applica solo “qualora il numero di autorizzazioni disponibili in atto per una
determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali o delle capacità tecniche utilizzabili”, D.A. numero 319/GAB del05.08.2016. Il comma 1 dell’articolo 12 della Direttiva Europea 123/2006 non pone dubbi sulla regolarità della conferma dei nostri titoli concessori al 2033.
Persone, famiglie e aziende che, senza la conferma dell’estensione fino al 2033, rischiano di perdere
tutto.

I Bagni Selin di Alassio entrano nell’albo delle imprese storiche d’Italia

Nella provincia di Savona sono in tutto 40 le aziende storiche

Nella Sala Magnano della Camera di Commercio Riviere di Liguria a Savona si è svolta giovedì 11 marzo la cerimonia di consegna dell’attestato di “Impresa Storica” all’azienda Pier Franco Gandolfo, titolare dei Bagni Selin di Alassio. A consegnare il prestigioso riconoscimento – che certifica il patrimonio di tradizioni, conoscenze e saperi cui sono legati da sempre lo sviluppo, la crescita e la promozione del territorio – sono stati il presidente della Camera di Commercio, Enrico Lupi, il componente la Giunta camerale, Osvaldo Geddo, e il segretario generale, Marco Casarino.

La ditta Pier Franco Gandolfo, il cui inizio attività risale al 1910, va ad arricchire il numero delle imprese della provincia di Savona già iscritte al Registro che ora, per il Savonese, comprende in tutto 40 imprese storiche. L’elenco completo con i profili delle aziende storiche è disponibile all’indirizzo https://www.unioncamere.gov.it/imprese-storiche

Il Registro Nazionale delle Imprese Storiche è stato istituito da Unioncamere in collaborazione con le Camere di Commercio e il coordinamento del Centro per la cultura di impresa nel 2011 in occasione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia. La finalità del Registro Nazionale è quella di premiare le aziende ultracentenarie che hanno saputo trasmettere alle generazioni successive il loro inestimabile patrimonio di competenze, nonché i valori fondanti del “fare impresa”. L’iscrizione è gratuita ed aperta a tutti i tipi di impresa. Le adesioni al Registro avvengono su base volontaria a seguito della partecipazione ad appositi bandi online pubblicati periodicamente da Unioncamere.

“Il Governo e l’Europa devono riflettere”, afferma Pier Franco Gandolfo “non si può cancellare con un tratto di spugna la storia di famiglie, di imprenditori ma soprattutto di città che hanno fondato la propria economia sull’ attività balneare”. Le nostre tradizione storico culturali vanno mantenute ( il considerando n. 40 della Direttiva 2006/123/CE, afferma che la categoria delle “esigenze imperative” che consentono la deroga dalla stessa, altro non è che il frutto di una elaborazione giurisprudenziale europea che “copre almeno i seguenti motivi: l’ordine pubblico, la pubblica sicurezza e la sanità pubblica ai sensi degli articoli 46 e 55 del trattato, il mantenimento dell’ordine sociale, gli obiettivi di politica sociale, la tutela dei destinatari di servizi, la tutela dei consumatori, la tutela dei lavoratori, compresa la protezione sociale dei lavoratori, il benessere degli animali, la salvaguardia dell’equilibrio finanziario del regime di sicurezza sociale, la prevenzione della frode, la prevenzione della concorrenza sleale, la protezione dell’ambiente e dell’ambiente urbano, compreso l’assetto territoriale in ambito urbano e rurale, la tutela dei creditori, la salvaguardia della sana amministrazione della giustizia, la sicurezza stradale, la tutela della proprietà intellettuale, gli obiettivi di politica culturale, compresa la salvaguardia della libertà di espressione dei vari elementi presenti nella società e, in particolare, dei valori sociali, culturali, religiosi e filosofici, la necessità di assicurare un elevato livello di istruzione, il mantenimento del pluralismo della stampa e la politica di promozione della lingua nazionale, la conservazione del patrimonio nazionale storico e artistico, e la politica veterinariaConsiglio di Stato, sez. V, sentenza 03/09/2018 n° 5157 ndr.)e di questo le Autorità Nazionali dovrebbero tenere conto nel provvedimento di legge che presto vedrà la luce, conclude Pier Franco Gandolfo